Visualizzazioni totali delle visite sul blog "Mitrokhin" dalla sua nascita: 08 Novembre 2007

Classifica settimanale delle news piu' lette sul blog Mitrokhin...

Cerca nel blog

Vota il mio blog...

siti migliori

Translator (Translate blog entries in your language!)

Post in evidenza

"I MIEI BRANI" 🎸🎶💞 TUTTI I VIDEO UFFICIALI DI TORRI CRISTIANO CANTAUTORE DI CARRARA (MS) - TOSCANA

TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...

mercoledì 7 novembre 2012

Obama ha vinto le elezioni: MTV gli dedica la serata...Obama è ufficialmente il 44esimo Presidente degli Stati Uniti d'America, adesso l'Occidente spera in una sua Politica rivolta alla Pace e alla sana Diplomazia! In barba alle Lobby delle Industrie di Armi Americane che speravano in una rivincita Repubblicana con Mitt Romney, da tutti considerato a maggior ragione un personaggio pericoloso e "guerrafondaio" così come lo sono stati i suoi predecessori Americani Bush Senior e Bush Junior!

Barack Obama ha vinto: «Il meglio deve ancora venire!» Intanto Mitt Romney accetta la sconfitta ringraziando tutti i suoi sostenitori, soprattutto quelli multi-miliardari...

Barack Obama è il 44esimo Presidente degli Stati Uniti, eletto per la seconda volta, dopo  aver superato l’avversario repubblicano Mitt Romney. Si è concluso così l’atto finale della sfida elettorale, che su PolisBlog abbiamo seguito da ieri, passo per passo, stato per stato, voto per voto.
Per celebrare l’evento dall’importanza mondiale Mtv Italia (canale 8 del digitale terrestre) stasera manda in onda  alle 21.10 una puntata de Il TestimoneVoglio fà l’americano in cui Pif e Paul Baccaglini, suo alter ego italo-americano, partono per un viaggio tra Illinois e California alla scoperta dei luoghi e delle situazioni tipiche degli adolescenti di oltreoceano che il Pif ragazzino di Palermo sognava guardando la tv. Ma non è finita, perché Mtv dedicherà al riconfermato Presidente l’intera programmazione serale.
Infatti, alle 22 sarà la volta di Ask Obama Live, un forum realizzato da Mtv US alla vigilia delle elezioni. Protagonista proprio il Presidente Obama alle prese per 30 minuti con le domande giunte in diretta dai telespettatori di Mtv; tra i temi affrontati c’è anche quello della disoccupazione che preoccupa i giovani americani e non solo. 
Ore 11.00: Napolitano : Ammirato dalla responsabilità dei candidati
«Ammirazione per l’alto senso di responsabilità con cui i due candidati hanno fatto seguire immediatamente all’annuncio del risultato espressioni di reciproco riconoscimento e di comune impegno a operare per l’unità della nazione»: a manifestarla è il capo dello Stato Giorgio Napolitano nel messaggio a Barack Obama.
Ore 10.00: Borse in rialzo
Borse europee in cauto rialzo dopo la rielezione del presidente Usa, mentre lo spread ha aperto in ribasso a 341 punti.
Ore 9.00: Obama vince in Ohio
Il presidente americano, Barack Obama, ha vinto in Ohio con il 50,1% dei voti contro il 48,2% di Mitt Romney. In Florida, quando è stato scrutinato il 99% delle schede, Obama è in vantaggio con il 50% contro il 49,2% di Romney.
Ore 8.33: Obama passa in testa anche nel voto popolare
Secondo gli ultimi dati il presidente americano è passato in testa nel voto popolare col 50% contro il 49% dell’ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney.
Ore 7.40: il discorso di Obama
Obama ha tenuto il suo discorso nel quartier generale dei democratici a Chicago (foto ): «Il compito di rendere ancora più perfetta la nostra unione continua e continua grazie a voi. E continua grazie allo spirito che ha sollevato questo Paese dalla disperazione. Continueremo ad andare avanti come una singola nazione». Poi ha aggiunto: «Per l’America il meglio deve ancora venire». E ancora: «Torno alla Casa Bianca più determinato».
Poi Obama si è rivolto alla moglie Michelle: «Io ti amo e l’America ti ama».
«Mi sono congratulato con Mitt Romney, lavoreremo insieme per portare avanti il paese», ha aggiunto Obama.
«La nostra economia si sta riprendendo»: ha detto il presidente americano, promettendo che lavorerà per trovare «quei compromessi necessari a portare il Paese avanti». «Lavorerò con i leader di entrambe gli schieramenti per affrontare le sfide che possiamo risolvere solo insieme», ha aggiunto.
Quando la famiglia Obama è salita sul palco a Chicago, è scattata un’ovazione dei sostenitori. In abito blu e cravatta blu elettrico, il presidente Barack Obama è apparso sorridente, accompagnato da Michelle e dalle figlie Malia e Sasha.
Intanto scene di gioia si sono viste nella stessa Chicago, a New York e Washington.
La foto del neoconfermato presidente degli Stati Uniti Barack Obama che abbraccia la moglie Michelle postata sul suo profilo Twitter. E’ l’immagine più ritwittata di sempre.
Ore 7.15: il discorso di Romney
«Questo è tempo di grandi sfide per l’America e prego che il presidente abbia successo nella guida del Paese». Lo ha detto Mitt Romney nel suo discorso al quartier generale di Boston.
«Ho appena chiamato il presidente Obama per congratularmi per la sua vittoria»: ha detto Romney.
«Auguro al presidente, alla first lady e alle loro figlie ogni bene, questi sono tempi molto difficili per la nostra grande Nazione», ha detto anche Romney dal palco del suo quartier generale, ammettendo la sconfitta.
Ore 7: Romney chiama Obama e ammette la sconfitta
Sicuro della sconfitta negli stati chiave Romney ha finalmente deposto le armi, telefonando a Obama e facendogli i complimenti. E pronuncia il suo discorso da sconfitto.
Ore 6.30: stati chiave tutti verso Obama
Malgrado le speranze di Romney, Obama è passato in vantaggio in Ohio, Florida e Virginia, tanto che in questo momento potrebbe raggiungere 330 grandi elettori, 60 in più dei 270 necessari per occupare la Casa Bianca.
Ore 6.15: Romney testa a testa in Ohio, ma ha perso comunque
Mentre Romney continua a rinviare il discorso da sconfitto, la sua sconfitta è ormai certa. Il repubblicano infatti se anche vincesse nell’Ohio dove è ora in parità, in Florida e in Virginia, dove è in leggero svantaggio, non riuscirebbe comunque a sommare 270 grandi elettori.
Il candidato repubblicano ha ottenuto però più voti popolari, il 51% a fronte del 48% di Obama, secondo il calcolo della Cnn. Nella grande sala del quartier generale di Mitt Romney, con il morale a terra, la folla in silenzio guarda i festeggiamenti per Barack Obama trasmessi in diretta sui maxischermi e aspetta di vedere il candidato sconfitto ascoltare il suo discorso. Secondo quanto riferiscono alcune fonti, il suo `vice´ Paul Ryan è già arrivato, mentre Romney è atteso a minuti. È c’è chi si domanda se è in ritardo perché ha dovuto scrivere il discorso della sconfitta, visto che nel tardo pomeriggio aveva detto di aver preparato solo quello per la vittoria.
Al Congresso Usa intanto si conferma la stessa situazione di prima del voto di oggi: i democratici mantengono il controllo del Senato e i repubblicani quello della Camera. Oggi si votava in alcuni Stati anche per numerosi referendum: via libera alle nozze gay in Maine, alla legalizzazione della marijuana in Colorado e nello Stato di Washington, mentre la Florida mantiene il finanziamento pubblico per l’aborto.
Ore 6.02: Rove: troppo presto per cantar vittoria
Karl Rove, lo stratega repubblicano della vittoria elettorale di George W. Bush nel 2000, ha contestato la decisione della Fox di aggiudicare l’Ohio a Barack Obama. Secondo Rove, che della Fox è uno dei commentatori politici di punta, l’Ohio è ancora incerto. Lo stratega di Bush cita «gente di Romney», secondo cui l’ex governatore avrebbe ancora chance di spuntare lo stato chiave senza cui nessun repubblicano ha mai vinto la Casa Bianca. Obama, come da prassi, attende che Romney faccia il suo pronunciamento da sconfitto, prima di pronunciare il primo discorso da presidente confermato davanti al comitato elettorale.
Ore 5.55: Romney non si rassegna
Mitt Romney non è ancora pronto a concedere la vittoria. Lo riferisce la Cnn, citando un collaboratore del repubblicano, che ha spiegato che lo sfidante attende il risultato definitivo dell’Ohio. In effetti negli ultimi minuti in Ohio la situazione è diventata di sostanziale parità. Per contro, si è ribaltata a favore di Obama la situazione in Virginia, mentre in Florida il presidente è ancora in lieve vantaggio. Se Romney dovesse vincere in tutti e tre gli stati, la rielezione di Obama tornerebbe clamorosamente in dubbio. Ma questo al momento pare assai improbabile.
Ore 5.39: la consolazione di Romney
Il candidato repubblicano Mitt Romney, nonostante la sconfitta, ha conquistato più voti popolari del presidente americano Barack Obama. Secondo i calcoli preliminari della Cnn, Romney ha ottenuto il 51% del voto popolare a fronte del 48% di Obama. Una magra consolazione mentre i democratici festeggiano.
Ore 5.25: Obama su Twitter: altri quattro anni
Barack Obama ha postato una foto abbracciato alla moglie Michelle su Twitter, dove ha scritto: «Altri quattro anni» e ringraziato i suoi elettori: «Voi lo avete reso possibile. Grazie»: così Barack Obama su Twitter ha commentato la sua rielezione annunciata dalle tv statunitensi. La vittoria «ci appartiene, ecco come abbiamo fatto campagna ed ecco chi siamo», ha aggiunto.
Scene di esultanza al Comitato elettorale di Chicago, ma anche a New York. I democratici hanno scelto il west side di Manhattan per attendere l’esito delle elezioni presidenziali. Al quartier generale sulla 41esima Strada, a due passi da Times Square, la festa sembra essere già iniziata. Scoppia il finimondo quando sui maxi schermi compaiono le ultime proiezioni dei grandi elettori conquistati dal presidente in carica. Urlano «four more years», altri quattro anni, le stesse parole postate dal presidente.
Ore 5.20: Jeb Bush: la Florida è persa
L’ex governatore della Florida Jeb Bush (fratello dell’ex presidente George W.) ha fatto sapere allo staff di Romney che Obama ha vinto nel suo Stato.
Ore 5.15; consigliere di Romney fa i complimenti a Obama
E’ il primo ad ammettere la sconfitta. Avik Roy, un consigliere esterno di Mitt Romney per la sanità, si congratula con i democratici. In un tweet, riferisce il Washington Post online, ha scritto: «Congratulazioni ai miei amici democratici. I miei migliori auguri per la nuova amministrazione. Continueremo a fare una opposizione leale».
Ore 5.10: la West Coast fa trionfare Obama
Chiuse le urne sulla costa occidentale, gli exit poll appena sparati dalle emittenti americane danno Obama certo del successo, come da pronostico. Con la California che da sola porta 55 grandi elettori, ma anche Washington, Hawaii e Oregon, oltre che nello stato rurale dello Iowa. Il più è fatto, a meno che nei prossimi minuti non si ribaltino clamorosamente i risultati in Ohio e Florida, anche se nemmeno in quel caso Romney sarebbe certo di farcela.
Ore 4.55: Obama si dirige verso il comitato elettorale
Il presidente ha lasciato la sua casa di Chicago per recarsi al comitato elettorale dove lo attendono migliaia di persone. Negli ultimi minuti si è acuito il margine di incertezza in Florida, dove Romney è in lieve recupero, ma ancora sotto (50 a 49 con 35mila voti di distacco) e anche in Ohio la vittoria di Obama (parziale 50 a 48) non sembra più molto larga e manca ancora il 35 per cento da scrutinare. In Virginia, invece, il presidente si è avvicinato a Romney 49 a 50 e 24 mila voti di distacco). Come già detto, gli analisti ritengono che lo sfidante per vincere le elezioni debba aggiudicarsi tutti e tre questi stati.
Ore 4.45: Obama a un passo dalla rielezione
Il presidente americano Barack Obama è a un passo dalla rielezione alla Casa Bianca. Con 15 Stati già assegnati, Obama ha guadagnato 158 grandi elettori contro i 163 del candidato repubblicano Mitt Romney. Ma con gli Stati tradizionalmente attribuiti ai democratici (a cominciare dalla California), il presidente arriverebbe a quota 251. A questi vanno aggiunti quelli in bilico, ma che secondo i primi dati vedono Obama vincitore: l’Iowa e il Nevada. A questo punto Obama sarebbe a quota 263. Gli basterebbero soltanto 7 altri grandi elettori. C’è ancora incertezza nello Stato chiave della Florida (29 grandi elettori) che, quando è stato completato l’87% dello spoglio delle schede, vede Obama e Romney testa a testa. A Chicago c’è già voglia di festa per il presidente, mentre al quartier generale dei repubblicani a New York, al Westin Hotel, c’é un clima decisamente teso. Intanto secondo le previsioni della Cnn, i repubblicani manterranno il controllo della Camera al Congresso.
Ore 4.38: il clan Obama: è fatta. La Palin: catastrofe
L’ex candidata repubblicana alla vice presidenza Sarah Palin si è detta «delusa» e «perplessa» di come stanno andando i risultati, parlando ai microfoni della Fox News. La rielezione di Barack Obama alla Casa bianca, ha affermato, sarebbe «catastrofica» per l’economia. Sul fronte democratico si assapora la vittoria: «Possiamo facilmente vincere negli swing State». Lo afferma Robert Gibbs, consigliere del presidente americano Barack Obama, in un’intervista a Msnbc. «Domani sarà una buona giornata».
Ore 4.30: Obama in vantaggio in Florida e Nevada
Da scrutinare ancora il 13 per cento dei voti, la Florida presenta un vantaggio di 40 mila voti per Obama che ha il 50 per cento contro il 49 di Romney. Nel quartier generale di Boston si comincia a disperare in una rimonta che a questo punto sembra improbabile. Anche in Nevada e nello Iowa le proiezioni danno Obama come vincitore.
Ore 4.20: la situazione stato per stato: Obama verso la riconferma
Georgia (16 grandi elettori) 43.0 Obama 55.9 Romney (47% dei seggi scrutinati)
Indiana (11) 41.9 56.2 (67%)
Kentucky (8) 38.3 60.1 (92%)
South Carolina (9) 43.3 55.4 (50%)
Vermont (3) 67.2 31.1 (40%)
Virginia (13) 47.3 51.3 (68%)
North Carolina (15) 48.1 51.0 (70%)
Ohio (18) 52.0 46.5 (26%)
West Virginia (5) 36.7 61.0 (54%)  
Alabama (9) 43.5 55.7 (21%)
Connecticut (7) 57.2 41.5 (22%)
Delaware (3) 60.0 38.6 (79%)
District of Columbia (3) 94.1 4.8 (0%)
Florida (29) 49.8 49.4 (84%)
Illinois (20) 63.6 34.9 (46%)
Maine (4) 59.3 38.3 (7%)
Maryland (10) 68.4 30.3 (10%)
Massachusetts (11) 59.5 39.0 (36%)
Mississippi (6) 44.8 54.3 (24%)
Missouri (10) 39.9 58.2 (7%)
New Hampshire (4) 54.5 44.2 (22%)
New Jersey (14) 56.8 42.1 (22%)
Oklahoma (7) 30.7 69.3 (33%)
Pennsylvania (20) 59.5 39.3 (40%)
Rhode Island (4) 59.0 39.3 (65%)
Tennessee (11) 34.5 64.1 (48%) 
Arkansas (6) 41.6 56.4 (5%) 
Arizona (11) 0.0 0.0 (0%)
Colorado (9) 51.0 47.3 (10%)
Kansas (6) 43.0 55.4 (7%)
Louisiana (8) 35.1 63.5 (3%)
Michigan (16) 50.8 48.3 (10%)
Minnesota (10) 61.3 36.8 (3%)
Nebraska (4) 38.4 60.0 (7%)
New Mexico (5) 54.5 41.6 (16%)
New York (29) 51.6 46.5 (3%)
North Dakota (3) 34.1 63.8 (8%)
South Dakota (3) 38.6 59.1 (10%)
Texas (38) 41.2 57.7 (9%)
Wisconsin (10) 43.1 55.8 (5%)
Wyoming (3) 26.3 72.0 (0%)
Iowa (6) 0.0 0.0 (0%)
Montana (3) 0.0 0.0 (0%)
Nevada (6) 0.0 0.0 (0%)
Utah (6) 0.0 0.0 (0%)
California (55) 0.0 0.0 (0%)
Hawaii (4) 0.0 0.0 (0%)
Idaho (4) 0.0 0.0 (0%)
Oregon (7) 0.0 0.0 (0%)
Washington (12) 0.0 0.0 (0%)    
Alaska (3) 0.0 0.0 (0%)
Ore 4.11: Obama avanti nello Iowa
Un altro stato chiave va verso il presidente: i primi exit poll dello Iowa danno il presidente avanti di sei punti
Ore 4: sorpasso di Obama
Il presidente uscente compie il sorpasso virtuale secondo le proiezioni dei risultati e dei sondaggi attualmente a disposizione. Obama avrebbe 196 grandi elettori contro 177 (la quota è 270). Secondo alcuni analisti il presidente potrebbe restare alla Casa Bianca anche se dovesse perdere la Florida, dove in questo momento conduce per un pugno di voti, un margine tanto esiguo da far pronosticare un riconteggio comunque vada a finire. Decisivo potrebbe rivelarsi l’Ohio dove Obama a metà dello scrutinio ha il 51 per cento contro il 47. Malgrado questo il clan Romney non si dà per vinto: sul palco del grande convention center di Boston è apparso Ed Gillespie, uno dei più stretti consiglieri di Mitt, che si è detto «molto ottimista» sui risultati delle elezioni. «Questa sera faremo una grande festa. Ovviamente stiamo ancora contando i voti, ma - ha detto - siamo molto ottimisti», e le sue parole parole sono state accolte da un caldo applauso.
Ore 3.51: la Virginia torna in discussione
In Virginia, considerato uno degli Stati in bilico, quando lo spoglio delle schede è arrivato al 55%, si riduce il vantaggio di Mitt Romney con il 51% dei voti, contro il 48% di Barack Obama. Ancora in bilico resta la Florida dove, quando deve essere ancora scrutinato il 16 per cento dei voti, Obama ha il 50 per cento e Romney il 49: i due sono divisi da 19 mila voti.
Ore 3.44: Wisconsin verso Obama
Le prime proiezioni sullo stato del Wisconsin (dato tra quelli in bilico alla vigilia) sembrano delineare una vittoria piuttosto netta di Obama.
Ore 3.35: prudenza a Boston, Colorado a Obama
Anche se le proiezioni della Cnn danno Mitt Romney avanti con 152 grandi elettori contro i 123 di Barack Obama, al quartier generale del candidato repubblicano a Boston ancora sembra prevalere la prudenza. La grande sala dell’election night è ormai quasi piena, ma nessuno si lascia andare a trionfalismi. In molti continuano a consultare freneticamente i loro cellulari, per avere aggiornamenti, oppure tengono gli occhi fissi sui megaschermi ai lati del palco, dove vengono trasmesse le immagini in diretta della Cnn e della Fox News. Notizia negativa il vantaggio piuttosto netto di Obama in Colorado.
Ore 3.25: a Chicago si festeggia , Florida all’ultima scheda
Il comitato elettorale di Obama a Chicago festeggia con grida da stadio le notizie provenienti da Michigan e Ohio, dove il presidente è in vantaggio grazie probabilmente alle sue politiche a favore del salvataggio dell’industria dell’auto. Incredibile situazione in Florida dove ogni dieci minuti la situazione cambia. Dopo l’81 per cento dello scrutinio Obama è avanti di soli mille voti.
Ore 3.12: alla Camera maggioranza repubblicana
I repubblicani manterranno il controllo della Camera al Congresso. La previsione è della Cnn
Ore 3.11: la Florida torna in bilico
Mitt Romney spera ancora, malgrado il presidente uscente resti favorito a questo punto della lunga notte elettorale. Secondo gli analisti lo sfidante per essere sicuro di salire alla Casa Bianca dovrebbe vincere in Ohio, Florida e Virginia mentre Obama potrebbe perderne anche due. Al momento l’unico risultato certo è quello della Virginia, dove Romney è nettamente in vantaggio con il 54 per cento a 45 a quasi il 40 per cento delle schede scrutinate. In Ohio Obama è davanti, con il 55 a 44 dopo il 29 per cento dello scrutinio. In Florida la situazione è di parità 50 a 50 perché lo sfidante dopo quasi l’80 per cento dello scrutinio ha tremila voti assoluti di vantaggio su 6 milioni e 600 mila voti contati. Se Romney vincesse in Florida, Obama resterebbe leggermente favorito, ma occorrerebbe aspettare ancora per avere qualche certezza.
Ore 3.00: grida di gioia nel clan Obama
Scoppiano i primi ululati di gioia a Chicago, davanti agli exit pool della Cnn sui maxi schermi del McCormick Center. Dati che se confermati, darebbero la vittoria a Barack Obama. Le grida vengono dai volontari obamiani che stanno giungendo nel maxi-centro congressi della Windy City. Non c’è ancora il clima del trionfo. La partita è ancora lunga e si parla di exit poll, non di voti veri. Ma qui la gente comincia a crederci sul serio. Intanto in sala l’organizzazione sta trasmettendo musica soul, decisamente nera. E un sondaggio Ipsos rivela che Romney ha fatto breccia tra i bianchi dove ha battuto il presidente con uno scarto del 20 per cento tra gli uomini e del 10 tra le donne.
Ore 2.52: dallo staff di Obama: vinceremo grazie all’affluenza
«L’affluenza ci fa pensare che vinceremo. Ho fiducia». Lo afferma David Plouffe, il consigliere del presidente americano Barack Obama, in un’intervista a Msnbc, sottolineando di attendersi che il presidente non vinca con lo stesso margine di vantaggio del 2008 negli stati incerti.
Ore 2.45: Florida di nuovo a Obama
In Florida a quasi il 60 per cento delle schede scrutinate Obama torna in vantaggio con il 51 per cento dei voti contro il 48 di Romney, che è indietro di 110 mila voti. Potrebbe essere il momento decisivo dello spoglio, anche se il repubblicano si aggiudicherà quasi sicuramente la Virginia, dove Obama era favorito. Obama è ormai quasi certo di vincere in Ohio, Stato come ripetutamente spiegato, dove mai i repubblicani hanno perso quando si sono aggiudicati la Casa Bianca.
Ore 2.40: grandi elettori: Romney in vantaggio
In base ai primi exit poll, il presidente Barack Obama si è aggiudicato 10 stati e il candidato Mitt Romney 9 stati. Romney però ha più grandi elettori (ne servono 270) 82 contro 79
Ore 2.33: Piepoli: ha vinto Obama
«Ormai la vittoria di Barack Obama è certa». Lo ha detto Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo istituto di sondaggi, alla notte elettorale di Firenze promossa dal Robert F. Kennedy Center. «Sapevamo fin dall’inizio - ha spiegato Piepoli - che i voti decisivi sarebbero arrivati dagli Stati dell’est. Le prime rivelazioni mostrano inequivocabilmente la scelta dei cittadini americani». Obama è riuscito «a essere più forte dello scetticismo di una gran parte dell’elettorato bianco». Quella di Piepoli è una predizione perché al momento la situazione è ancora incerta, anche se il presidente uscente sembra potersi aggiudicare l’Ohio, Stato considerato decisivo.
Ore 2.25: Ohio e Florida dati contrastanti
In Ohio Barack Obama al 56% contro il 42% di Mitt Romney, con il 13% di schede scrutinate. Gli exit poll danno il presidente al 51 contro il 48 di Romney. Il repubblicano però spera ancora nella Florida, dove dopo il 57 per cento di schede scrutinate, è passato in vantaggio, sia pure di pochissime migliaia di voti
Ore 2.12: la Pennsylvania e altri 8 Stati a Obama
Il presidente uscente si sarebbe aggiudicato con 5 punti di vantaggio la Pennsylvania. In questo momento i favori del pronostico tornano a Obama, anche se i grandi elettori virtualmente già assegnati in alcuni Stati vedono in vantaggio Romney. Obama si sarebbe aggiudicato anche Stati in cui era favorito come Connecticut, Maryland, Massachusetts, Delaware, Rhode Island, Maine, Illinois e District of Columbia. Lo prevede la Cnn.
Ore 2.10: Florida, per Cnn vince Obama
Contrariamente ai primi exit poll, Obama sarebbe in vantaggio in Florida con un punto rispetto a Romney: 50 contro 49 per cento. Una tendenza confermata anche dallo spoglio in corso (vedi sotto).
Ore 2: la situazione stato per stato
Questa la situazione negli stati in cui è già stato eseguito uno spoglio significativo delle schede:
Florida (29 grandi elettori): 37% dello spoglio: Obama 51%, Romney 48
Indiana (11) 22% : Obama 44 Romney 54
Kentucky (8) 36%: Obama 40 Romney 58
North Carolina (15) 15%: Obama 52 Romney 47
Ore 1.57: South Carolina a Romney
Le proiezioni di Foxnews e altre emittenti ribaltano quella della Nbc: il vincitore sarebbe Romney, in uno Stato peraltro a tradizione repubblicana
Ore 1.50: grandi elettori 48-17 per Romney
Ore 1.45: South Carolina a Obama
Exit poll di Nbc: Obama si aggiudica il South Carolina, se il sondaggio fosse confermato per il presidente sarebbe un segnale molto importante trattandosi di uno Stato tradizionalmente conservatore
Ore 1.40: Ohio: Obama avanti
Per la Cnn Obama al 51 e Romney al 48 in Ohio, Stato chiave. Ma per gli exit poll di Foxnews la situazione è di perfetta parità.
Ore 1.30: voti sicuri: Grandi elettori: Romney 19, Obama 3
I seggi devono ancora chiudere in molti stati americani ma, in base ai primi exit poll, il presidente Barack Obama si è aggiudicato il Vermont, che vale 3 grandi elettori. Il candidato Mitt Romney si è aggiudicato l’Indiana e il Kentucky, con 19 grandi elettori. Per arrivare alla Casa Bianca sono necessari 270 grandi elettori.
Ore 1.25: spoglio Florida, Obama avanti
Dopo il 4 per cento di schede scrutinate in Florida, il presidente conduce su Romney con il 55 per cento dei voti, ma il campione non è ritenuto statisticamente valido. Per gli exit poll sarebbe invece in vantaggio il repubblicano
Ore 1.20: Obama non è sicuro
Due indizi di insicurezza del clan Obama. Barack ha detto che sta scrivendo due discorsi perché non c’è nulla di sicuro. La moglie Michelle invita su twitter tutti quelli che si trovano ancora in coda alle urne a non scoraggiarsi perché è loro diritto votare anche oltre l’orario di chiusura.
Ore 1.16: parità nazionale, Primo exit poll “nazionale”: Obama e Romney avrebbero entrambi il 49 per cento
Ore 1.15: Ohio a Obama per Foxnews, Obama sarebbe in vantaggio in Ohio secondo gli exit poll di Foxnews, risultato importante perché mai nessun repubblicano è salito alla Casa Bianca senza vincere in questo Stato. Confermati il pari in Virginia e la Florida a Romney
Ore 1.12: pari in Virginia, Stanno chiudendo i seggi in diversi Stati. In Virginia i primi exit poll danno i due candidati alla pari. Obama sarebbe al 48.1 e Romney al 47,8 uno scarto statisticamente insignificante.
Ore 1.10: a Obama il voto dei giovani, Sondaggio Ipsos: la maggioranza di chi votata per la prima volta ha scelto il presidente uscente.
Ore 1.05: confermati Indiana a Romney e New Hampshire a Obama, In base ai primissimi exit poll - ancor prima della chiusura formale dei seggi fissata all’una - secondo Fox News Mitt Romney è in netto vantaggio in Kentucky (69% contro il 29% per Obama) dove sono in palio 8 grandi elettori. Mitt Romney è in testa con il 65% dei voti in Indiana contro il 34% di Barack Obama con il 2% dei voti scrutinati nello Stato. Barack Obama invece è in vantaggio in New Hampshire, considerato uno degli Stati decisivi, con il 65,1% contro il 32,6% di Mitt Romney con lo 0,7% delle schede scrutinate. Lo riferisce il Washington Post.
Ore 1.02: voto deciso da più di un mese, Otto americani su dieci hanno deciso per chi votare prima di ottobre, ovvero prima del 3 ottobre, quando si è tenuto il primo dei tre dibattiti fra il presidente americano Barack Obama e il candidato Mitt Romney. È quanto emerge dagli exit poll preliminari.
Ore 0.52: alta affluenza, Al momento l’affluenza alle urne risulta piuttosto alta, al 62 per cento, un dato che secondo gli analisti potrebbe favorire il presidente uscente.
Ore 0.48: Romney scrive il discorso, Tweet del candidato repubblicano: sto scrivendo il discorso della vittoria.
Ore 0.35: Indiana a Romney, Primi exit poll di Fox news dall’Indiana: Romney avrebbe vinto, togliendo questo stato - tradizionalmente repubblicano - a Obama che l’aveva espugnato nel 2008
Ore 0.30: Drudgereport: Romney in vantaggio, Il sito conservatore Drudgereport aggiusta il tiro e ora i suoi exit poll preliminari danno Romney davanti in Nord Carolina e Florida mentre Obama condurrebbe in New Hampshire, Pennsylvania, Michigan e Nevada. In bilico Ohio, Virginia, Colorado e Iowa.
Ore 0.20: primi voti “veri”, Il candidato Mitt Romney in vantaggio in Kentucky, stato che i repubblicani davano per scontato. Quando è stato spogliato solo l’1% delle schede, Romney è avanti con il 69%, con il presidente americano Barack Obama con il 29%.
Ore 0.05: chiuse le prime urne, grande equilibrio, Mentre in alcuni Stati si chiudono le urne, il sito di gossip politico di orientamento decisamente conservatore Drudgereport sostiene che in base a exit poll preliminari il presidente americano Barack Obama avrebbe al momento 191 grandi elettori a fronte dei 190 del candidato Mitt Romney.
Ore 23.55 - exit poll: stati chiave divisi: Florida e North Carolina al repubblicano Mitt Romney. Sono gli exit poll preliminari di Drudgereport, secondo cui al presidente americano Barack Obama va invece l’Ohio, il New Hampshire, la Pennsylvania e Nevada. Sono dati comunque non ufficiali e da valutare con prudenza dal momento che il voto è ancora in corso. Secondo l’Associated press l’economia ha dettato la scelta del presidente americano. Secondo un exit poll preliminare dell’Associated Press, sei americani su 10 hanno detto che l’economia è la priorità . Per 4 americani su 10 l’economia si sta riprendendo mentre la maggioranza ritiene che stia peggiorando e sia in stagnazione.
Ore 23.45 - incubo riconteggio, troppi disagi per i votanti: Le operazioni di voto procedono, ma non senza problemi e l’incubo di una una nuova notte elettorale come quella del 2000, con il riconteggio delle schede in Florida, si abbatte sugli Stati Uniti. Gli occhi sono tutti sull’Ohio, dove si stanno registrando alcuni problemi con la rottura di molte macchine che consentono il voto: incidenti che si verificano nella roccaforti del presidente americano, Barack Obama, quali Toledo, dove si trova uno degli impianti Chrysler. I lavoratori delle case automobilistiche di Detroit oggi non lavorano: come previsto dal loro contratto nazionale dal 199, l’Election day è un giorno di vacanza per votare. Difficoltà anche in Pennsylvania, dove alcuni voti per Obama si sono tramutati in voti per il candidato Mitt Romney. Lunghe file si registrano in tutti gli stati, soprattutto in queste ultime ore con la chiusura degli uffici. A trascorrere 45 minuti in coda anche il sindaco di New York, Michael Bloomberg, che ha espresso il proprio appoggio a Obama nei giorni scorsi. rallentamenti e confusione nel voto in varie aree di New York e del New Jersey: l’uragano Sandy ha causato la chiusura di molti seggi, allungando le file in quelli disponibili e dove gli elettori sono stati dirottati. Alcuni, però, per la mancanza di elettricità e internet in casa non hanno modo di apprendere le chiusure e si sono trovati davanti a seggi sbarrati, con indicazioni per andare a votare altrove, anche a presso seggi distanti. Diversi, a Coney island (New York), sono stati scoraggiati e hanno alla fine deciso di non votare più. L’affluenza in New Jersey, secondo le prime indicazioni, è abbastanza sostenuta, anche se alcuni osservatori denunciano il caos in alcuni seggi: agli sfollati dell’uragano Sandy sono stati autorizzati a votare per fax o per email dopo che la tempesta della scorsa settimana ha reso inagibili alcuni seggi. Lo stato che ospita Atlantic City ha esteso i termini del voto via posta elettronica per chi ha perso la casa fino a venerdì dopo che alcuni uffici elettorali sono stati sommersi da una valanga di richieste.
Ore 23.30 - ultimi sondaggi, parità: Il sito Real clear politics propone i risultati dei rilevamenti eseguiti oggi da una serie di istituti di rilevazione (attenzione: non si tratta di exit polls, che dovrebbero pervenire successivamente). La situazione è di grande incertezza. Politico, Gwu e Battleground danno Obama e Romney alla pari; Rasmussen dà Romney in vantaggio di un punto; Per Ibd/Tipp (sondaggio di ieri sera) : Obama 50.3% | Romney 48.7%.
Ore 23.10 - fuoco amico su Romney: Fuoco incrociato tra repubblicani nelle ultime ore dell’Election Day: il governatore del New Jersey Chris Christie ha attaccato «gente che non capisce niente nell’entourage di Mitt Romney» dopo esser stato criticato per non aver partecipato a un raduno della campagna del Gop dopo l’uragano Sandy. Christie è stato bersaglio di attacchi repubblicani dopo aver elogiato la reazione dell’amministrazione Obama alla tempesta che una settimana fa ha devastato la costa del New Jersey. E adesso, dopo esser stato criticato per aver snobbato un appuntamento raccogli fondi per Romney, ha descritto i suoi detrattori come «sostenitori scontenti che non capiscono nulla» e non rispettano i doveri che un governatore ha nei confronti del suo stato. Christie era stato invitato un evento della campagna di Romney a Morrisville, Pennsylvania, appena venti minuti di auto dal suo ufficio. Il governatore aveva rifiutato provocando critiche di collaboratori di Romney uno dei quali aveva commentato: «Non ditemi che non ci poteva andare per una sera».
Ore 23: voto tra intoppi, code e lamentele: Il voto si sta svolgendo tra code, intoppi e lamentele varie in diversi Stati. I gruppi che effettuano controlli ai seggi segnalano problemi in Pennsylvania per le procedure di identificazione dei votanti. In una conferenza stampa la direttrice del Comitato di avvocati per i diritti civili Barbara Arnwine ha detto: «Lo Stato della Pennsylvania dovrebbe vergognarsi per come sono stati istruiti gli scrutinatori».
Ore 22.40, Bloomberg vota dopo la coda: Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, è stato in coda per 45 minuti per votare: Bloomberg ha espresso nei giorni scorsi il proprio appoggio per il presidente americano Barack Obama. A New York e in New Jersey continuano le lunghe file ai seggi: l’uragano Sandy ha ridotto i seggi per votare e in molte aree l’elettricità ancora non c’è, causando un ricollocamento degli elettori e confusione. A Coney Island ci sono cartelli che indicano scuole chiuse e lo spostamento dei seggi, alcuni anche a molti isolati di distanza, scoraggiando alcuni.
Ore 22.20: Romney: ce la giochiamo
«Queste elezioni si vincono o si perdono per poche centinaia di voti. Perché allora non dovrei andare in giro fino all’ultimo? Sono ottimista, non solo per i risultati delle elezioni ma anche per l’avvenire dell’America». Queste le ultime dichiarazioni di Mitt Romney.
Ore 22.15 - Obama: «Sono fiducioso. Credo che abbiamo i voti per vincere». Barack Obama a una manciata di ore dall’esito elettorale, ostenta ottimismo. Nella sua Chicago vive un’altra giornata molto intensa, in attesa del risultato di stasera, tra volontari, interviste tv e soprattutto la tradizionale partitella di basket tra amici, alla vigilia di ogni voto della sua vita. Una sorta di rito scaramantico a cui il freddo e razionale Barack non intende rinunciare per nulla al mondo. L’unica volta che l’ha fatto, durante le primarie del 2008, ha perso malamente contro Hillary Clinton. Di prima mattina, va a trovare i volontari di un piccolo comitato elettorale di Chicago, a due passi da casa sua, dove ha trascorso l’ultima notte della sua presidenza, con moglie e figlie. Con la voce ancora rauca, all’indomani dell’ennesimo massacrante tour elettorale, a sorpresa, si presenta alla sede di Organizing For America, ad Harper Ave, nei pressi di Hyde Park, dove decine di militanti stanno ancora facendo le ultime telefonate. E si unisce a loro, come ha fatto tante volte nelle ultime settimane. Accolto dagli applausi, fa capire che la campagna non è ancora finita. «Ok, grazie a tutti. Ora al lavoro... convinciamo ancora alcuni elettori!». Quindi dà il buon esempio, mettendosi a telefono. Stavolta chiama alcuni cittadini del Wisconsin. «Buongiorno Annie, sono Barack Obama. Obama chi? Il presidente...», risponde divertito a una signora che non l’aveva riconosciuto. Quindi, lancia un messaggio di pacificazione al suo avversario: «Voglio fare le congratulazioni al governatore Romney per l’animata campagna elettorale». Al termine di una sequela di interviste, la partitella di basket liberatoria, per smaltire un pò di stress e prepararsi al rush finale di stasera. Complice il freddo intenso, Barack e i suoi compagni si sono dati appuntamento in una mega palestra, la Attack Atletics, di proprietà di Tim Glover, ex allenatore di Michael Jordan e Kobe Bryant.
Ore 22.10: chez Romney: «Un grande giorno per un grande cambiamento». A Cleveland, nel decisivo Ohio, non ha dubbi sulla sua vittoria Mitt Romney, che lo dice rivolgendosi ai volontari di uno dei comitati, mentre le operazioni di voto sono ancora in corso. È iniziato a Belmont, un sobborgo di Boston dove ha la sua bella casa, il giorno più lungo di Mitt Romney: poco dopo le otto e mezza. Da lontano ha salutato con la mano, ampiamente ricambiato dai suoi sostenitori, è ha giusto scambiato qualche battuta con la stampa. Alla domanda per chi avesse votato, ha risposto: «Credo che lo sappiate». E ancora, che ne pensa della situazione in Ohio?, lo stato chiave che mai alcun candidato repubblicano è arrivato alla Casa Bianca senza vincerlo e che in un sondaggio ieri sera vedeva Obama avanti di quattro punti: «Mi sento alla grande, anche sull’Ohio». Ma certo l’Ohio deve essere ancora un cruccio per le sue speranze di vittoria. Proprio da li, da Columbus, ieri sera tardi ha lanciato un ultimo appello agli elettori indecisi dello Stato: «Io creerò quei posti di lavoro che il presidente Obama non è stato in grado di creare», ha detto ancora una volta. E non è stata l’ultima, perché dopo lo scambio con i giornalisti Romney ha infatti salutato la moglie ed è partito, per gli ultimi appuntamenti elettorali. È andato di nuovo proprio in Ohio, a Cleveland, dove ha incrociato anche il suo `numero due´ Paul Ryan. «Non posso immaginare che in una elezione che potrebbe esser vinta o persa, diciamo, per qualche centinaia di voti, si possa stare tranquillamente seduti», ha poi detto ad una radio locale. E infatti, oltre all’Ohio, in agenda aveva anche un passaggio a Pittsburgh, in Pennsylvania, prima di tornare in serata a Boston, dove nel corso della notte al suo quartier generale aspetterà i risultati del voto. E dove è già tutto pronto da giorni. Il palco con il podio, le bandiere americane, e la grande scritta «Credo nell’America». Un ritmo talmente inteso, che anche il suo rivale Barack Obama, che certo non si è risparmiato, gli ha fatto i complimenti: «Voglio fare le congratulazioni al governatore Romney - ha detto - per l’animata campagna elettorale».
LA SITUAZIONE FINO ALLE 22: Brutta tegola per Barack Obama, in Ohio. Nelle città di Toledo, Cleveland e Dayton, sulla carta roccaforti democratiche, si sono rotte molte macchine elettroniche che permettono il voto. Si tratta di scanner ottici che leggono e registrano ogni singola scheda elettorale. Lo denuncia un blog di uno dei tanti osservatori che controllano la regolarità delle procedure di voto, il Voting Rights Watch. Il presidente, però, non ha rinunciato al suo rito propiziatorio e gioca a basket. Anche due ex stelle dell’Nba, Scottie Pippen e Randy Brown, stanno giocando con Obama la partitella scaramantica che non manca mai nelle vigilie elettorali del presidente. Oltre a queste due stelle dei Bulls di Chicago, la squadra del cuore del Barack, in campo anche l’abituale compagno di basket, il lunghissimo Arne Duncan, attuale ministro dell’Istruzione e il massiccio Reggie Love, uno dei collaboratori più stretti di Barack, quasi una sorta di suo fratello minore, appena trentenne, nero, che l’anno scorso abbandonò la Casa Bianca per poter completare un master in Business Administration.
L’Ohio rischia di essere una nuova Florida, dove nel 2000 i voti sono stati riconteggiati: nel caso di problemi elettorali o di risultati serrati potrebbero volerci settimane, se non fino a dicembre, per capire chi tra Obama e Romney si è aggiudicato l’Ohio, uno degli stati decisivi nella corsa alla Casa Bianca. L’Ohio ha infatti una procedura per il riconteggio dei voti molto complessa - riporta il New York Times - e che quindi potrebbe costringere a settimane di ritardo nell’annunciare il vincitore, lasciando la porta aperta a decine di azioni legali.
Quello che rende l’Ohio diverso dagli altri stati è l’elevato numero di voti provvisori, ovvero quelli che non possono essere verificati nell’Election Day per diverse ragioni, da un nuovo indirizzo di residenza dell’elettore a una mancanza di appropriata identificazione. La legge federale prevede che gli elettori la cui eligibilità al voto non possa essere verificata al seggio debbano poter votare. In Ohio sono attesi 200.000 voti provvisori e il conteggio dei voti provvisori non inizia prima del 17 novembre: agli elettori vengono infatti concessi circa 10 giorni per presentare la documentazione necessaria a stabilire se il loro voto è valido o no.
In Colorado, Florida e Pennsylvania i voti vengono automaticamente ricontati se il margine di vittoria è pari o inferiore al mezzo punto percentuale. In Iowa, New Hampshire, North Carolina, Virginia e Wisconsin, i candidati possono richiedere un riconteggio dei voti per un costo limitato. la normativa della Florida prevede inoltre che il riconteggio dei voti si debba concludere nei 12 giorni successivi al voto.
L’Ohio è uno degli swing states, Stati in cui il voto è in bilico, ma l’attenzione di queste ore è rivolta anche alla Florida (per code e ritardi) e alla Virginia che - si dice - sarà la prima cartina di tornasole per capire la tendenza generale.
Nel video presunto broglio in Pensylvania: un elettore della Pennsylvania cerca più volte di selezionare il nome di Obama sul touchscreen della cabina: qualcuno riprende tutto e il video fa il giro della Rete. Anche se non ci sono conferme sulla sua autenticità:
Florida - Comincia male il voto in uno degli Stati più attesi, la Florida, già teatro nel 2000 di brogli elettorali. Così come accaduto per il voto anticipato, le file sono lunghe: a Miami nord gli elettori sono costretti a un’attesa di più di tre ore sotto il caldo per esprimere la loro preferenza. Il ricordo del 2000, quando la Florida tenne col fiato sospeso il mondo nella sfida tra George W. Bush e Al Gore, brucia ancora. Squadre di osservatori e legali democratici e repubblicani attendono fuori dai seggi: in un si è registrato uno scontro, con un osservatore democratico che ha accusato un avvocato repubblicano di intimidire gli elettori fuori dal seggio. L’avvocato lo ha invece accusato di essere troppo vicino all’entrata del seggio.
Obama: vincerò - E proprio la Florida è tra gli Stati di cui il presidente uscente è più preoccupato. In America, come è noto, la campagna elettorale non si ferma mai. E continua anche il giorno del voto. Barack Obama a Chicago, prima ha fatto una decina di telefonate a elettori indecisi. Quindi s’e’ chiuso in un albergo, il Fairmont Hotel, per fare ben dieci interviste a tv locali dei swing states, i famosi stati in bilico. In particolare, il presidente sta rispondendo alle domande di due reti tv dell’Iowa, una del Wisconsin, due dell’Ohio, due proprio della Florida, una di Washington Dc, una del Colorado e una del Nevada. Sempre a Chicago, Obama ha trovato il tempo di far visita ai volontari di un piccolo comitato elettorale: «Sono fiducioso: credo che abbiamo i voti per vincere», ha detto intrattenendosi con i volontari del comitato e congratulandosi con Romney «per l’animata campagna elettorale». Il presidente ha infine ringraziato gli americani «comunque vada».
I seggi sono oramai aperti in tutti gli States e l’affluenza - da New York a Miami - sembra sostenuta ovunque, tranne nelle zone colpite dall’uragano Sandy. Atlantic City, la mecca delle scommesse della costa orientale, si presenta spettrale: i casinò hanno riaperto ma, così come i seggi, sono deserti. Nella grande Mela, invece, si registrano lunghe file: da Brooklyn a Manhattan le code sono di diversi isolati, anche se ancora non siamo all’ora di punta del voto, che scatterà alle cinque del pomeriggio (le 23.00 italiane) con la chiusura degli uffici.
Al contrario della Florida, freddo pungente in Virginia: anche ad Arlington - a due passi dalla capitale federale Washington - si registrano lunghe code ai seggi.
Romney: per chi ho votato? - Il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney ha votato insieme alla moglie in mattinata a Boston. All’uscita dal seggio ha lanciato una battuta ai giornalisti: «Indovinate per chi ho votato?».
La sua campagna non si ferma, nonostante i seggi aperti: nelle prossime ore sarà in Pennsylvania e in Ohio. E anche lui come il rivale si alterna tra intervisti, incontri e telefonate frenetiche.

© Riproduzione riservata


martedì 6 novembre 2012

Elezioni Usa, in Florida è già caos mentre Obama dichiara: "Credo che ho voti per vincere!" Barack Obama comunque sembrerebbe in vantaggio! Tutti noi ci auguriamo che il Repubblicano "guerrafondaio" Mitt Romney perda le elezioni...

Si sono aperti in nove Stati i seggi per le elezioni del presidente degli Stati Uniti. Lunghe code in Florida e Virginia, i Paesi determinanti nella conta finale, mentre il Big Tuesday è arrivato: i seggi per l'appuntamento con le elezioni del presidente degli Stati Uniti si sono aperti. Gli ultimi sondaggi della vigilia davano un testa a testa tra il democratico Barack Obama, che tenta la sua seconda scalata alla Casa Bianca, e il suo sfidante, il repubblicano Mitt Romney. Intanto, secondo un sondaggio Post-ABC, Barack  Obama avrebbe 3 punti di vantaggio su Mitt Romney...

Des Moines, Iowa (USA) - Come tradizione la giornata più importante della politica americana parte dalla piccola capitale dell'Iowa, dove il Presidente Obama ha deciso di chiudere la sua campagna con un comizio finale davanti a 20mila persone. I primi seggi si sono aperti alle 18 (12 in Italia), un ultimo sondaggio del Washiongton Post- ABCNews segnala un vantaggio di tre punti in percentuale per il Presidente uscente, al 50%, sul rivale Repubblicano (47%) tra l'elettorato, questo naturalmenete ricordando che il voto popolare è poco influente nell'esito finale dell'elezione infatti, come accadde per la travagliata elezione del 2001, decisivo è il numero di delegati, 270, che i due sfidanti devono raggiungere per assicurarsi l'ala ovest della Casa Bianca. Il sondaggio del Washington Post sottolinea il recupero di Obama sul finire della campagna dopo la rimonta di Romney a seguito del primo dibattito tra i due, Obama resta favorito anche nelle possibilità di vittoria data al 55% contro il 35% dell'avversario. Nel frattempo in due piccole località del New Hampshire le votazioni e i conteggi si sono già svolti, a Dixville Notch l'esito elettorale è stato di perfetta parità tra i due candidati, mentre nella contea di Carrol a Hart's Location, Obama ha vinto con 23 voti contro i 9 di Romney, una vittoria che fà ben sperare il candidato democratico che già nel 2008 si era aggiudicato questo seggio, dando il via alla cavalcata che lo ha visto trionfare su John Mc Cain. Poco prima delle nove del mattino oggi ha votato anche Mitt Romney, accompagnato dalla moglie Ann al seggio di Belmont nelle vicinanze di Boston, il candidato repubblicano ha votato per poi avviarsi verso gli ultimi incontri elettorali, sempre oggi a Wilmington in Delaware ha votato anche il Vice Presidente Joe Biden insieme alla moglie Jill.
Barack Obama aveva invece già votato il 25 ottobre a Chicago approfittando della pratica dell'early voting, il voto anticipato che sta prendendo sempre più piede negli Stati Uniti, diventando così il primo presidente americano a non votare il giorno delle elezioni.
I seggi si sono già aperti in 9 Stati e lunghe code si stanno formando in varie città degli USA, i media hanno dedicato particolare attenzione sopratutto alle città negli "Swing State" considerati cruciali come la Florida e la Virginia. Due giorni fà, il sito Politico.com, molto seguito negli USA per quanto riguarda l'informazione politica ha rivisto al rialzo le quotazioni di Obama assegnandogli anche la Virginia portando il Presidente a quota 303 delegati contro i 235 di Romney.

Mario Grigoletti

Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it e http://www.voceditalia.it


 

 

sabato 27 ottobre 2012

L'omicidio di Melania Rea: Parolisi ebbe un complice, ma chi è?


IL MISTERO DELL'OMICIDIO DI MELANIA REA
Inizialmente si pensava che avesse agito da solo, il caporalmaggiore della Caserma Clementi sia nella fase dell'assassinio che in quella del vilipendio di cadavere. La Procura di Teramo, secondo quando si evince dall'ordinanza, di cui una parte è trapelata ai mass-media, ipotizza che Parolisi abbia potuto avere un complice, qualcuno da inviare a Ripe a "fare il lavoro sporco al posto suo". Secondo l'anatomopatologo, un individuo tornò il giorno dopo, per depistare le indagini ed infierire sul corpo della povera Melania. Parolisi ha inviato qualcuno la mattina del 20 aprile scorso, qualcuno di cui si fidava, un collega forse? Oppure ha realmente agito da solo, come testimonierebbe l'amico Raffaele Paciolla che lo vide uscire all'alba proprio il 20 aprile? Il nuovo giallo che potrebbe dirimere questi dubbi riguarda il telefonista anonimo che ha rinvenuto il corpo senza vita della Rea. Perché non si fa vivo? Perché non rivelare la sua identità senza timori, se estraneo totalmente ai fatti? Ciò potrebbe alimentare il sospetto che l'uomo c'entri qualcosa, se non con l'omicidio, almeno col vilipendio di cadavere. Che si tratti del misterioso complice che furbamente resta in incognito? Sia come sia la caccia all'uomo è partita, anche da parte dei difensori del Parolisi che vorrebbero ottenere informazioni a favore dell'indagato proprio da chi ha rinvenuto il cadavere nel bosco di Ripe.


Accadeva 90 anni fa, la Marcia su Roma dei Fascisti di Benito Mussolini con le Camicie Nere: 28 Ottobre 1922 - 28 Ottobre 2012


 28 OTTOBRE 1922 - LA MARCIA SU ROMA
 
A 90 anni dalla Marcia su Roma, alcune domande sono rimaste ancora senza una risposta. La narrazione è sotto forma di inchiesta, tornando su alcuni dei luoghi che sono stati testimoni della storia e incontrando persone che conservano ricordi, cimeli, testimonianze. Cercando documenti negli archivi di stato, mostrando immagini inedite provenienti da cineteche italiane e straniere. Non solo Marcia su Roma, l'inchiesta va oltre e affronta la lunga lista di attentati che Mussolini subisce negli anni successivi alla Marcia: pochi portati a segno, molti tentati, moltissimi prevenuti, altri ancora rimasti del tutto ignoti alla polizia. Zaniboni, Gibson, Lucetti, Schirru, Sbardellotto, Bovone...e molti altri: chi ha armato la mano degli attentatori? A impugnare pistola e ordigni sono tutti antifascisti o sono implicate frange estreme del fascismo intransigente? Si proverà a capire anche attraverso i nuovi documenti emersi dagli archivi. Eppure Mussolini non è morto per mano di attentatori: la sua morte avverrà oltre un ventennio dopo la marcia su Roma e dopo una guerra persa. Con un salto nel tempo, La Grande Storia prosegue l'inchiesta tentando di far luce anche sulle ultime ore del duce: sui documenti segreti che ha con sé fino agli ultimi momenti, forse l'introvabile carteggio con Churchill sull'oro giunto a Dongo. Una testimonianza inedita di un partigiano fa pensare che l'oro giunto a Dongo non sia solo i 100 kg di cui sempre si è raccontato, ma molto di più: oltre mezza tonnellata.


Tutti i diritti appartengono alla RAI e ai rispettivi detentori.
Fonte: da "La Grande Storia" Rai Tv

La storia di Amanda Todd: La sedicenne vittima del cyber-bullying. Con i sottotitoli in Italiano. Chi è Amanda Todd, la vittima di cyber-bullismo che Anonymous vorrebbe vendicare!

AMANDA TODD
 
La storia di Amanda Todd: La sedicenne vittima del cyber-bullying. Con i sottotitoli in Italiano.
Video Originale: http://www.youtube.com/watch?v=vOHXGNx-E7E&feature=channel&list=UL


Canzoni:
The A Team: E. Shereen
Icarus: Hopes Die Last
Einaudi: Ritornare
 
Amanda Todd era una ragazza adolescente Canadese: è morta a causa di una foto a seno nudo. Dopo anni di minacce sul web da parte di uno stalker, ha scelto il suicidio. E gli hacker di Anonymous, per vendicarla, hanno combinato un pasticcio!
 

Amanda Todd era una adolescente di 15 anni. Si è tolta la vita il 10 ottobre: il motivo delsuicidio è stato attribuito al "cyber bullismo", ovvero a ripetute vessazioni che la ragazza ha subito via internet.
Il 7 settembre di quest'anno, Amanda pubblicava su YouTube My Story: Struggling, bullying, suicide and self harm, il suo ultimo grido d'allarme: nel video raccontava la storia del sopruso subiva da anni. La storiaccia risaliva a qualche anno prima, quando frequentava le videochat in cerca di nuove amicizie; all'epoca aveva dodici anni; in un'occasione, raccontava Amanda, cedette alle moine di uno sconosciuto, che la convinse a mostrare un seno in cam. Un gioco da ragazzi, probabilmente privo di quella malizia che tante coetanee di Amanda mettono nei loro autoscatti pubblici o nelle sessioni in webcam con fidanzati e fidanzatini virtuali. Comunque, da quel momento in poi cominciò a ricattarla. O meglio: a tormentarla. Divenne, come si dice nel gergo della rete, un "roll", ovvero una presenza fastidiosa, che si muove unicamente per dare fastidio alla pax digitale. Qualche giorno dopo, la foto del topless di Amanda fu pubblicata in rete e - un anno più tardi - ritornò come icona di un profilo Facebook. Intanto l'equilibrio psicologico di Amanda precipitava: la quindicenne entrò in depressione e cambiò più volte scuola; tentò il suicidio una prima volta, ma fu salvata in tempo. Infine, il 10 ottobre scorso, è riuscita a togliersi la vita.
Negli anni la teenager ha chiesto aiuto, interpellato la polizia, si è affidata alla famiglia e agli amici, è ricorsa al supporto di specialisti. Ma alla fine, è caduta. Vittima di un roll che per anni si è divertito alle sue spalle rimanendo sconosciuto. Questo, fino a lunedì.
Perché a questo punto nella storia entra Anonymous.
Il gruppo hacker più famoso del mondo ha in qualche modo "adottato" il caso di Amanda Todd: una vittima della Rete che la Rete ha voluto vendicare a modo suo, ovvero rendendo pubblica l'identità del troll: come è d'uopo nell'epoca dell'iperconnessione, nella cache che è stata diffusa da Anonymous erano elencati i suoi profili social, gli account ad alcuni siti "perv" come Jailbait, più una serie di foto, trascrizioni di chat. Soprattutto, è stato pubblicato l'indirizzo del colpevole.
Sul web è partita la fatwa. Anonymous ha lanciato la guerra santa contro il roll che aveva fatto suicidare la ragazzina e un piccolo esercito di vendicatori da browser si è candidato al linciaggio del colpevole.
Unico problema: l'indirizzo era quello sbagliato. "This is not the correct person", ha postato Anonymous New Jersey sulla sua popolare pagina Facebook. Da lì in poi sono sorti i dubbi: forse la persona era quella giusta, ma l'indirizzo sbagliato; inoltre pare che il roll sia un ragazzo di 19 anni e non un uomo di 32, come inizialmente si era detto. In più, la polizia ha smentito l'identità del colpevole.
Insomma, i dubbi sono tanti. E in molti si chiedono - anche in seno ad Anonymous - perché il bullo non dovrebbe avere diritto a un regolare processo. D'altro lato, la campagna di doxing, la pubblicazione di dossier da parte di Anonymous, potrebbe forse dissuadere da casi del genere altri troll- o forse sarebbe il caso di chiamarli orchi. Ma lo scenario più inquietante è quello di un Terrore digitale, che stia alla rivoluzione digitale come gli anni della ghigliottina facile furono il postulato di sangue che seguì alle utopie della Rivoluzione Francese.
 
 
 
 


mercoledì 24 ottobre 2012

Signor Prefetto di Napoli, Andrea De Martino, aspettiamo subito le sue dimissioni: perchè lei non è un Signore qualunque, ma è il SERVO DI TUTTI GLI ITALIANI, TUTTI VOI COLLUSI TRADITORI CON LA CAMORRA E LA MAFIA, NON DOVETE FREGGIARVI DI TITOLI BLASONATI, VOI SIETE AL SERVIZIO DEL POPOLO ITALIANO, VOI SIETE SERVITORI DEL POPOLO ITALIANO E DELLO STATO...CHIEDETE SCUSA AL PRETE ANTI-CAMORRA...INFAMI! SIGNORA PREFETTA...LEI NON E' E NON DEVE ESSERE SEDUTA SU UNO SCRANNO PER ERERGERSI AL DI SOPRA DI TUTTI, LEI CARA SIGNORA DEVE LAVORARE AL SERVIZIO DEGLI ITALIANI E SE NON GLI PIACE IL SUO RUOLO SE NE VADA A CASA! SUBITO!!!

 
Don Maurizio Patriciello, aggredito verbalmente dal Prefetto di Napoli Andrea De Martino, dopo aver chiamato 'Signora' la sua collega Prefetto. E' successo a Caserta qualche giorno fa!
 
Questo è lo Stato Italiano, i Boss Mafiosi in libertà, i "poveri cristi" in galera; dopo anni di battaglie per difendere la salute e chiedere il rispetto dei suoi fedeli, don Maurizio Patriciello, prete anticamorra di Caivano, noto come il sacerdote anti-roghi tossici, mai avrebbe pensato di venire redarguito dalle istituzioni proprio per una mancanza di rispetto.
Eppure è quello che è accaduto il 18 ottobre scorso, quando il prete ospite in Prefettura a Napoli ha iniziato a parlare con i due prefetti, quello partenopeo, Andrea De Martino, e quello di Caserta, Carmela Pagano.
L'IRA DEL PREFETTO. Al sacerdote è bastato chiamare 'signora' la dottoressa Pagano e non 'prefetto' per scatenare l'ira di De Martino: «Lei chiamerebbe mai 'signore' un sindaco? Dov'è il rispetto per le istituzioni?», ha detto il funzionario redarguendo il reverendo.
«Ma non era mia intenzione offendere, se vuole posso anche andarmene», ha risposto don Patriciello, che aveva solo esordito dicendo: «Una mattina sono andato dalla signora, la signora è stata così gentile da ricevermi ...»
Quel 'signora' è stata una definizione inaccettabile per De Martino, che ha alzato la voce: «Può anche andarsene, ma prima cerchi di capire cosa sto dicendo. Chiamandola signora l'ha offesa e ha offeso anche me».
Il prete, che voleva solo parlare della difficile situazione dei roghi, è rimasto sempre più attonito mentre De Martino continuava la sua filippica sul galateo, non senza qualche scivolone di sintassi: «Se io la chiamerei 'signore' invece di reverendo, lei che direbbe?».
Il prete cercava di spiegare che la sua non voleva essere certo una mancanza di rispetto, ma De Martino è tornato a incalzarlo: «Ma quale signora, è un prefetto della Repubblica Italiana. Abbia più rispetto per le istituzioni».
SIGNORI SI NASCE. Un intervento che ha lasciato sbalordito lo stesso pubblico presente all'incontro. «Signori si nasce», ha esclamato una donna, che rivolgendosi direttamente a De Martino. «Lei è prima di tutto un cittadino», ha continuato, «abbiate voi piuttosto rispetto per i cittadini». Una richiesta che ha risuonato nella stanza della prefettura e grazie alla registrazione di un telefonino è girata subito in Rete.
A sostegno del prete si è costituito un gruppo su Facebook che chiede al prefetto De Martino di scusarsi pubblicamente. Un gruppo che conta già oltre 350 iscritti. Intanto gli aderenti al «Coordinamento Comitato Fuochi» annunciano iniziative clamorose per i prossimi giorni e si scagliano contro il ministro della Salute Renato Balduzzi che avrebbe sottovalutato la vicenda.

Saviano: «De Martino chieda scusa a don Patriciello o si dimetta!»

A difendere il sacerdote è anche Roberto Saviano: «Il prefetto di Napoli Andrea De Martino si scusi con don Maurizio Patriciello o bisognerà chiedere le sue dimissioni immediate», ha detto lo scrittore in una dichiarazione all'Ansa. «Da anni don Maurizio è presidio di legalità e umanità in terre difficilissime. Don Maurizio», conclude Saviano, «è lo Stato in quel territorio».
«Se questo 'incidente' è servito a far accendere ancora di più i riflettori sull'emergenza ambientale in provincia di Napoli per me non c'e alcun problema», ha commentato don Maurizio Patriciello. «Per prima cosa voglio chiarire una cosa: non era mia intenzione di mancare di rispetto al prefetto di Caserta chiamandola solo signora e non 'signor prefetto'. Non mi sarei mai permesso. Il mio intendimento non è certo quello di fare polemica ma solo di sollecitare la soluzione, continuandoci a confrontare, al problema dei rifiuti in fiamme e a quelli lasciati lungo le strade»
LA REPLICA DEL PREFETTO. De Martino continua però a difendere la sua reazione: «Don Patriciello conosceva il prefetto Carmela Pagano ed il suo ruolo perché era stato ricevuto in più occasioni presso la prefettura di Caserta. Pertanto, dopo averla chiamata per ben tre volte signora», spiega il prefetto in una nota, «ho ritenuto doveroso invitare don Patriciello a rivolgersi al responsabile della prefettura di Caserta utilizzando il titolo di prefetto, perché riconoscesse nel suo interlocutore, agli occhi tutti, il ruolo e le responsabilità che sono affidate al rappresentante di governo». 
 


sabato 20 ottobre 2012

Il video completo della ricostruzione dell'ultima ora di vita del Colonello Gheddafi, il filmato dalla cattura fino alla sua morte, linciato dalla folla e finito con un colpo di grazia sparato da un Agente Segreto dei Servizi Francesi sotto l'ordine diretto dell'allora Presidente Francese Nicolas Sarkozy! La ricostruzione video completa di quel 20 Ottobre 2011...di un anno fa! #Gheddafi - #Libia


La ricostruzione dell'ultima ora di vita del Colonello Gheddafi, il video dalla cattura fino alla sua morte, linciato dalla folla e finito con un colpo di grazia sparato da un Agente Segreto dei Servizi Francesi sotto l'ordine diretto dell'allora Presidente Francese Nicolas Sarkozy! La ricostruzione video completa di quel 20 Ottobre 2011...di un anno fa!

Un anno fa, il 20 Ottobre 2011, la morte del Leader Libico Gheddafi; HRW denuncia l'esecuzione sommaria eseguita senza processo ed ordinata dai Servizi Segreti Francesi che volevano sbarazzarsi di un ingombrante e scomodo testimone di oltre 40 anni di intrighi, durante la "Guerra Fredda" tra l'Est e l'Ovest del Mondo!

TRIPOLI (LIBIA) - Dubbi e incertezze sulla morte di Gheddafi. Quasi un anno dopo l’uccisione dell’ex rais, permangono indecisioni circa le esatte circostanze che circondano la morte di Muammar Gheddafi avvenuta a Sirte il 20 ottobre 2011.
Secondo il rapporto di 58 pagine di Human Rights Watch (UNHCR) intitolato Death of a Dictator, oltre all’ex rais le milizie di Misurata avrebbero preso d'assalto il convoglio di Gheddafi in fuga presso l'Hotel Mahari a Sirte, catturando e uccidendo almeno 66 parenti del dittatore.
Inoltre la relazione sostiene l'idea, già avanzata da varie ONG internazionali, che Gheddafi potrebbe essere stato freddamente ucciso dai thuwwars (rivoluzionari), e non colpito accidentalmente in uno scontro a fuoco, come sostengono le autorità libiche che hanno sempre rifiutato di indagare sulle circostanze della morte dell'ex leader libico.
La mattina del 20 ottobre 2011, Mutassim Gheddafi suggerì a suo padre e al suo entourage di fuggire dalla loro roccaforte di Sirte, assediata dai ribelli sostenuti dalla NATO. Muammar Gheddafi e i suoi uomini fuggirono in un convoglio armato di cinquanta veicoli. Ma nelle vicinanze dell’ hotel Mahari il convoglio venne attaccato dalle milizie di Misurata. Muammar Gheddafi e i superstiti si rifugiarono in nelle vicinanze, prima di tentare di scappare ma vennero intercettati e fermati.
"Quando Gheddafi fu catturato, le milizie lo colpirono con la pistola e con calci e quando venne messo in ambulanza per essere trasportato a Misurata, era già morto", è scritto nel rapporto delle testimonianze dei sopravvissuti presenti quel giorno.
Sono passati diversi mesi da quando HRW e altre ONG hanno denunciato gli abusi dei thuwwars. Tra le nuove prove, c’è un video di sette minuti, girato da un combattente ribelle in cui si vedono 29 uomini di Gheddafi, seduti contro un muro mentre vengono insultati, umiliati, e colpiti. Secondo il rapporto, le forze anti-Gheddafi hanno catturato circa 150 persone quel giorno, 70 furono trasferite nella prigione a Misurata, invece altri 66 sono stati trovati morti il ​​giorno dopo nei pressi del Mahari Hotel. 
Nonostante le accuse di esecuzioni sommarie delle organizzazioni internazionali, nessuna indagine è stata condotta fino ad oggi dalle autorità libiche. La famiglia Gheddafi aveva presentato una denuncia per crimini di guerra dinanzi alla Corte penale internazionale. L'Alto Commissario ONU per i diritti dell'uomo e numerose ONG (Amnesty International, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e Human Rights Watch) avevano anche richiesto un'indagine. Ma tali richieste sono rimaste inascoltate.
"Le autorità libiche non hanno mantenuto la promessa di indagare sulla morte di Gheddafi, 
né su quella di suo figlio", si legge nel rapporto di HRW. 


 
Libia, avvocato di Aisha Gheddafi: Processare responsabili di morte raìs! I responsabili dell'uccisione di Muammar Gheddafi dovrebbero essere portati davanti alla giustizia. Lo ha detto Nick Kaufman, l'avvocato israeliano della figlia dell'ex raìs, Aisha. Il legale, che nel passato ha rappresentato alcune figure controverse, è stato ingaggiato dalla donna l'anno scorso. Kaufman ha inoltre accusato le autorità libiche di non essere in grado di garantire un processo giusto al figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, arrestato un mese dopo la morte del padre il 20 ottobre del 2011. La Corte penale internazionale, che ha formulato nei confronti di Saif al-Islam accuse di crimini contro l'umanità, non ha ancora deciso dove l'uomo sarà processato.

Morto il giovane che scovò Gheddafi, rapito e torturato, è spirato a Parigi...

Era diventato celebre per aver riconosciuto il dittatore, nascosto in una conduttura nei pressi di Sirte. Inizialmente si credette che fosse stato proprio lui a sparargli a bruciapelo. Sequestrato lo scorso luglio, è rimasto nelle mani dei lealisti per 50 giorni. E adesso in Libia è caccia all'uomo!

MISURATA (LIBIA) - Omran Ben Shaban, il giovane che divenne famoso come colui che smascherò Muammar Gheddafi nel suo ultimo nascondiglio, il 20 ottobre del 2011, consegnandolo al suo tragico destino, ha pagato con la vita l'essere assurto a figura eroica e icona della vittoria della resistenza libica sulla dittatura del Colonnello. Shaban, 22 anni, è spirato lunedi a Parigi, dove si trovava per curare le gravi ferite infertegli dai fedelissimi del Colonnello, che nel luglio scorso lo avevano rapito e torturato.

FOTO Folla ai funerali di Shaban 1

VIDEO Il ragazzo che scoprì il Colonnello 2

FOTO La pistola d'oro di Gheddafi 3

Shaban era stato liberato la scorsa settimana, dopo 50 giorni di prigionia nella città di Bani Walid, grazie alla mediazione di Mohammed Magarief, presidente dell'Assemblea nazionale libica. Shaban era in condizioni critiche: durante il sequestro aveva provato a fuggire e i suoi rapitori gli avevano sparato allo stomaco e al collo. Secondo quanto riportato dalla stampa, aveva le gambe paralizzate per una ferita da proiettile vicino alla spina dorsale.

Ieri un aereo privato ha riportato il cadavere di Omran a Misurata, sua città natale e tra i luoghi simbolo della resistenza anti-Gheddafi. Nelle prime ore di questa mattina la sepoltura. Ai funerali, celebrati nello stadio cittadino, erano presenti oltre 10mila persone. Dopo il dolore, ora in Libia è caccia all'uomo per scovare i responsabili della sua morte.
L'Assemblea nazionale di Tripoli, riferisce l'agenzia di stampa ufficiale Lana, ha concesso ai ministeri della Difesa e dell'Interno dieci giorni di tempo per "arrestare i responsabili del sequestro e delle torture" subite dal 22enne. "Questo è un crimine che va punito. I responsabili vanno individuati e processati", si legge in una nota del presidente Mohammed al Magarief. L'Assemblea nazionale ha riconosciuto a Shaban il titolo di "martire".
Il mondo aveva conosciuto Omran Shaban il 20 ottobre dell'anno scorso, grazie alle immagini e ai filmati che lo ritraevano accanto a Gheddafi mentre il dittatore veniva tirato fuori da una grande conduttura definita 'la fogna del ratto', nei pressi di Sirte, città d'origine del dittatore. Ormai braccato nel suo disperato tentativo di fuga, Gheddafi si era infilato in quel buco sperando di sfuggire alla cattura. Ma era stato riconosciuto da Omran Shaban, che ne aveva segnalato la presenza ai miliziani. La grande caccia si era poi conclusa con l'uccisione sul posto di Gheddafi. Omran, portato in trionfo, era apparso in quelle foto e in quei video che ritraevano lo storico momento. Si era diffusa anche la notizia che fosse stato proprio lui, Shaban, a sparare 4 a bruciapelo puntando alla testa del dittatore.
Secondo il racconto dei familiari, Omran era stato rapito da uomini armati nei pressi di Bani Walid, dove era stato inviato dal governo per sedare degli scontri in corso nella Libia occidentale. Bani Walid, una delle roccaforti di Gheddafi, è stata l'ultima città a cedere ai ribelli. Dopo l'uccisione dell'ambasciatore americano 5 a Bengasi, lo scorso 11 settembre, la morte di Shaban è l'ulteriore prova dell'esistenza di sacche di resistenza e tensioni tra i nuovi leader libici, alimentata da bande armate e una forte rivalità con Misurata, distante circa 140 chilometri da Bani Walid. Sempre lo scorso luglio, combattenti da Misurata minacciarono di attaccare Bani Walid dopo il rapimento di due giornalisti, liberati con la mediazione delle autorità. 
 

 

 




20 OTTOBRE 2011 - 20 OTTOBRE 2012: Esattamente un anno fa, ricorrono i 365 giorni dalla fine orribile di Gheddafi, ucciso a Sirte da quello che poi si saprà essere un Agente Segreto Francese che ha eseguito gli ordini precisi dell'allora Presidente Francese Nicolas Sarkozy. L'urlo ai ribelli: «Non sparate!»

La «Bbc»: «Scovato da un combattente di vent'anni!» - Il cadavere a Misurata, sarà sepolto in un luogo segreto!

LIBIA (20 OTTOBRE 2011 - 20 OTTOBRE 2012) - Muammar Gheddafi, dittatore della Libia per 42 anni, è stato ucciso giovedì mattina nei dintorni di Sirte dai guerriglieri della rivoluzione. La notizia viene confermata dal primo ministro del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), Mahmoud Jibril. Che commenta: «Aspettavamo da tempo questo momento». E proclama: «È tempo di dare vita a una nuova Libia unita, un popolo e un futuro». Il cadavere di Gheddafi è stato portato a Misurata, dove sarà sepolto in un luogo segreto.
GLI ULTIMI ISTANTI DEL COLONNELLO - I dettagli sulla cattura e la morte di Gheddafi non sono chiarissimi. I video girati con i cellulari dagli stessi guerriglieri mostrano che il raìs è stato preso vivo e ucciso dopo pochi minuti. Il primo ministro Jibril riferisce che Gheddafi è stato colpito alla testa, durante una sparatoria avvenuta, dopo la cattura, tra i sostenitori del Colonnello e le forze del Cnt. Non c'è stata quindi, secondo la versione di Jibril, una esecuzione. Prima di cadere in mano ai ribelli, all'alba di giovedì, Gheddafi avrebbe tentato la fuga ma il suo convoglio sarebbe stato fermato dai bombardamenti dei caccia Nato. In serata sia gli Stati Uniti che la Francia, hanno rivendicato la paternità di quell'azione. Il ministro della Difesa di Parigi, Gerard Longuet, dice che i caccia che hanno «bloccato» il convoglio in fuga erano francesi. Mentre da Washington arriva una precisazione: c'era anche un drone americano.
LA PISTOLA D'ORO - Altri dettagli sugli istanti della cattura arrivano dal racconto di Mohammed al-Bibi, guerrigliero libico 20enne che alla Bbc dice di essere stato lui a scovare Gheddafi e di essersi impossessato della pistola d'oro che il Colonnello aveva con sé. Il giovane sostiene che Gheddafi era nascosto in una buca nel centro di Sirte e che lo ha supplicato: «Non sparare! Non sparare!».

LE IMMAGINI - A poche ore dalla notizia della morte di Gheddafi, una foto del volto insanguinato del leader è stata diffusa dall'agenzia France Presse, firmata da Philippe Desmazes. In seguito il canale inglese di Al Jazeera ha mandato in onda vari video della cattura e poi del cadavere di Gheddafi. Nella prima serie di immagini, Gheddafi appare malmenato da un gruppo di combattenti e sembra a un certo punto che provi a reagire; il volto è insanguinato, mentre viene spinto contro una macchina e colpito alla testa con una pistola. In una seconda serie di video, Gheddafi è già cadavere e viene trascinato dai ribelli lungo una strada. Si vede il corpo mezzo nudo, cui viene strappata la maglia. Il volto è coperto di sangue e ha un foro di proiettile su un lato della testa.
L'ultimo nascondiglio del rais L'ultimo nascondiglio del rais L'ultimo nascondiglio del rais L'ultimo nascondiglio del rais L'ultimo nascondiglio del rais L'ultimo nascondiglio del rais L'ultimo nascondiglio del rais
I FIGLI - Anche Mutassim, uno dei figli di Gheddafi, è stato ucciso a Sirte, mentre cercava di resistere agli uomini che lo avevano catturato. Sarà sepolto nello stesso luogo segreto di Gheddafi. Nella serata di giovedì, si rincorrono voci che anche Saif al-Islam, l'altro figlio del Colonnello, sia stato ucciso. Altre fonti dicono invece che è rimasto ferito mentre tentava di fuggire da Sirte ed è ricoverato in ospedale. Insieme con i familiari, capitolano anche i vertici del regime del raìs: viene ucciso il ministro della Difesa di Gheddafi Abubakr Yunes Jaber, arrestati il potente capo dei servizi segreti Abdallah Senoussi e il portavoce del Colonnello Moussa Ibraim.
LA FESTA - A Sirte i ribelli ballano in strada. Le scene di giubilo e di caroselli si ripetono anche a Tripoli e in altre città della Libia. Talmente grande è l'entusiasmo che, in serata, su tutto il Paese viene sospeso il traffico aereo: si temono i colpi di artiglieria sparati in aria in segno di festa.
IL CONFLITTO - La morte di Gheddafi arriva nelle stesse ore in cui crolla Sirte, l'ultimo fortino e la città natale del raìs. «Non ci sono più forze di Gheddafi in città» annuncia il colonnello Yunus Al Abdali su Al Jazeera. Un altro comandante delle forze del Cnt ha spiegato che l'attacco finale per conquistare la città, iniziato verso le otto del mattino, è durato una novantina di minuti. Nei giorni scorsi, i guerriglieri della Rivoluzione avevano espugnato anche l'altra roccaforte di Gheddafi, Bani Walid. Tanto che i vertici della nuova Libia, ma anche i leader internazionali - Obama in testa -, iniziano già a programmare la fase post-guerra

Redazione Online
20 ottobre 2011 23:05

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!