Capo assoluto dell'attuale Corea del Nord, le origini di Kim Jong Il sono avvolte da una coltre di sostanziale mistero. Alcuni ricercatori molto attendibili dicono che sia nato in una regione all'Estremo Oriente dell'Unione Sovietica il 16 febbraio 1942. Suo padre, Kim Il Sung, era fuggito proprio in Unione Sovietica quando i giapponesi avevano messo una taglia sulla sua testa per le attività guerrigliere nella Corea occupata. La famiglia tornò nel nord della penisola dopo che i giapponesi si arresero alla fine della Seconda Guerra Mondiale e il dittatore sovietico Stalin incoronò Kim Il Sung leader della Repubblica Popolare Democratica di Corea. Il fratello minore di Kim Jong Il annegò che era ancora un bambino, la madre morì che lui aveva sette anni. Poco dopo esplose la Guerra di Corea e lui venne mandato in Manciuria, da dove tornò tre anni dopo, a conflitto concluso. Nonostante questi inizi Kim Jong Il cresce per lo più tra agi e lussi. In qualità di primogenito di un dittatore dal pugno di ferro "era probabile che le porte più importanti si sarebbero aperte per lui fin dalla più giovane età", ha fatto notare il professor Dae. Kim Il Sung nomina formalmente successore il figlio nel 1980. A Kim Jong Il vengono dati posti di rilievo nel Politburo, nella Commissione militare e nella Segreteria del Partito. Assume il titolo di "Caro leader" e il governo comincia a costruire intorno a lui un culto della personalità ricalcato sull'esempio di quello paterno, il "Grande leader". Al giovane Kim viene attributo l'ordine dato ad agenti nordcoreani di compiere due attentati. In realtà nessuna prova lega direttamente Kim Jong Il agli attentati e numerosi analisti ritengono che il padre Kim Il Sung, ancora per tutti gli anni '80, abbia tenuto saldamente in mano la politica internazionale nordcoreana, lasciando invece al figlio un maggior potere negli affari interni. Dopo la laurea all'Università di Pyongyang, nel 1964, Kim Jong Il assume il ruolo di zar culturale del Partito dei lavoratori, con particolare attenzione per la produzione editoriale e cinematografica. La sua ossessione per i film provoca uno dei fatti più strani che lo riguardino: il rapimento, nel 1978, dell'attrice sudcoreana Choi En-hui e del marito, il regista Shing Sang-ok. Il racconto che la coppia farà di quella esperienza, dopo essere riuscita a fuggire nel 1986, sembra quasi la sceneggiatura di un mediocre film. Nel 1991 Kim Jong Il diviene comandante in capo del potente esercito nordocoreano, l'ultimo passo di un lungo processo di attribuzione di poteri. Tre anni più tardi (1994) l'ottantaduenne Kim Il Sung muore improvvisamente d'infarto. Il Paese perde il suo venerato padre fondatore: molti predicono un rapido crollo della Corea del Nord. Pochi anni prima le sue potenti alleanze si erano dissolte con la caduta del blocco sovietico e lo spostamento della Cina verso un sistema di mercato. Una serie di alluvioni, accompagnate da un sistema agricolo di proprietà statale del tutto inefficiente, erosero le riserve alimentari del paese portandolo alla carestia. Non ci poteva essere momento peggiore per sostituire l'unico leader che la Corea del Nord avesse mai conosciuto. Dopo gli elaborati funerali pubblici del padre, Kim Jong Il sparisce dalla scena alimentando in questo modo numerose voci, tuttavia riuscirà rapidamente a consolidare il suo potere. Nella nuova struttura di governo da lui organizzata il posto di presidente occupato dal padre viene lasciato vacante; Kim Jong Il assume il titolo di segretario generale del Partito dei lavoratori e Presidente della Commissione di difesa nazionale. Secondo il professor Dae "è quanto meno una struttura di governo singolare. Rende onore all'eredità del padre, ma il nuovo governo è il governo di Kim Jong Il ed è piuttosto diverso da quello del padre". Il particolare stalinismo di Kim Il Sung, intriso di filosofia "juche" (termine che si può tradurre approsimativamente con "autosufficienza") viene messo in secondo piano dalla più militante "politica della bandiera rossa" introdotta da Kim Jong Il nel 1996. La profondità dei cambiamenti è clamorosamente illustrata nel 1997 dalla fuga di Hwang Jang Yop, ideatore della filosofia "juche" e primo esponente di alto livello nordcoreano a chiedere asilo in Corea del Sud. Nonostante abbia lanciato un missile contro il Giappone nel 1999 e nonostante siano accaduti altri incidenti, la Corea del Nord di Kim Jong Il ha anche inviato segnali di essere pronta a nuove alleanze dopo decenni di isolamento. Miliardi di dollari in aiuti internazionali sono stati lanciati a pioggia sulla Corea del Nord senza che questa abbia fatto qualcosa in cambio. Molti analisti sono dunque arrivati alla conclusione che Kim Jong Il non abbia fatto altro che giocare le sue carte con grande abilità. "Io tendo a non non dar retta alle voci che lo descrivono come un uomo irrazionale e con il quale nessuno può fare affari", ha detto Alexander Mansourov, per lungo tempo studioso della Corea ed ex diplomatico russo inviato a Pyongyang sul finire degli anni '80. "Credo che sia intelligente, pragmatico. E penso possa essere anche privo di scrupoli. E' un uomo che non vuole in nessun modo perdere la presa sulle persone che lo circondano". In questa fase, ha aggiunto Mansourov, Kim Jong Il sta mostrando di avere solo un progetto di breve periodo. "E' la sopravvivenza. Non vedo segni di una strategia di lungo termine, ma penso che cambierà. L'economia sta migliorando, o almeno questo è quanto la Corea del Nord vuole farci credere". E' facile da fuori demonizzare Kim Jong Il, un dittatore che spende il 25% (o forse più) del prodotto interno del suo Paese per l'apparato militare mentre il Paese muore di fame. Ma nella Corea del Nord chiusa alle influenze esterne, spaventata dalle minacce dei suoi vicini e soggetta a decenni di socializzazione politica calati su una lunga tradizione gerarchica, Kim Jong Il è considerato in modo positivo da molte persone, afferma Han S. Park, del Center for Study of Global Issue. "Il livello di venerazione per Kim Jong Il in Corea del Nord è sottostimato all'esterno - sostiene Park - Molti lo ritengono non solo un leader di grande livello, ma un uomo degno e di alto profilo morale. Se sia vero o meno non importa se si vuole avere a che fare con la Corea del Nord. Bisogna capire il loro sistema mentale: la percezione è la realtà". I media nord-coreani presentano Kim Jong Il come un uomo straordinario dai mille interessi e lo hanno paragonato addirittura a Leonardo Da Vinci: pare abbia scritto poesie e composto musica. Ha inoltre un grande interesse per le scienze. Il dittatore ha avuto tre mogli, di cui una russa. La terza, un'ex attrice, è fuggita all'estero. Con lei ha avuto un figlio, Kim Nam Jong, che era stato designato erede, ma che a 20 anni era già un alcolizzato. Nessuno sa che fine abbia fatto. Nel 2006 trapela la notizia - senza che venga smentita dalle fonti ufficiali - che la sua segretaria sia la sua nuova compagna; la cosa curiosa è che lo sarebbe fin dagli anni '80. Vi sono molte leggende alimentate dal mistero che circondano l'immagine di Kim Jong Il, segretario generale del Partito dei lavoratori nordcoreano, comandante supremo delle Forze armate, presidente della commissione per la difesa nazionale, ma non ufficialmente capo dello Stato perché la "presidenza eterna" resta al padre Kim Il Sung, il "Grande leader", morto il 9 luglio 1994.
Fonte: http://biografie.studenti.it e per approfondimenti andare su http://it.wikipedia.org/wiki/Kim_Jong-il
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