"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
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Come chiesto dai pm, Filippo Turetta è stato condannato all’ ergastolo per l’ omicidio , il sequestro e l’ occultamento del...
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김정일장군 선군승리의 50년에서 무궁번영할 천만년을 내다보며 조선은 동방에 힘있고 존엄있는 강국으로 서있다. 대륙에 억만자락을 뻗친 백두산과 같이, 솟는 힘 노도도 내밀어 세계에 앞서 나가리라는 애국가의 울림과도 같이 장엄하고 활력에 넘친 자랑...
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Kim Jong Il - Presidente della Corea del Nord 조선로동당 총비서이시며 조선민주주의인민공화국 국방위원회 위원장이신 우리 당과 우리 인민의 위대한 령도자 김정일동지께서는 현대화의 모범광산인 3월5일청년광산을 현지지도...
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LA BELLA NOTIZIA DELLA GIORNATA: ERGASTOLO A FILIPPO TURETTA, ASSASSINO DI GIULIA CECCHETTIN! Filippo Turetta condannato all'ergastolo, impassibile alla lettura della sentenza, esce dall'aula a testa bassaCome nelle precedenti udienze, l’imputato ha tenuto la testa bassa prima di lasciare l’aula scortato dalla polizia PENITENZIARIA! GIUSTIZIA È STATA FATTA...
Come chiesto dai pm, Filippo Turetta è stato condannato all’ ergastolo per l’ omicidio , il sequestro e l’ occultamento del...
lunedì 30 marzo 2009
PDL a Congresso: "Tutti insieme appassionatamente!" Il grande inganno del Cavaliere PIDUISTA e dei suoi svenduti SCUDIERI per CONSERVARE IL SISTEMA!!!
1° Congresso di fondazione del Pdl (27 marzo 2009)...
Berlusconi parla al primo congresso di fondazione del nuovo Partito Unico di Centro-Destra...il PDL...una simpatica rivisitazione con particolari e veritieri sottotitoli immaginari...
Fonte: http://www.youtube.com/user/Pis3Man
Assurda l'ultima controversia degli Stati Uniti d'America contro la Corea del Nord!!!
sabato 28 marzo 2009
BB9: Jennifer Clark in bikini...
Anche la versione inglese del Grande Fratello ha la sua Cristina Dal Basso: si chiama Jennifer Clark ed ha già conquistato il popolo del web con le sue curve mozzafiato.
Se in Italia infatti tutti i maschietti impazziscono per la giunonica Cristina, anche l’Inghilterra ha la sua super maggiorata al silicone. Durante il reality Jennifer aveva dichiarato con decisione di aver sempre rifiutato i servizi fotografici di nudo: ha ceduto però alle lusinghe del popolare Nuts Magazine ed ora si appresta anche ad esordire nella battaglia dei calendari per il 2009. Orgogliosa delle sue forme Jennifer ama scherzare sul suo dècolletè artificiale: ‘Le chiamo le gemelle, è poco sensuale ma molto divertente’. Per aggiungere un po’ di pepe al suo personaggio ha inoltre confessato: ‘Quando ero al college ho baciato una ragazza. Le ragazze sono bravissime a baciare: è una esperienza che consiglio a tutte".
Fonte: http://latavolarotonda.blog.kataweb.it
Grande Fratello rosso contro la polizia: "Intimidisci il repressore!" (Megadeth - Symphony of Destruction)
BOLOGNA, 28 MARZO 2009 - IL TITOLO è esplicito: ‘Caccia allo sbirro’. Ma gli anonimi blogger, per essere più chiari, specificano il contenuto: ‘Sito di denuncia dei servi della borghesia’. Parole e musica da anni di piombo, aggiornati alle possibilità del mondo contemporaneo: videofonini, fotocamere e Internet. Mezzi che nel 1972, quando venne assassinato, prima mediaticamente e poi fisicamente, il commissario Luigi Calabresi, ancora non esistevano.
Dallo scorso febbraio è in Rete un blog che invita a pubblicare le foto di poliziotti in borghese, a indicarne nomi, ruoli, zona di operatività e, possibilmente, indirizzi. I primi ad avere il poco gradito privilegio di comparire nella campagna d’intimidazione sono stati alcune decine di agenti e funzionari di polizia bolognesi, ritratti da un anonimo fotografo nel corso di una manifestazione che si è tenuta il 1° luglio 2008 in piazza Trento e Trieste, sede della Procura. Quel giorno si celebrava l’udienza preliminare di un’inchiesta per associazione sovversiva con finalità di terrorismo a carico di 12 attivisti dei Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo.
PER LA CRONACA, furono tutti prosciolti dal giudice. Il pm titolare dell’indagine era Paolo Giovagnoli, lo stesso del processo per l’omicidio di Marco Biagi e attuale Procuratore capo di Rimini, un magistrato definito «novello inquisitore» nella copiosa pubblicistica dell’estremismo rosso. All’esterno del palazzo della Procura venne organizzato dai Carc un presidio. Nell’occasione uno o più attivisti hanno scattato primi piani di tutti i dirigenti della Digos, del Reparto mobile e dei funzionari addetti al servizio di ordine pubblico. Immagini che tra il 21 e il 25 febbraio scorsi sono state inserite nel blog. Un’altra foto e un video sono stati aggiunti il 24 marzo: la prima proviene da Milano e risale al 10 gennaio, quando si tenne un’iniziativa per la Palestina; il secondo contiene le riprese degli incidenti del 28 febbraio a Bergamo, dove estremisti di sinistra manifestarono contro l’apertura di una sede di Forza Nuova. Sugli autori ed ‘editori’ del blog sono in corso gli accertamenti della Digos, in una singolare e affannosa rincorsa tra indagatori e indagati.
PER IL SEGRETARIO provinciale del sindacato di polizia Sap, Gianni Pollastri, si tratta di «un grave tentativo di intimidazione: significa ‘sappiamo chi siete e dove siete’». L’intenzione è resa ancora più chiara dalle didascalie. Sotto la foto di un poliziotto proveniente da Milano c’è scritto: «Dagli un nome, intimidisci il repressore!!!». Individuare gli autori può non essere semplice, chiudere il blog potrebbe essere impossibile: «Spesso questi siti sono radicati all’estero — spiega il questore Luigi Merolla — e in alcuni Paesi non è possibile riuscire a ottenere l’esecuzione delle ordinanze della magistratura». Nel frattempo, per far affluire nuovo materiale, è stato divulgato in Rete un appello proveniente dal (nuovo) Partito Comunista Italiano, organizzazione che ha la sua base in Francia. Nel messaggio si spiega come dare il proprio contributo: «Ogni lavoratore avanzato, ogni elemento avanzato delle masse popolari, ogni sincero democratico può impugnare quest’arma! Rendiamo la vita difficile a sbirri, infiltrati e provocatori!». Attenti, il ‘Grande Fratello rosso’ vi guarda.
di Enrico Barbetti
Fonte: http://www.italianews.it
mercoledì 25 marzo 2009
Congresso Alleanza Nazionale 21/22 Marzo 2009...
Finalmente Alleanza Nazionale è morta...uccisa e decapitata dal Boia Gianfranco Fini oramai ex-segretario Nazionale di un partito naufragato contro l'iceberg della Massoneria e del Capitalismo consociativo, dei poteri forti e dell'egoismo individualista dei suoi dirigenti e "colonnelli" dello stampo di Gasparri, Matteoli, Alemanno, La Russa...un disastro politico annunciato!!! Vergogna!!!
Sudafrica, altolà al Dalai Lama...finalmente qualcuno ha il coraggio di andare contro corrente...contro i guerrafondai Buddisti!!!
RINVIO - La conferenza stessa è stata rinviata per il boicottaggio degli altri premi Nobel per la pace che avrebbero dovuto partecipare, ma che avevano annunciato che non si sarebbero presentati per protestare contro la decisione del governo sudafricano. Lo ha annunciato il presidente del comitato organizzatore della conferenza Irvin Khoza, uno dei responsabili locali anche per i Mondiali di calcio del 2010.
PECHINO: «IL SUDAFRICA HA FATTO BENE» - La Cina ha elogiato la decisione di Pretoria di non aver concesso il visto al capo spirituale tibetano. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Qin Gang, ha affermato che sempre più Paesi cominciano finalmente a comprendere che il Dalai Lama usa la religione come pretesto per ottenere l’indipendenza del Tibet. «Noi ci opponiamo fermamente a tutte le attività secessioniste del Dalai Lama in qualsiasi veste e sotto qualsiasi nome», ha aggiunto il portavoce.
FINALMENTE E' STATA FATTA GIUSTIZIA: "Sud Africa impedisce ingresso a Dalai Lama!"
Il Dalai Lama doveva partecipare alla conferenza, fissata per il 27 marzo, insieme ai premi Nobel per la pace Desmond Tutu, Martti Ahtisaari e FW de Klerk, e allo stesso Comitato norvegese per il Nobel per la pace, ha scritto il Sunday Independent.
Il giornale dice che il visto è stato rifiutato in seguito alle pressioni esercitate dal governo cinese. Una decisione che avrebbe provocato la richiesta di spiegazioni da parte dell'Arcivescovo Tutu, che ha anche minacciato di non partecipare all'incontro.
Oggi l'ufficio di Tutu ha detto di non aver al momento altre dichiarazioni, in attesa di una risposta dalla presidenza sudafricana.
Il Dalai Lama è fuggito dal Tibet nel 1959 e ha istituito un governo tibetano in esilio in India, dopo il fallimento di un'insurrezione contro il dominio cinese.
L'anno scorso a Lhasa, capoluogo regionale del Tibet, è scoppiata una rivolta che ha fatto seguite alle proteste pacifiche inscenate per giorni dai monaci contro Pechino, con la morte di 19 persone e un'ondata di manifestazioni in tutte le zone abitate da tibetani. Secondo i gruppi tibetani in esilio la repressione cinese avrebbe fatto oltre 200 morti.
Il Sunday Independent dice che l'ambasciata della Cina in Sudafrica ha confermato che il governo di Pechino ha rivolto un appello ai sudafricani perché non consentano l'ingresso del Dalai Lama.
Il gruppo di sostegno "Amici del Tibet" ha detto in una nota che la rappresentanza diplomatica sudafricana in India ha chiesto al Dalai Lama di "rinviare" la visita.
Alla richiesta di un commento sulla notizia, il portavoce del ministero sudafricano degli Esteri Ronnie Mamoepa ha detto: "Il governo sudafricano non ha esteso al Dalai Lama alcun invito a venire in Sudafrica.
Il Dalai Lama è stato invitato a partecipare alla conferenza da Tutu, De Klerk e dall'ex presidente Nelson Mandela.
martedì 24 marzo 2009
GATEKEEPERS: Chi e che cosa sono i Guardiani del Sistema?
GATEKEEPERS: che e che cosa si intende per Guardiani del Sistema Potere? Politici, giornalisti, comici, economisti, scrittori, intellettuali etc, che applicando il gatekeeping, garantiscono in parte all' attuale SISTEMA e al gruppo del POTERE REALE, di sopravvivere omettendo importanti verità...
Fonte: http://www.youtube.com/user/AndrejBiondic
sabato 21 marzo 2009
GELOSIA E RIVALSA...
IL MARITO PENSA DI ESSERE TRADITO DALLA PROPRIA MOGLIE E ALLORA....ecco un video divertente per tutti coloro che vivono costantemente 24 ore su 24 con la paranoia di essere traditi dal proprio partner o dalla propria compagna!!!
LA PROSSIMA VOLTA USA IL PRESERVATIVO... (Pubblicità divertente!)
Uno spot molto divertente di una nota marca di Condom Americana...per tutti coloro che credono che l'uso del preservativo non sia utile ed efficace per prevenire gravidanze indesiderate!!!
mercoledì 18 marzo 2009
lunedì 16 marzo 2009
Il Dalai Lama è guerrafondaio: Strumentalizzato dagli Americani e dal Capitalismo Occidentale, fomenta la rivolta armata Tibetana contro Pechino!!!
Almeno la metà della popolazione della Germania riunificata oggi rimpiange il Muro di Berlino!!!
In un 2009 dominato in Germania da una serie di importanti ricorrenze come il ventennale della caduta del Muro, il sessantesimo anniversario della firma della nuova costituzione democratica che nel 1949 segnò la nascita della Repubblica federale tedesca e del settantesimo anniversario dell’inizio della Seconda guerra mondiale, sondaggi come questo indicano un Paese ancora diviso e insicuro.
Ma all’ancora difficile rielaborazione storica del passato si aggiungono i sentimenti d’incertezza e di aperta insoddisfazione nei confronti della gestione politica del presente. «Oltre il 60 per cento di tutti i tedeschi è deluso da come funziona il sistema politico», sostiene il direttore dell’istituto Forsa, Manfred Guellner. «Anche se il 90 per cento appoggia la democrazia parlamentare, molti criticano la corruzione e l’ingiustizia sociale nel Paese accusando la classe politica di non rispettare i bisogni e gli interessi dei cittadini».
Per la cancelliera Angela Merkel simili sondaggi dovrebbero far suonare i campanelli d’allarme. Nel 2009 in Germania si svolgeranno sei importanti elezioni, quattro a livello regionale, le europee a giugno e le elezioni federali di settembre dalle quali dipenderà la sua stessa permanenza alla Cancelleria. Fino ad ancora pochi mesi fa per i cristiano-democratici di Angela Merkel il gioco sembrava già fatto e la vittoria elettorale del tutto scontata. Il governo di Grande coalizione guidato dalla cancelliera “venuta dall’Est” era riuscito in tre anni a dimezzare il numero dei disoccupati, l’economia era in ottima salute e il deficit pubblico vicino all’azzeramento.
Poi però è arrivata la crisi finanziaria ed economica e Angela Merkel è stata accusata da molti di aver reagito con troppa trepidazione e con poche idee. Mentre Parigi e Londra annunciavano programmi pubblici miliardari la cancelliera a Berlino prendeva tempo, bloccava le iniziative europee lanciate da Sarkozy per un’azione congiunta, si opponeva a riduzioni affrettate delle tasse o a programmi congiunturali pubblici troppo massicci. «La Germania ha perso la sua leadership europea», critica l’ex ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer, mentre per il quotidiano parigino Le Monde la Merkel è diventata la «Madame Non» e un freno per l’Europa. Molto dipenderà dai prossimi mesi e da come la crisi coinvolgerà la locomotiva economica del Vecchio continente. L’alleato socialdemocratico è ancora paralizzato al suo interno dalle divisioni tra l’ala moderata e quella progressista e da un candidato alla cancelleria (il ministro degli esteri Steinmeier) molto pallido. E se la tempesta economica sarà più debole del previsto la strategia prudente della cancelliera alla fine potrebbe vincere e le paure di molti tedeschi potrebbero risultare infondate.A 70 anni dall’invasione della Polonia da parte delle truppe di Hitler e a vent’anni dalla caduta del Muro e all’avvio di una riunificazione tedesca temuta allora da molti per il possibile riaccendersi di orgogli nazionalistici, questa Germania oggi non fa certo più paura. È piuttosto un Paese che ha paura di se stesso.
sabato 14 marzo 2009
Il Comune è nella paralisi! Saltano i grandi progetti per il caos traffico! E manca un piano di sviluppo! Ma assunzioni e consulenze si moltiplicano!!
mercoledì 11 marzo 2009
Der Dalai Lama zur Weltlage...IL LATO OSCURO DEL DALAI LAMA!!!
Temo il Dalai Lama che in questi giorni, con le ultime affermazioni, stia pericolosamente caricando una “molla” che potrebbe portare solo dolori alla propria gente e ai cinesi, con parole sempre più da leader politico che da guida spirituale buddista.
Le accuse dirette di queste ore che cercano, da un lato di ricevere il plauso dell’occidente, dall’altra possono solo accendere una miccia che potrebbe far esplodere disordini, che poi porterebbero solo ad una prevedibile soluzione: la repressione da parte cinese.
Sembra però che il Dalai Lama abbia scelto questa strada, quello dello scontro verbale dalle conseguenze imprevedibili, quale metodo che obblighi poi ad un intervento esterno da parte dei governi occidentali.
Ovviamente, come del resto detto dal Ministro degli Esteri cinese nella sua conferenza stampa della scorsa settimana, il Dalai Lama rivendica un’autonomia (indipendenza) per qualcosa come un quarto dell’attuale Cina.
Un richiesta ovviamente inaccettabile per qualunque governo cinese, visto che l’autonomia di cui parla il Dalai Lama, si tradurrebbe pericolosamente in una successiva richiesta di Indipendenza.
Non potendo chiedere da subito l’Indipendenza, oggi il Dalai Lama chiede il “minimo”, sicuro poi di poter chiedere in seguito l’agognata indipendenza, con il placet dei paesi occidentali.
Un film che assomiglia troppo a qualcosa del passato ( guerra dei boxer) e “guerra fredda” che il Dalai Lama dovrebbe comprendere a fondo essere difficilmente percorribile, senza che ciò scateni una guerra globale (guerra mondiale).
Un’azione che risulta assai poco credibile anche sul piano dei “contenuti”, visto che si parla di sterminio di un popolo che di fatto, dati alla mano, sta aumentando di numero, in una Cina composta da ben 56 diversi popoli, di cui i tibetani ne rappresentano solo una parte.
Parlare poi oggi d’inferno, metafora non appartenente alla cultura cinese, ma ovviamente a quella Cattolica dei “veri” destinatari del recente messaggio, lascia ancora più sconcertati.
Un agire sempre più “oscuro” di un uomo che sta pericolosamente seminando “odio e zizzania”, a prescindere dalla realtà ormai decennale che ha cambiato la faccia del Tibet, modernizzandolo e facendolo crescere, da una situazione da medio evo come era prima, proprio ai tempi del Dalai Lama.
La posizione è ovviamente molto pericolosa ed appare del tutto fuori luogo in un’area, quella Asiatica, dove terrorismo e “vecchi” rancori (pensiamo alla Corea), rischiano di essere la causa per una guerra con tanto di ordigni nucleari, che rischia di trascinare veramente il mondo intero all’inferno.
L’invito è ora a non calcare troppo la mano, evitando di strumentalizzare troppo le date e le ricorrenze di marzo che potrebbero essere viste per qualcuno come il momento per iniziare un percorso violento ed armato, sotto la “mano benevola” del Leader della non violenza.
Una contraddizione di fondo dell’ambiguo messaggio del Dalai Lama, che per esempio non offre proposte ben più credibili, indicando per esempio in maniera più chiara quale autonomia realmente vuole, che comunque non potrebbe essere che quella di un Provincia della Cina, quale unico paese ed indivisibile.
Sorprende per esempio che non usi la strada alternativa di un percorso a ritroso già visto, stile Hong Kong, “due sistemi, un’unica nazione”, un approccio ben più percorribile, almeno per il fatto che ha dimostrato ai cinesi che non hanno nulla da temere da una simile soluzione, coerente e che garantisce per entrambi il meritato reciproco rispetto, evitando oltretutto qualsiasi ambiguità nella sua gestione.
Speriamo che si torni ad un dialogo, vero e costruttivo, ma soprattutto si lasci alla maggioranza dei Tibetani oggi “frastornati” da tanto clamore, il diritto di scegliere senza ricatti “morali” di un passato che è stato, quello che realmente sia meglio per il proprio futuro.
Fonte: http://yibuyibu.blogspot.com/
Die aktuelle Krise ist ein Zeichen dafür, dass in der heutigen Zeit viele, eigentlich selbstverständliche, Grundwerte verloren gegangen sind.
Global gesehen ist unser momentanes Wirtschaftssystem nichts anderes als ein von einer Minderheit geschaffener Mechanismus der Geld von arm nach reich Transportiert.
Dazu bezieht der Dalai Lama Hier Stellung und wie immer fühlen sich seine Worte richtig an. Er spricht über die aktuelle Weltlage und zeigt uns Ansätze zur Lösung dieser Probleme.
Vielleicht können wir ALLE die Welt verändern, wenn wir anfangen seine Worte zu integrieren und jeder einzelne damit Beginnt sein Leben bewusster zu gestalten.
Be part of the change!
www.dalailamafilm.de
Buddhism in America - His Holiness the Dalai Lama...il Dalai Lama mente in parte sul Tibet e lui lo sà!!!
His Holiness the Dalai Lama gave a press conference at the Chuang Yen Monastery in Carmel, New York. Many subjects were discussed, but this segment focuses on comments His Holiness made on the subject of "Buddism in America."
Figura imprescindibile del nostro tempo, leader politico e spirituale, massima autorità religiosa del Tibet, il Dalai Lama, è in questi giorni in Francia. Tenzin Gyatso, quattordicesima reincarnazione del Buddha, vive in esilio in India dal 1959, quando fuggi' dalla Cina. Premio Nobel per la pace nel 1989 per la resistenza non violenta al potere cinese, l'Oceano di Saggezza, questo il significato di Dalai Lama, ha risposto alle domande di euronews. La prima sulla chiave del suo successo.
P.S. Ecco una delle prove del complotto USA-Dalai Lama-Fondamentalismo Buddista Tibetano anti-Pechino per fomentare la guerra civile in Tibet!!! Guerra che sarebbe sanguinaria e che diverrebbe una vera e propria catastrofe umanitaria...una guerra che è da evitare a tutti i costi!!!
"La Russia nella NATO!" La provocazione del Dalai Lama...
Il Dalai Lama continua a viaggiare da un estremo all'altro della Terra continuando a provocare e fomentare il fondamentalismo Religioso, Etnico e Politico...fomenta un terrorismo strisciante che in realtà invece di sfociare in un sogno di PACe rischia di sfociare in un sogno di GUERRA!!! Una guerra sanguinaria auspicata e progettata in segreto a tavolino dall'America e dai paesi Occidentali-Capitalisti che sperano in un dissolvimento catastrofico della Repubblica Popolare Cinese e sperano in una guerra sanguinaria per la secessione del Tibet!!! Altro che Premio Nobel per la Pace...il Dalai Lama è una oscura figura pericolosa per l'intera pace planetaria e mondiale!!! E le sue parole non sono sacre e totalmente veritiere!!! Guardiamoci le spalle dal complotto capitalista-massonico organizzato e pianificato in sordina dagli Stati Uniti d'America in combutta con l'Unione Europea e l'ONU!!!
Documentario sul Dalai Lama...pericolo di un ritorno di fiamma del fondamentalismo Religioso in Tibet fomentato dall'Occidente
Tenzin Dorjee, il giovane leader dell'ala radicale del movimento tibetano, non ha dubbi: "Rispettiamo il nostro capo spirituale, ma l'unica cosa per cui valga la pena lottare è la piena sovranità del nostro paese. Ecco perché l'autonomia politica di Tengin Gyatso non ci basta più", dice a Panorama.it
Per i tibetani è il giorno della rabbia!!!
Fonte: http://www.wikio.it
P.S. L'America e l'Europa Occidentale spera e fomenta per la guerra di secessione in Tibet!!! Tutto ciò è grave e inamissibile...
The Dali Lama Interview...L'Occidente e la Cina facciano attenzione al fanatismo Religioso!!!
Tibet, Cina: "menzogne" dal Dalai Lama
Pechino replica al Dalai Lama,nel gior-
no del 50esimo anniversario della fal-
lita rivolta tibetana, di "diffondere
false voci" sul Tibet.
Il portavoce,Ma Zhaoxu,ha sostenuto che
la "cricca del Dalai Lama diffonde men-
zogne e confonde il bianco con il nero"
Il leader del Tibet, parlando dalla sua
residenza di Dharamsala, ha accusato la
Cina di aver ucciso "centinaia di mi-
gliaia di tibetani" nei 50 anni del suo
esilio in India e di aver provocato"in-
descrivibili sofferenze e distruzioni".
Fonte: http://www.televideo.rai.it
In nome del solito DIO: Le menzogne Americane e Occidentali sul Tibet , sul Dalai Lama e sulle guerre del Terzo Mondo!!!
Media commerciali e ufficiali propongono incessantemente la versione americana del tormento che il Tibet avrebbe subito dall’aggressore e sterminatore cinese. Personalmente ero affascinato anch’io dal buddismo tibetano e dalla santità del Dalai Lama. Ero pure addolorato per l’oppressione subita dai tibetani a causa dell’oppressione cinese. Bhè, come diciamo nel nostro motto, ho cambiato radicalmente idea per accordarla alla verità. Le mie conclusioni sono una profonda avversione per la “causa tibetana” (così come ce la propone Hollywood) e per il Dalai Lama.
Come di fronte ad ogni versione ufficiale, mi sono mosso alla ricerca di una verità alternativa. Non ero sicuro di trovarne una, ma volevo vedere se il “martirio” del Tibet è così univoco come gli americani vorrebbero far credere. Volevo vedere se i Cinesi possono essere considerati “aggressori” del Tibet come ripetono incessantemente i media legati a Washington e Londra. Questa ricerca è fatta in nome del solo principio che mi caratterizza: la ricerca della verità. E ho trovato delle cose sconcertanti…
Secoli di aggressioni, stermini, attentati, eccidi, guerre da parte degli occidentali al popolo cinese non fanno parte di questo articolo, ma vale la pena almeno accennarli per puntualizzare che nessun “occidentale” può parlare di aggressione cinese a chicchessia senza prima parlare di torture, umiliazioni, spoliazioni, stermini da parte degli occidentali ai danni dei “musi gialli”. Chiudiamo qui la parentesi su cui magari scriveremo un articolo dedicato.
L’imperialismo occidentale cerca incessantemente di promuovere la secessione del Tibet dalla Cina. Perfino una certa sinistra in buona fede si fa portavoce (assieme agli organi di informazione dell’Impero) di questa posizione per subalternità o mancanza di conoscenza. E veniamo ai fatti.
La sovranità cinese sul Tibet ha alle spalle secoli e secoli di storia. Il Tibet è territorio cinese dal tempo in cui in Europa non esistevano ancora gli Stati nazionali. I primi a mettere in discussione la sovranità cinese sul Tibet sono stati i fautori dell’imperialismo britannico. (1)(2)
Come si legge in un manuale di storia asiatica (uno qualunque), i tentativi di distruggere la sovranità cinese sul Tibet sono la conseguenza di una politica volta allo “smantellamento della Cina”. (3)
Non sono soltanto i comunisti cinesi a considerare il Tibet parte della Cina. Sun Yat-sen, primo presidente della Repubblica nata dal rovesciamento della dinastia Manciù, ne era convinto. Quando gli inglesi gli chiesero di partecipare attivamente alla Prima Guerra Mondiale per poter recuperare alla Cina i territori che la Germania le aveva strappato, lui rispose: “Voi vorreste strapparci anche il Tibet!”. (4)
Prima della guerra fredda Washington riconosceva che il Tibet era territori cinese. Ancora nel 1949 il Dipartimento di Stato Americano pubblicò un libro sulle relazioni USA-Cina con una mappa che mostrava tutta la Cina, Tibet incluso dunque. (5)
Tuttavia, con l’avanzare del Partito Comunista Cinese e quindi con l’avvicinarsi al potere di un chiaro Partito di massa antimperialista, Washington cominciò a manipolare la realtà. Gli inizi di questa manipolazione possono essere rintracciati in una lettera del 13 gennaio 1947 al Presidente americano Truman da parte di Gorge R. Merrel, incaricato d’affari USA a Nuova Dheli. La lettera riguardava la “inestimabile importanza strategica” del Tibet e recitava: “Il Tibet può pertanto essere considerato come un bastione contro l’espansione del comunismo in Asia o almeno come un’isola di conservatorismo in un mare di sconvolgimenti politici”. E aggiunse che “l’altopiano tibetano […] in epoca di guerra missilistica può rivelarsi il territorio più importante di tutta l’Asia”.
Questi particolari sono tratti da un autore americano per decenni funzionario della CIA. L’Autore evidenzia come il contenuto di questa lettera sia quasi combaciante con la visione imperialistica che aveva a suo tempo l’Inghilterra vittoriana impegnata nel “grande gioco” dell’espansione in Asia. (6)
Il separatismo tibetano diviene uno strumento dell’imperialismo americano o, meglio, per dirla come il funzionario della CIA, diviene uno strumento degli “interessi geopolitica USA” per costringere il nuovo governo comunista di Mao a disperdere le forze, ponendo quindi le condizioni per un “cambiamento di regime a Pechino”.
Per portare a compimento questi “interessi geopolitici USA”, vennero addestrati “guerriglieri” nel Colorado e poi paracadutati in Tibet e riforniti per via aerea di armi, munizioni, apparecchiature ricetrasmittenti, ecc. A tali guerriglieri la CIA aggiunge la “collaborazione dei banditi Khampa di vecchio stile”. (7)
In questo contesto si sviluppa la “rivolta tibetana” del 1959.
E’ ancora il funzionario della CIA, Knaus, a raccontare i fatti: la rivolta faceva seguito ad un tentativo fallito da parte dei servizi segreti americani di provocare disordini in Cina a partire dalle Filippine; come disse un esponente della CIA, lo scatenamento della rivolta aveva “poco a che fare con l’aiuto ai tibetani”, perché lo scopo era quello di mettere in difficoltà i “comunisti cinesi”. Era la stessa logica che i servizi segreti americani usavano in Indonesia per “aiutare i colonnelli ribelli indonesiani nel loro sforzo di rovesciare Sukarno”, reo di essere troppo tollerante verso i comunisti di quel paese. (8) Come è noto il colpo di Stato verrà portato a termine grazie alla CIA nel 1965, col massacro di centinaia di migliaia di comunisti o di elementi tolleranti verso i comunisti. Sarebbero state meno feroci le forze finanziate e addestrate dalla CIA in Tibet se avesse vinto il separatismo? (9)
Penso che sia interessante far sapere che fu un agente della CIA a organizzare la fuga del Dalai Lama dal Tibet: questo agente visse più tardi nel Laos “in una casa decorata con una corona di orecchie strappate dalle teste di comunisti morti”, come ci informa un docente americano su una rivista USA. (10)
Dopo il fallimento in territorio cinese della rivolta tibetana, i servizi segreti americani danno inizio ad una campagna mediatica in occidente.
Nonostante che il Dalai Lama fosse considerato allo stesso modo dei colonnelli macellai indonesiani, come il capo della rivolta reazionaria anticomunista filo-occidentale, ora viene santificato. Diventa il leader della non violenza. Lo stesso buddismo tibetano diventa una dottrina e una tecnica spirituale sublime. L’industria cinematografica americana si adopera per proporre incessantemente questo falso mito.
Ma la storia ha dei precedenti. Quando agli inizi del Novecento gli inglesi e la Russia si contendevano il Tibet, regione della Cina, correva voce che lo Zar in persona si fosse convertito al buddismo. (11)
Oggi, invece, sono la CIA e Hollywood ad essere convertiti al buddismo. Una conversione che ha del miracoloso se si pensa che l’Occidente ha sempre disprezzato il buddismo tibetano come sinonimo di dispotismo orientale, con la sua figura di Dio-Re. Basti ricordare il disprezzo dei padri della cultura occidentale come Rousseau, Herder e Hegel. Fino ai primi anni del 1900 i lama sono considerati una “incarnazione di tutti i vizi e di tutte le corruzioni, non già dei lama defunti”. (12)
Quando la Gran Bretagna si accinse poi alla conquista del Tibet lo fece in nome della civiltà contro “quest’ultima roccaforte dell’oscurantismo”, per civilizzare “questo piccolo popolo miserabile”. (13)
Oggi la propaganda americana cerca di rimuovere l’infamia della teocrazia tibetana. Come illustra lo stesso storico Morris, quello che era in carica agli inizi del ‘900 “era uno dei pochi Dalai Lama ad aver raggiunto la maggiore età, dato che la maggior parte di loro veniva eliminata durante la fanciullezza a seconda della convenienza del Consiglio di Reggenza”. (14)
Stando a quanto affermano Hollywood e la CIA, il buddismo tibetano è divenuto sinonimo di pace e tolleranza, oltre che di elevata spiritualità. Seguendo l’ideologia imperialistica anticomunista occidentale, “i tibetani sono dei superuomini e i cinesi dei subumani”. (15)
La teocrazia oscurantista tibetana è santificata dai media commerciali americani al servizio degli strateghi militari. La struttura castale si manifesta anche dopo la morte: il corpo di un aristocratico viene cremato o inumato, mentre i corpi della massa vengono dati in pasto agli avvoltoi. Poco tempo fa era l’“International Herald Tribune” che descriveva come durante i funerali di plebei fosse il sacerdote che staccava pezzo per pezzo la carne dalle ossa per facilitare il compito degli avvoltoi.
La descrizione era minuziosa e seguita da uno studioso che spiegava il tutto in chiave “ecologica”. (16) Lo studioso non chiariva però perché all’equilibrio ecologico doveva contribuire solo il corpo dei plebei.
Vorrei chiarire la mia posizione: io non condanno queste pratiche disumane perché potrei rimanere vittima della mia cultura italiana; dovrei essere un tibetano per condannarle; ad ognuno la sua cultura. Io condanno il fatto che gli occidentali imperialisti appoggino pratiche così disumane per noi, sostengano movimenti sanguinari come il buddismo tibetano e siano pronti ad inventarsi ogni peggiore frottola (molto meno disumana) su falsi crimini di Cuba, di Saddam, di Pechino e di tutti gli avversari, salvo santificare la reazione più assoluta.
La Rivoluzione Culturale maoista si era scagliata contro la pratica castale, discriminatrice e violenta. Nel Tibet precedente alla Rivoluzione la teocrazia riduceva in schiavitù o servaggio la stragrande maggioranza della popolazione. Come scrisse uno scrittore radicalmente anticomunista, le riforme realizzate dal 1951 hanno “abolito feudalesimo e servaggio”. (17) La Rivoluzione abolì anche la teocrazia incarnata nel Dio-Re che pretendeva e pretende ancor oggi di essere il Dalai Lama. Fu attuata la separazione tra potere religioso e potere civile.
La Rivoluzione ha significato per i tibetani l’accesso a diritti umani prima del tutto sconosciuti, un miglioramento del tenore di vita e un sensibile prolungamento della vita media. E ciò è malgrado i media universalmente riconosciuto da tutti gli esperti analisti della regione.
La Cina di oggi garantisce alla Regione Autonoma Tibetana libertà che non ha mai conosciuto in tutta la sua storia passata e recente. La regione tibetana, oltre ad avere il bilinguismo con prima lingua il tibetano, vede garantiti altri diritti nazionali quali la preferenza a favore dei tibetani e delle altre minoranze nazionali per quanto riguarda l’ammissione all’università, la carriera pubblica, ecc. (18)
Il santificato Dalai Lama viene insignito del Premio Nobel. Ma cosa chiede questo personaggio che si proclama Dio-Re? “Esige la creazione di un Grande Tibet, il quale includerebbe non solo il territorio che ha costituito il Tibet politico in età contemporanea, ma anche aree tibetane nella Cina occidentale, in larghissima parte perse dal Tibet già nel diciottesimo secolo”. (19) E poi esistono tibetani in Bhutan, Nepal, India. Tutti i loro territori dovrebbero far parte del Grande Tibet. Si tratta della pretesta di Hitler di riunificate nello lo stesso Stato tutti i territori che erano abitati da maggioranza tedesca. Il principio “nazionale” del Dalai Lama è quello di Hitler, con la sola differenza che del nazional-socialismo il Dalai Lama non ha neppure un briciolo di “socialismo”. E’ solo puro nazionalismo esasperato ai massimi livelli.
Ora, questa santità, Premio Nobel per la Pace, odia profondamente gli uomini che hanno la pelle gialla e parlano il cinese. Un odio viscerale, razzista, tanto che, quando l’India procedette al riarmo nucleare, trovò il suo più fiero sostenitore nel Premio Nobel, il Dalai Lama.
Ma, ci domandiamo, almeno il multimiliardario Dalai Lama rappresenta il popolo tibetano? Risposta: nemmeno per sogno! E’ perfino il “Libro Nero del Comunismo” a riconoscere che un’elementare analisi storica “distrugge il mito unanimista alimentato dai partigiani del Dalai Lama”. (20)
Alla liberazione pacifica del Tibet nel 1951, che portò alla caduta del regime teocratico, vi fu una resistenza accanita dei gruppi più reazionari e delle classi dei privilegiati, ma i comunisti poterono contare sull’appoggio della stragrande maggioranza della popolazione civile. Gli autori più anticomunisti e anticinesi del pianeta-Occidente si scagliano così contro la plebe tibetana, colpevole di “essersi collegata subito col regime comunista”; anche i monaci sono dei farabutti che “non esitano ad augurarsi che ‘presto sia liberato’ il Tibet” e che commettono il crimine di fraternizzare con i comunisti e l’esercito Popolare di Liberazione.
Per questi autori è inconcepibile come il Dalai Lama sia disprezzato non solo dalla maggior parte del popolo, ma anche da ampi settori religiosi tibetani. Ancora nel 1992, nel corso di un suo viaggio a Londra il Dalai Lama è oggetto di manifestazioni ostili da parte della più grande organizzazione buddista in Gran Bretagna, che lo accusa di essere un “dittatore spietato” e un “oppressore della libertà religiosa”. (21)
Oggi il Dalai Lama continua a sperare in una disintegrazione della Cina come è avvenuto nella tragedia che ha caratterizzato l’URSS. (22)
Michele – Risiko
NOTE:
Le informazioni di questo articolo sono ricavate da Domenico Losurdo, “La sinistra, la Cina e l’imperialismo”, ed. La città del Sole, Napoli.
La sua opera di informazione è indispensabile sull’argomento.
(1) Owen Lattimore, 1970, “La frontiera. Popoli e imperialismi alla frontiera tra Cina e Russia”, Einaudi, Torino.
(2) Jacques Fernet, 1978, “Il mondo cinese. Dalle prime civiltà alla Repubblica Popolare”, Einaudi, Torino.
(3) Jan Romein, 1969, “Il secolo dell’Asia. Imperialismo occidentale e rivoluzione asiatica nel secolo XX”, Einaudi, Torino.
(4) Sun Yat-sen, 1976, “L’imperialismo dei bianchi e l’imperialismo dei gialli”, in “I tre principi del popolo”, Einaudi, Torino.
(5) Herbert Aptheker, 1977, “America Foreign Policy and The Cold War” (1962), Krauss Reprint Millwood, N.Y.
(6) Jhon Kenneth Knaus, 1999, “Orphans of the Cold War. American and the Tibetan Struggle for Survival”, PublicAffairs, N.Y.
(7) Come sopra.
(8) Come sopra.
(9) Domenico Losurdo, 1999, “La sinistra, la Cina e l’imperialismo”, La città del Sole, Napoli.
(10) Daniel Wikler, 1999, “The Dalai Lama and the CIA”, in “The New York Review of Books”, 23 settembre.
(11) James Morris, 1992, “Pax Britannica”, The Folio Society, London.
(12) Donald S. Lopez Jr., 1998, “Prisoners of Shangri – La. Tibetan Buddhism and the West”, University of Chicago Press, Chicago and London.
(13) Vedi nota 11.
(14) Come sopra.
(15) Vedi nota 12.
(16) Seth Faison, 1999, “In Tibean ‘Sky Burials’, Vultures Dispose of the Dead”, in “International Herald Tribune, 6 luglio.
(17) Melvyn C. Goldstein, 1998, “The Dalai Lama’s Dilemma”, il “foreign Affairs”, gennaio-febbraio.
(18) Seth Faison, 1999, “for Tibetans in Sichuan, Life in the Shadow of Intollerance”, in “International Herald Tribune”, 1 settembre.
(19) Vedi nota 17.
(20) Courtois et al., 1998, « Il Libro Nero del Comunismo », Mondaori, Milano.
(21) Vedi nota 12.
(22) Vedi nota 17.
Fonte: http://www.resistenze.org
Le esagerazioni del Dalai Lama: "Fanatismo, esasperazione o complotto Occidentale per incendiare ed insanguinare il Tibet?"
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La Cina, dal canto suo, respinge le accuse, accusando a sua volta il Dalai Lama di non distinguere "il vero dal falso" e di "diffondere voci fasulle". "Le riforme democratiche nel Tibet sono le più importanti e profonde della sua storia", ha assicurato il portavoce del ministero degli affari esteri, Ma Zhaoxu, che ha sottolineato di non voler "rispondere alle menzogne del Dalai Lama". Tensione Pechino-Washington. Pechino si è rivolta anche agli Stati Uniti, chiedendo in modo pressante che il Congresso americano non voti una risoluzione del deputato democratico Rush Holt che sollecita "il riconoscimento della disperazione del popolo tibetano" e invita ad "uno sforzo multilaterale per trovare una soluzione duratura e pacifica alla questione del Tibet". Tale risoluzione, ha assicurato Zhaoxu, "va contro la storia e la realtà del Tibet". Per prevenire ogni forma di protesta in occasione del 50esimo anniversario della rivolta e in ricordo delle numerose vittime del marzo 2008 (21 morti secondo Pechino, 203 secondo i tibetani) la Cina ha dispiegato migliaia di uomini delle forze di sicurezza sull'altopiano tibetano e ai suoi confini, per impedire l'accesso di stranieri. Manifestazioni in tutto il mondo. Intanto, in diverse parti del mondo ci sono state manifestazioni di solidarietà per il Tibet. Circa 300 persone hanno sfilato oggi davanti all'ambasciata cinese nella capitale australiana Canberra, dopo un corteo iniziato dal parlamento federale. Molti sventolavano bandiere dell'indipendenza tibetana o indossavano maschere con la scritta 'Pace in Tibet', e anche alcuni parlamentari si sono uniti alla protesta, fra cui il laburista Michael Danby, che presiede il gruppo parlamentare multipartitico per il Tibet. Quattro persone sono state arrestate quando un gruppo di manifestanti ha sfondato il recinto che limitava l'area designata per la protesta, ma sono state poi rilasciate senza imputazioni. Anche a Katmandù, in Nepal, centinaia di esuli tibetani hanno manifestato portando striscioni su cui si legge: "Liberate il Tibet", "Fermate gli omicidi in Tibet" e "Lunga vita al Dalai Lama".
Le menzogne del Dalai Lama: "Fanatismo Religioso ed estremismo politico fomentati dall'Occidente corrotto? Chi vuole fomentare la rivolta armata?"
venerdì 6 marzo 2009
The case against Tariq Aziz - 29 Apr 2008...
Al Jazeera's Owen Fay reports on the families of 42 businessmen at the heart of the trial against Tariq Aziz. The former Deputy Prime Minister will also face the death penalty if convicted on charges related to the execution of 42 businessmen in 1992.
Saddam Trial May 24 2006 Tariq Aziz (ARABIC)
Bagdad - È stato assolto stamani dal Tribunale speciale iracheno (Tsi) l’ex vice primo ministro Tareq Aziz, accusato assieme ad altri sette gerarchi del deposto regime, di aver favorito l’esecuzione di 42 commercianti e uomini d’affari nel 1992 a Baghdad. Lo riferisce la tv di Stato irachena con una scritta in sovrimpressione. Nello stesso processo, la corte ha emesso quattro condanne a morte per altrettanti ex gerarchi del regime di Saddam Hussein tra i quali, Alì Hassan al Majid, meglio conosciuto come "Alì il chimico". Secondo l’agenzia irachena, "la Corte ha predisposto la liberazione di Tareq Aziz". Nel 2003, all’indomani della caduta di Bagdad, Aziz si era consegnato "spontaneamente" alle forze Usa che lo hanno tenuto nel carcere Usa all’aeroporto internazionale di Bagdad.
Le condanne Sono stati assolti, oltre a Tareq Aziz, tre importanti dirigenti baatisti: Ugla Abd Saqer, Ibrahim Saheb e Sayf al Din al Mashhadani. Gli imputati sono accusati di esser responsabili dell’uccisione nel 1999 di sciiti durante le proteste popolari scoppiate nelle regioni meridionali del Paese in seguito all’uccisione dell’allora autorità religiosa sciita Muhammad Sadeq al Sadr.
Terza condanna a morte per "Alì il chimico" Nello stesso processo ha ricevuto la sua terza condanna a morte Alì Hassan al Majid, noto come "Alì il Chimico". Dal 26 gennaio, Aziz è imputato anche in un altro processo assieme ad altri 15 ex dirigenti del deposto regime, tra cui due fratellastri di Saddam Hussein e lo stesso al Majid, con l’accusa di essere responsabili dell’uccisione e deportazione di curdi sciiti iracheni all’inizio degli anni ’80.
Tareq Aziz assolto dal Tribunale Speciale in Iraq...
L'ex numero due di Saddam Hussein, Tareq Aziz, e' stato assolto dal Tribunale speciale iracheno (Tsi) nel processo per l'esecuzione di 42 commercianti e uomini d'affari nel 1992 a Baghdad. Lo riporta "Peacereporter" citando la tv di Stato irachena. Aziz era accusato assieme ad altri sette gerarchi del deposto regime, di aver favorito la strage. Detenuto dal 2003, Aziz ha subito un progressivo deteriorarsi delle sue condizioni di salute. Per questo la sua famiglia e la sua difesa avevano chiesto il rilascio, ma la Corte non ha mai accettato. Restano per lui in atto altre inchieste rispetto ai crimini commessi dal regime di Saddam. Aziz era stato per anni al centro della vita politica irachena, in patria e all'estero. In quanto cristiano, si era spesso recato in visita in Italia, l'ultima volta nel 2003, per tentare attraverso il Vaticano una mediazione che impedisse l'invasione dell'Iraq.
Raul Castro: chi è il nuovo Capo di Stato Cubano, fratello del Leader Maximo Fidel Castro e Rivoluzionario insieme al Che...
Figlio di galiziani immigrati a Cuba, è il fratello di Fidel Castro, è stato artefice, insieme a questi, a Ernesto "Che" Guevara e ad altri personaggi come Camilo Cienfuegos, della rivoluzione cubana e della politica interna del nuovo regime.
Da giovane partecipò a numerose manifestazioni studentesche di protesta contro il dittatore Fulgencio Batista, il cui colpo di stato aveva tra l'altro impedito al fratello Fidel di candidarsi alle elezioni del 1952. Dopo che la loro denuncia contro Batista non era stata presa in considerazione, i due fratelli organizzarono un assalto armato alla caserma Moncada a Santiago di Cuba nella Provincia di Oriente, il 26 luglio 1953. La mossa ebbe risultati negativi: molti rivoltosi morirono e altri, come lui stesso, furono condannati a vari anni di carcere.
Il 2 dicembre del 1956, dopo aver goduto di un'amnistia, Raùl Castro dall'esilio volontario in Messico partì alla volta di Cuba su una piccola imbarcazione, il Granma, insieme al fratello Fidel e ad altri rivoluzionari per dare inizio alla lotta di liberazione.Il Movimento del 26 di luglio , dopo un'abile guerriglia condotta soprattutto nella Sierra Maestra, scacciò Batista da Cuba e pose Fidel Castro a capo del governo (1 gennaio 1959).
Di ideologia comunista (pare che aderì al marxismo contemporaneamente a Che Guevara e quindi prima rispetto al fratello), Raúl Castro venne nominato Ministro delle Forze Armate Rivoluzionarie immediatamente dopo la rivoluzione; nel 1965 aggiunse a questa carica anche quella di secondo segretario del comitato centrale del Partito Comunista Cubano, e nel 1976 primo vice-presidente del Consiglio di Stato, diventando in tal modo il numero due del governo dell'isola caraibica (dopo, ovviamente, il lìder maximo).
Già considerato delfino del fratello (L'articolo 94 della Costituzione Cubana del 1976 infatti afferma che: "In caso di assenza, malattia o morte del Presidente del Consiglio di Stato, il suo incarico sarà preso dal primo vice-presidente"), il 31 luglio 2006 Fidel Castro, a causa di un problema all'intestino, gli ha ceduto temporaneamente i poteri; poteri che poi ha acquisito in maniera definitiva e ufficiale il 24 febbraio 2008[1], dopo la rinuncia del fratello Fidel alla presidenza. I suoi detrattori sostengono che egli, avendo vissuto all'ombra del fratello, non abbia le capacità di prendere in mano le redini del paese (ed altri critici interni affermano che all'interno del PCC ci siano giovani leader più capaci di lui); secondo i suoi sostenitori invece egli è l'unico uomo che può far continuare in sicurezza la tradizione castrista dell'isola.
Dal 31 luglio 2006 al 24 febbraio 2008 ha posto in essere modeste riforme all'interno dello stato cubano.
Il 26 luglio 2007, in occasione dei festeggiamenti per l'assalto al Cuartel Moncada, ha onestamente riconosciuto che i salari sono bassi ed è necessario introdurre riforme di struttura per migliorare la vita della gente, chiedendo alla popolazione di parlare dei problemi e delle soluzioni in appositi incontri pubblici.
Dopo il passaggio oltremodo distruttivo tra la fine di agosto e l'inizio di settembre 2008 di due uragani, Gustav e Ike, che hanno provocato danni per 10 miliardi di dollari, molti lo hanno criticato perché non è stato presente in televisione e sui luoghi colpiti. In verità in quei giorni tutte le personalità più in vista del partito sono state presenti sui luoghi molteplici del disastro. Ciò perché per il Presidente cubano conta che non un uomo, ma il partito, che incarna lo Stato, sia presente nei momenti difficili.
Nel mese di ottobre 2008 in una intervista all'attore americano Sean Penn ha dichiarato che Cuba è disposta da pari a dialogare col nuovo Presidente americano Barack Obama in un luogo neutrale, dunque anche nella base navale americana di Guantanamo, in territorio cubano.
Il 14 dicembre 2008 ha effettuato la prima visita all'estero, da quando è Capo di Stato, in Venezuela, dove è stato accolto con tutti gli onori dal Presidente Chavez.
Alcuni giorni dopo, il 16 dello stesso mese, si è recato in Brasile per la Cumbre del Gruppo di Rio, nel quale Cuba è stata ammessa, dove in modo molto chiaro ha affermato che il suo paese non è disposto a fare nessun gesto unilaterale nei confronti degli Stati Uniti, per la eliminazione del bloqueo, che dura dal 1962, e che il governo cubano è disposto a liberare i dissidenti a patto che gli Stati Uniti liberino i cinque eroi cubani, accusati di spionaggio.
Il 2 marzo 2009 la televisione cubana ha annunciato su decisione del Consiglio di Stato una profonda ristrutturazione nell'ambito del governo, dal quale vengono allontanati ben 11 ministri, tra cui quello degli esteri Perez Roque e il segretario del governo Carlos Lague, fedelissimi di Fidel Castro,poi dimessisi con una lettera inviata a Raul Castro da tutti gli incarichi parlamentari e di partito, ed accorpati 4 ministeri in due.
Se sulla stampa internazionale, prima di questa decisione, si pensava che Raul subisse l'influenza del fratello, dopo questa ristrutturazione governativa si è concordi sul fatto che a comandare sia il Presidente del Consiglio di Stato.
Nel periodo precedente il 24 febbraio 2008 ha ottenuto l'aumento dei prezzi prefissati degli alimenti che i contadini vendono allo Stato, il pagamento dei debiti di questo nei loro confronti, il regolamento sulle indiscipline nell'ambito del lavoro, il diritto di introdurre dall'estero i dvd, pagando alla dogana il valore in cuc, la firma dei trattati internazionali sui diritti umani.
Nominato Capo del Consiglio di Stato il 24 febbraio 2008, ha permesso di acquistare dal 1°aprile 2008 computer (ma senza accesso a Internet), ventilatori ed altri utensili tecnologici che prima di quella data erano vietati loro, dal 14 aprile di poter comprare un telefonino e registrarne il contratto.
Queste libertà, però, si pagano in cuc, la seconda moneta, entrata in circolazione nell'isola nel 1994, che ha sostituito la divisa americana alla fine del 2004;1 cuc vale 25 pesos.
Si è semplificato, inoltre, il regolamento per il trasferimento in proprietà ai singoli o alle famiglie, dopo 20 anni di affitto, delle case dello Stato.
Dal settembre 2008, immediatamente dopo il passaggio degli uragani distruttivi, la polizia, su direttiva del governo, ha iniziato una dura lotta contro il mercato nero, originato dai furti a danno dello stato.
Si sono avute aperture anche sul fronte dei diritti umani e dei civili, il vero problema che separa Cuba dalla comunità internazionale, nonché sulla libertà di circolazione.
Si è permesso dal 31 marzo ai cubani di frequentare gli hotels di lusso per turisti, autorizzate le operazioni chirurgiche gratuite del cambio del sesso nelle strutture pubbliche ai transessuali, introdotto la moratoria alla pena di morte.
Durante il primo periodo di governo di Raul 31 luglio 2006-31 luglio 2008 i prigionieri politici sono scesi da 316 a 219, anche se le detenzioni di alcuni giorni sono aumentate.
Sulla questione salariale l'11 luglio 2008 davanti al Parlamento ha affermato che per lo Stato cubano è importante l'uguaglianza dei diritti, non l'egualitarismo dei salari, e che, chi lavora di più, deve essere remunerato di più, affossando così uno dei principi base del socialismo cubano.
Per far fronte agli aumenti dei prezzi internazionali degli alimenti ed alle importazioni soprattutto dagli USA, alcuni giorni dopo il discorso davanti alla Assemblea de Poder Popular, il Consiglio di Stato ha emanato il decreto legge n.259/2008 col quale si concedono in usufrutto ad enti giuridici e persone fisiche terre statali incolte, che sono stimate intorno al 50%.
Dal 17 settembre 2008 lo Stato cubano ha iniziato la distribuzione delle terre oziose, dopo che dalla stessa data ha permesso ai contadini e alle cooperative di opzionarle. Fino al 22 gennaio 2009, secondo il vice ministro dell'Agricoltura, citato dal quotidiano Trabajadores, sono stati distribuiti 450 mila ettari di terra.
Si sono aumentate dal 1° maggio 2008 le pensioni minime da 167 a 200 pesos mensili ed è stata introdotta l'eliminazione del tetto dei salari, che è diventata obbligatoria per tutte le imprese dal 1° gennaio 2009.
Dal 22 gennaio 2009 è entrata in vigore la legge approvata nel dicembre 2008 dall'Assemblea Nazionale del Potere Popolare, che ha aumentato l'età pensionabile da 60 a 65 per gli uomini, da 55 a 60 per le donne e il periodo lavorativo da 25 a 30 anni, nell'arco, però, di 7 anni, ha riconosciuto ai lavoratori autonomi con regolare licenza il diritto di ricevere la pensione e ha permesso il cumulo di pensione e stipendio ai lavoratori subordinati.
Infine, con decreto legge n.260/2008 del Consiglio di Stato, per riempire vuoti di organico, dovuti ai bassi salari ed ai pensionamenti, si è permesso ai maestri e professori in pensione di ritornare al lavoro, cumulando alla pensione il salario.