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venerdì 31 agosto 2012

Un giovane su tre disoccupato: la disoccupazione sale al 35,3%. Mai così male dal lontano 1993...il dramma del minatore della Sulcis che si ferisce a un polso con un coltello in diretta TV!

Il tasso di disoccupazione a luglio resta stabile al 10,7%, lo stesso livello di giugno, il più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Su base annua il tasso è in rialzo di 2,5 punti. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati, stime provvisorie).
Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre 2012 risulta pari al 10,5%, in crescita di 2,7 punti percentuali su base annua. Lo rileva l'Istat in base a dati grezzi. Si tratta del tasso più alto, in base a confronti tendenziali, dal secondo trimestre del 1999.
GIOVANI - Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a luglio è al 35,3%, in aumento di 1,3 punti percentuali su giugno e di 7,4 punti su base annua. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisorie). Il ritmo di crescita annuo della disoccupazione giovanile è triplo rispetto a quello complessivo. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 618 mila.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni nel secondo trimestre del 2012 sale al 33,9%, dal 27,4% del secondo trimestre 2011. Lo rileva l'Istat (dati grezzi). E' il tasso più alto, in base a confronti tendenziali, dal secondo trimestre del 1993, inizio delle serie storiche.
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni) nel secondo trimestre 2012 tocca un picco del 48% per le ragazze del Mezzogiorno. Lo rileva l'Istat (dati grezzi).


Sopra, il minatore si ferisce in diretta TV

Video operaio Sulcis si ferisce in minierSi è ferito tagliandosi le vene di un polso con un coltellino durante un incontro con i giornalisti nella miniera di Nuraxi Figus. Protagonista dell'episodio un operaio della Carbosulcis che è stato accompagnato in superficie e trasferito immediatamente all'ospedale di Carbonia. Le sue condizioni sono buone, ha riportato solo ferite superficiali. Stefano Meletti, questo il nome dell'operaio ferito, durante l'incontro con la stampa ha gridato "è questo che dobbiamo fare, ci dobbiamo tagliare?". Il suo è stato un gesto velocissimo. Meletti, sindacalista delle Rsu, è stato bloccato dai colleghi. L'episodio è una testimonianza del clima di tensione che accompagna la protesta e l'intera vertenza Carbosulcis. "Siamo pronti a tutto - ha detto un altro rappresentante sindacale, indicando la stanza blindata dove sono custoditi oltre 690 chili di esplosivo e 1.221 detonatori - È il momento dell'esplosivo!"

 

Potrebbe interessarti: http://www.today.it/politica/video-operaio-sulcis-ferisce-coltello.html
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L'avvocato difensore di Paolo Gabriele abbandona l'incarico; per quale motivo? Chi si cela dietro la sua improvvisa rinuncia? Quali segreti ancora nasconde l'ex-maggiordomo del Papa? Io sto con Paolo Gabriele, è lui il vero eroe che voleva salvare la Santa Madre Chiesa dalla corruzione e dal peccato di vanità e di ingordigia dei vertici dello Stato del Vaticano!

L'avvocato Carlo Fusco ha lasciato la difesa di Paolo Gabriele, il maggiordomo papale arrestato e poi rinviato a giudizio per il furto di documento riservati di Benedetto XVI. "Lascio l'incarico per divergenze sulla linea difensiva - ha detto il legale all'ANSA - rimane però il rapporto di amicizia".
L'avvocato Fusco difendeva Paolo Gabriele - arrestato il 23 maggio scorso e tuttora agli arresti domiciliari in attesa del processo - dall'inizio dell'istruttoria formale sulla vicenda della fuga di documenti.
L'altro difensore del maggiordomo, avvocato Cristiana Arru, al momento mantiene ancora l'incarico, ma secondo quanto apprende l'ANSA, "sta valutando" il da farsi.
L'inchiesta: La notizia che "vi siano venti, o una ventina, di indagati o indiziati nel processo che riguarda la fuga di documenti riservati dal Vaticano non ha fondamento". E' quanto ha dichiarato ieri come riportato dalla Radio Vaticana, il vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, in relazione "ad alcuni articoli e servizi pubblicati in questi giorni su diversi organi d'informazione" e relativi all'inchiesta sui documenti trafugati e finiti sulle pagine di libri e giornali.
Tre giorni fa era stata l'ANSA - sottolineando peraltro che non si parlava in alcun modo di soggetti "indagati" - a informare sul fatto che dopo la chiusura del primo filone dell'inchiesta 'Vatileaks', che ha portato al rinvio a giudizio del maggiordomo papale Paolo Gabriele per furto aggravato e del tecnico informatico Claudio Sciarpelletti per favoreggiamento, l'attenzione degli investigatori vaticani si era concentrata su una rosa di persone, in tutto circa una ventina, tenute sotto osservazione per gli ulteriori accertamenti e per quelli che potranno essere i futuri sviluppi delle indagini, nel caso siano raccolte prove a carico.
 Il Vaticano ora nega che ci siano venti indagati. Tuttavia fonti attendibili e ben informate confermano all'ANSA che le posizioni al vaglio dei detective d'Oltretevere, oggetto delle verifiche in corso anche in questa fase di pausa estiva nell'attività dei magistrati, riguardano appunto una ventina di persone, per valutare se e a quale titolo possano aver avuto parte nella vicenda della fuga delle carte riservate.
Va sempre ribadito che non si tratta certo di "indagati" e che, allo stato attuale, è del tutto prematuro dire se e per quanti di questi verra' effettivamente aperta un'istruttoria. Tra l'altro, solo in una minima parte le persone interessate coincidono con quelle sentite nella prima fase dell'istruttoria.
E' quindi quanto meno arbitrario lasciar intendere che il numero sia dedotto da quello dei testimoni citati nelle carte dell'inchiesta con le lettere dell'alfabeto o dai circa venti "corvi" di cui parlò lo stesso Paolo Gabriele nella sua intervista, sotto mascheratura, a "Gli intoccabili". Nè, tanto meno, si può parlare di confusione tra testimoni e indagati o indiziati.
Al di là di quello che viene confermato o smentito ufficialmente (per due mesi e mezzo le autorità vaticane hanno negato che ci fossero altri indagati oltre Gabriele, mentre invece c'era un'altra persona, un cittadino italiano, che, almeno temporaneamente, era stato addirittura arrestato), il fatto che il controllo delle conversazioni telefoniche, lo screening delle e-mail, i riscontri anche in forma discreta e 'soft', vadano avanti anche in questo periodo estivo e riguardino un gruppo di persone ben delimitato e identificato, è prova ulteriore che gli investigatori intendono fare sul serio, che si voglia effettivamente fare chiarezza sullo scandalo 'Vatileaks', come sollecitato dallo stesso Benedetto XVI nell'incontro del 27 luglio con gli inquirenti vaticani, da lui invitati "a proseguire il lavoro con solerzia".

Intervista shock: “Spesso è il bambino che seduce il prete!” Intanto gli ultimi dati dicono che ci sono state "quattrocento denunce di abusi su minori a carico di preti!"

Ennesima affermazione al limite dell’incredibile da parte di un prelato sulla questione degli abusi nel clero, ennesima bufera, ennesima rapida smentita: e, come al solito, rimane il sospetto che le affermazioni fossero tutt’altro che erronee. Questa volta a finire nella bufera è una delle più significative figure del cattolicesimo americano, ovvero padre Benedict Groeschel, dei frati francescani del Rinnovamento, ordine monastico da lui fondato.
ADESCAMENTO - Da molti anni il religioso è a contatto con persone che si sono rese colpevoli di violenza sessuale. Intervistato dal National Catholic Register, a un certo punto, dice l’Huffington Post, il colloquio ha preso una piega “inaspettata”. “La gente”, ha detto frate Groeschel, “ha in mente quest’immagine di una persona che aveva cattive intenzioni – uno psicopatico. Ma non è così. Prendiamo il caso di un uomo con un serio esaurimento nervoso, e un giovane gli si avvicina. In un sacco di casi è il giovane – 14, 16, 18 anni – a sedurre il sacerdote”. Il religioso ha dunque sostenuto che i sacerdoti, uomini deboli e con la mente straziata, siano facili prede di adolescenti in cerca di sesso. Curiosa tesi.
“NON SONO RESPONSABILI” - Non è finita: “Groeschel ha sostenuto di credere che la maggior parte di queste relazioni sono di natura eterosessuale, e che storicamente le relazioni fra uomo e ragazzo non sono state qualificate come crimini. Se andiamo indietro di 10-15 anni, davvero raramente eventi del genere sono stati qualificati come crimini. Nessuno la pensava così, e sono portato a credere che, la prima volta, questi preti non dovrebbero andare in galera perché non avevano intenzione di commettere crimini”. Quest’intervista è stata pubblicata dal National Catholic Register senza alcun commento a margine, il che ha portato a credere che la redazione dell’importante magazine cattolico – già di proprietà dei Legionari di Cristo, organizzazione cattolica finita vittima dello scandalo pedofilia nel clero, addirittura ai suoi massimi vertici (il fondatore, Marcial Maciel Degollado, rimane a tutt’oggi il più alto prelato ad essere stato coinvolto nello scandalo pedofilia – non avesse nulla da dire al riguardo. Non è così, l’NCR ha chiesto scusa sul suo sito ufficiale, ha rimosso l’intervista, e sia l’ordine che il frate hanno precisato di non aver avuto intenzione di sostenere che “un sacerdote che abusa della sua vittima non sia responsabile”.

Il numero del Sant'Uffizio: Tutti i casi segnalati nel 2011

La linea della trasparenza avviata da Benedetto XVI sul tema della pedofilia ha portato a un ‘considerevole’ aumento delle denunce dei casi di abusi su minori da parte di chierici alla Congregazione per la dottrina della Fede. I casi segnalati sono stai 404 nel 2011, meno che nel 2010, ma ‘considerevolmente’ di piu’ che nel quinquennio 2005-2009. E’ quanto si evince da ‘L’attivita’ della Santa Sede 2011′, volume pubblicato di recente dalla Lev, la Libreria editrice vaticana.
DURANTE L’ANNO – Durante l’anno 2011, spiega il volume che ogni anno da’ conto di tutta l’attivita’ dei dicasteri vaticani svoltasi nell’anno precedente, l’ufficio disciplinare dell’ex Sant’Uffizio ‘ha lavorato intensamente’, aprendo 599 nuove pratiche, la maggior parte delle quali (440 casi) riguarda i ‘graviora delicta’; tra questi, i piu’ numerosi (404) sono casi di abusi su minori. Rispetto all’anno 2010, spiega ancora il volume, sono pervenute all’ufficio disciplinare meno segnalazioni riguardanti abusi perpetrati da chierici.
GLI ANNI PRECEDENTI – Tuttavia, rispetto agli anni precedenti (ad esempio il quinquennio 2005-2009), il numero dei casi e’ aumentato ‘considerevolmente’. La congregazione ha deciso di avviare 37 processi giudiziali e 189 processi amministrativi. Si e’ inoltre deciso di sottoporre al Papa la richiesta di ‘dimissione ex officio’ (cioe’ automatica) in 125 casi e in 135 casi e’ stata richiesta la dispensa dagli obblighi sacerdotali, compreso il celibato.

L’omicidio massonico: tutti lo vedono, tranne gli inquirenti...gli omicidi di Melania Rea e di Yara Gambirasio nascondono inquietanti analogie e somiglianze con i macabri rituali dei delitti esoterico-massonici!

Gli omicidi commessi dalla massoneria seguono tutti un preciso rituale e sono – per così dire - firmati.
 
Dal momento che le associazioni massoniche sono anche associazioni esoteriche, in ogni omicidio si ritrovano le simbologie esoteriche proprie dell’associazione che l’ha commesso; simbologie che possono consistere in simboli sparsi sulla scena del delitto, o nella modalità dell’omicidio, o nella data di esso.
Questo articolo è però necessariamente incompleto, nel senso che sono riuscito a capire la motivazione e la tecnica sottesa ad alcuni delitti solo per caso, con l’aiuto di alcuni amici, giornalisti, magistrati o semplici appassionati di esoterismo. Ma devo ancora capire molte cose. La mia intenzione è di fornire però uno spunto di approfondimento a chi vorrà farlo.

Evitiamo di ripercorrere i principali omicidi, perché ne abbiamo accennato nei nostri precedenti articoli (specialmente ne“Il testimone è servito” e in quello sul mostro di Firenze).
Facciamo invece delle considerazioni di ordine generale.

I miei dubbi sul fatto che ogni omicidio nasconda una firma e una ritualità nacquero quando mi accorsi di una caratteristica che immediatamente balza agli occhi di qualsiasi osservatore: tutte le persone che vengono trovate impiccate si impiccano “in ginocchio”, ovverosia con una modalità compatibile con un suicidio solo in linea teorica; in pratica infatti, è la statistica che mi porta ad escludere che tutti si possano essere suicidati con le ginocchia per terra, in quanto si tratta di una modalità molto difficile da realizzare effettivamente.
Così come è la statistica a dirci che gli incidenti in cui sono capitati i testimoni di Ustica non sono casuali; ben 4 testimoni moriranno in un incidente aereo, ad esempio, il che è numericamente impossibile se raffrontiamo questo numero morti con quello medio delle statistiche di questo settore.

L’altra cosa che mi apparve subito evidente fu la spettacolarità di alcune morti che suscitavano in me alcune domande.
Perché far precipitare un aereo, anziché provocare un semplice malore (cosa che con le sostanze che esistono oggi, nonché con i mezzi e le conoscenze dei nostri moderni servizi segreti, è un gioco da ragazzi)?
Perché “suicidare” le persone mettendole in ginocchio, rendendo così evidente a chiunque che si tratta di un omicidio? (a chiunque tranne agli inquirenti, sempre pronti ad archiviare come suicidi anche i casi più eclatanti)
Perché nei delitti del Mostro di Firenze una testimone muore con una coltellata sul pube? (anche questo caso archiviato come “suicidio”). Perché una modalità così afferrata, ma anche così plateale, tanto da far capire a chiunque il collegamento con la vicenda del mostro?
Perché firmare i delitti con una rosa rossa, come nel caso dell’omicidio Pantani, in modo da rendere palese a tutti che quell’omicidio porta la firma di questa associazione? Ricordiamo infatti che Pantani morì all’hotel Le Rose e che accanto al suo letto venne trovata una poesia apparentemente senza senso che diceva: “Colori, uno su tutti rosa arancio come contenta, le rose sono rosa e la rosa rossa è la più contata”. Ricordiamo anche che Pantani ebbe un incidente (per il quale fece causa alla città di Torino) proprio nella salita di Superga, ovverosia la salita dove sorge la famosa cattedrale che fu eretta nel 1717, data in cui la massoneria moderna ebbe il suo inizio ufficiale. Se questi particolari non dicono nulla ad un osservatore qualsiasi, per un esperto di esoterismo dicono tutto. Tra l’altro la collina di Superga è quella ove si schiantò l’aereo del Torino Calcio, ove morì un’intera squadra di calcio con tutto il personale al seguito. Altra coincidenza inquietante, a cui pare che gli investigatori non abbiano mai fatto caso.
Perché far morire due testimoni di Ustica in un incidente come quello delle frecce tricolori a Ramstein, in Germania, destando l’attenzione di tutto il mondo?

La domanda mi venne ancora più forte il giorno in cui con la mia collega Solange abbiamo avuto un incidente di moto. Con due moto diverse, a me è partito lo sterzo e sono finito fuori strada; mi sono salvato per un miracolo, in quanto l’incidente è capitato nel momento in cui stavo rallentando per fermarmi e rispondere al telefono; Solange, che fortunatamente è stata avvertita in tempo da me, ha potuto fermarsi prima che perdesse la ruota posteriore.
Ora, è ovvio che un simile incidente – se fossimo morti - avrebbe provocato più di qualche dubbio. Magari a qualcuno sarebbe tornato in mente il caso dei due fidanzati morti in un incidente analogo qualche anno fa: Simona Acciai e Mauro Manucci. I due fidanzati morirono infatti in due incidenti (lui in moto, lei in auto) contemporanei a Forlì. Nel caso nostro, due amici e colleghi di lavoro morti nello stesso modo avrebbero insospettito più di una persona e sarebbero stati un bel segnale per chi è in grado di capire: sono stati puniti.

Per un po’ di tempo pensai che queste modalità servivano per dare un messaggio agli inquirenti: firmando il delitto tutti quelli che indagano, se appartenenti all’organizzazione, si accorgono subito che non devono procedere oltre.
Inoltre ho pensato ci fosse anche un altro motivo. Lanciare un messaggio forte e chiaro di questo tipo: inutile che facciate denunce, tanto possiamo fare quello che vogliamo, e nessuno indagherà mai realmente.
Senz’altro queste due motivazioni ci sono.
Ma ero convinto che ci fosse anche dell’altro, specie nei casi in cui la firma è meno evidente.
La risposta mi è arrivata un po’ più chiara quando ho scoperto che Dante era un Rosacroce (dico “scoperto” perché non sono e non sono mai stato un appassionato di esoterismo).
Ora la massoneria più potente non è quella del GOI, ma è costituita dai Templari, dai Rosacroce e dai Cavalieri di Malta.
E allora ecco qui la spiegazione dell’enigma: la regola del contrappasso.

Nell’ottica dei Rosacroce, chi arriva al massimo grado di questa organizzazione, ha raggiunto la purezza della Rosa.
Nella loro ottica denunciare uno di loro, o perseguirlo, è un peccato.
E il peccato deve essere punito applicando la regola del contrappasso.
Quindi: volevi testimoniare in una vicenda riguardante un aereo caduto? Morirai in un incidente aereo.
Volevi testimoniare in un processo contro il Mostro di Firenze? Morirai con l’asportazione del pube, cioè la stessa tecnica usata dal Mostro sulle vittime.
La regola del contrappasso è evidente anche ad un profano nel caso di Luciano Petrini, il consulente informatico che stava facendo una consulenza sull’omicidio di Ferraro, il testimone di Ustica trovato “impiccato” al portasciugamani del bagno. Petrini morirà infatti colpito ripetutamente da un portasciugamani.
Nel mio caso e quello della mia collega il “peccato” consiste invece nell’aver denunciato determinate persone appartenenti alla massoneria (in particolare quella dei Rosacroce). Per colmo di sventura poi andai a fare l’esposto proprio da un magistrato appartenente all’organizzazione (cosa che ovviamente ho scoperto solo dopo gli incidenti, decriptando la lettera che costui mi inviò successivamente). Che è come andare a casa di Provenzano per denunciare Riina.
Nel caso di Fabio Piselli, invece, il perito del Moby Prince che doveva testimoniare riguardo alla vicenda dell’incendio capitato al traghetto, costui è stato stordito e messo in un’auto a cui hanno dato fuoco, forse perché il rogo dell’auto simboleggiava il rogo della nave.

Talvolta invece il simbolismo è più difficile da decodificare e si trova nelle date, o in collegamenti ancora più arditi, siano essi in casi eclatanti, o in banali fatti di cronaca.
Nel caso del giudice Carlo Palermo che il 02 aprile del 1985 tentarono di uccidere con un’autobomba a Pizzolungo (Trapani)[1]. Il giudice Palermo era stato titolare di un’ampia indagine sul traffico di armi ed aveva indagato sulla fornitura di armi italiane all’Argentina durante la guerra per le isole Falkland, guerra scoppiata proprio il 02 aprile 1982 con l’invasione inglese delle isole. L’autobomba scoppiò quindi nella stessa data, e tre anni dopo (tre è un numero particolarmente simbolico).
Ed ancora per quanto riguarda l’omicidio di Roberto Calvi. Come ricorda il giudice Carlo Palermo: “Nella inchiesta della magistratura di Trento un teste (Arrigo Molinari, iscritto alla P2), dichiarò che Calvi – attraverso le consociate latino-americane del Banco Ambrosiano – aveva finanziato l’acquisto, da parte dell’Argentina, dei missili Exocet e in definitiva l’intera operazione delle isole Falkland”[2]. I primi missili Exocet affondarono due navi inglesi (la Hms Sheffield e Atlantic Conveyor). Il 18 giugno 1982 Roberto Calvi fu trovato morto impiccato a Londra sotto il ponte dei frati neri (nome di una loggia massonica inglese). Inoltre il ponte era dipinto di bianco ed azzurro che sono i colori della bandiera argentina.

Nel caso del delitto Moro la scena del delitto è intrisa di simbologie, dal fatto che sia stato trovato a via Caetani (e Papa Caetani era Papa Bonifacio VIII, che simpatizzava per i Templari e a cui mossero le stesse accuse rivolte a quest’ordine) alla data del ritrovamento, al fatto che sia stato trovato proprio in una Renault 4 Rossa. Se Renault Rossa sta per Rosa Rossa, la cifra 4 farebbe riferimento al quatre de chiffre (ma forse anche al numero di lettere della parola “rosa”).

Il mio articolo termina qui.
Non voglio approfondire per vari motivi.
In primo luogo perché non sono un appassionato di esoterismo e scendere ancora più a fondo richiederebbe uno studio approfondito e molto tempo a disposizione, che io non ho.
Il mio articolo è dettato invece dalla voglia di indurre il lettore ad approfondire.
E dalla voglia di dire a chiunque che molti misteri d’Italia, non sono in realtà dei misteri, se si sa leggere a fondo nelle pieghe del delitto.
La conoscenza approfondita dell’esoterismo e del modo di procedere delle associazioni massoniche garantirebbe agli inquirenti, il giorno che prenderanno coscienza del fenomeno, un notevole miglioramento dal punto di vista dei risultati investigavi.
Questo consentirebbe anche di capire alcuni meccanismi della politica italiana, che spesso nelle loro simbologie si rifanno a queste organizzazioni. La croce della democrazia Cristiana, ad esempio, probabilmente non è altro che la Croce templare; mentre la rosa presente nel simbolo di molti partiti è probabilmente nient’altro che la rosa dei RosaCroce.
Quando dico queste cose mi viene risposto spesso che la rosa della “Rosa nel pugno” è in realtà il simbolo dei radicali francesi. E io rispondo: appunto, il simbolo dei RosaCroce, che non è un’organizzazione italiana, ma internazionale. E che non ricorre solo per i radicali ma anche per i socialisti e per altri partiti di destra.
Questo consentirebbe di capire, ad esempio, il significato del cacofonico nome “Cosa Rossa” che si voleva dare alla Sinistra Arcobaleno; un nome così brutto probabilmente non è un caso. Secondo un mio amico inquirente potrebbe derivare da Cristian Rosenkreuz, il mitico fondatore dei RosaCroce.
Mentre la Rosa Bianca potrebbe fare riferimento alla guerra delle due rose, in Inghilterra; guerra che terminò con un matrimonio tra Rosa bianca e Rosa Rossa.

Al lettore appassionato di esoterismo il compito di capire il significato delle varie morti che qui abbiamo solo accennato. Non ho ancora capito, ad esempio, il perché dei cosiddetti “suicidi in ginocchio”. Secondo un mio amico le gambe piegate trovano un parallelismo con l’impiccato del mazzo dei tarocchi, che è sempre raffigurato con una gamba piegata. Era la punizione riservata un tempo al debitore, che veniva appeso in quel modo affinchè tutti potessero vedere la sua punizione e potessero deriderlo.
E infatti, tutti quelli che vedono un suicidio in ginocchio capiscono che si trattava di un testimone scomodo e che si tratta di un omicidio. Tutti, tranne gli inquirenti.


                                                                                                                     (Io speriamo che non mi suicido)
 23 Marzo 2008

Fonte: Prof. Paolo Franceschetti - http://paolofranceschetti.blogspot.com/


 Omicidio Melania Rea e la pista della Massoneria 

Parla il Magistrato Ferraro: «Droga, sesso, ipnosi nell’Esercito!»

Omicidio Melania Rea e la pista della massoneria
«Dietro l’omicidio di Melania Rea,
 si nasconde la pista della massoneria!»
ASCOLI PICENO - Ad ipotizzarlo è il magistrato Paolo Ferraro che ha denunciato una fitta rete di relazioni di sesso e massoneria che gravitano attorno alle caserme militari.
Ma non solo… Questi appuntamenti rientrano, secondo Ferraro, in un programma militare ben preciso l’Mk Ultra oggi Programma Monarch utilizzato negli anni 50 dalla Cia con lo scopo di influenzare e controllare il comportamento di determinate persone ipnotizzandole, drogandole o torturandole per indurle a compiti ingrati (consegna di droga o altro). Anche Melania Rea potrebbe essere caduta in questa rete e ne sarebbe uscita, da morta. Un’ipotesi da molti ritenuta fantasiosa ma che ha trovato sostegno nel gip Giovanni Cirillo.
Il magistrato Ferraro non è mai stato creduto, anzi silurato e rimasto vittima di ritorsioni. Oggi in un’intervista rilasciata alla web tv di Antonio Del Furbo, Zone d’Ombra, l’uomo parla della sua esperienza come di una saggia, lucida follia.
Sembra di trovarsi sul set di Eyes Wide Shut. Il film di Stanley Kubrick in cui l’alta borghesia americana si dà appuntamento in una villa sontuosa per orge a base di sesso, droga e mistero.
E invece il contesto è la cittadella militare dove Ferraro ha risieduto per qualche tempo a partire dal maggio del 2008. Dopo essersi accorto di strani movimenti ha deciso di registrare tutto piazzando microcamere e cimici. La stanza degli incontri è semibuia, le immagini sfuocate, l’atmosfera sovrastata da voci indistinte e confuse. Un leggero fruscio separa gli attori che non vengono mai inquadrati e i loro movimenti. Si intonano canti medievali, dice Ferraro, tipici di questo tipo di pratiche militari.
«Ah, lascia stare, shh, Sado bello rimani, capo», si sente nelle intercettazioni, poi sussurri, gemiti, comandi incomprensibili e cifrati, porte che cigolano, panche che sbattono.
Quando Ferraro ha fornito le prove di tutto ciò non è stato creduto. Sguardo basso, fronte grondante sudore l’uomo ha spiegato a Zone d’Ombra il calvario personale affrontato. Lo hanno dato per pazzo, è stato sospeso dal Csm per quattro mesi per gravi problemi di salute. Poi la proposta di Tso (Trattamento sanitario obbligatorio). L’incendio appiccato sul terrazzo di casa. Chiare intimidazioni, le definisce l’ufficiale. In quelle farneticazioni c’era qualcosa di fascinosamente inquietante.
E Melania Rea che c’entra? Il gip Giovanni Cirillo pensa che la donna abbia scoperto questi esperimenti nella caserma dove lavorava il marito e ne sia stata vittima prima della gravidanza e dopo la nascita della figlia ne stesse elaborando il ricordo.
A suffragare l’ipotesi sono le dichiarazioni della migliore amica di Melania, Imma Rosa, che ha confessato che la donna dopo aver scoperto i tradimenti di Parolisi ha manifestato intenzioni suicide. E ancora un magistrato di Teramo ed un ufficiale dell’Arma di Teramo sono stati vittime di episodi incendiari ai danni delle loro automobili.
Nel meccanismo perverso rientrano anche i politici. Per Ferraro la casta è stata irretita così si spiegano certi ricatti estremi: «i politici non hanno capacità decisionale, appartengono ad un mondo congiunto, non decidono più, le caste sono accordi tra apparati segreti e massonerie. Anche Falcone nelle sue indagini pensava ad un quadro interpretativo di questo genere e per questo gliel’hanno fatta pagare».
E in Abruzzo? C’è la massoneria ed a che livelli?
Ferraro risponde: «quello che so è che c’è ad Ascoli Piceno, quello che so è che ci sono infiltrazione di poteri massonici, quello che so è che i magistrati di Teramo si sono comportati bene ed ho visto piazzare tre bombe ad un magistrato, ad un ufficiale dell’Arma e al titolare di un giornale multimediale. Penso che l’Abruzzo abbia grandi risorse democratiche. Penso che ci siano poteri deviati ma non escono in modo così eclatante».

Yara, chiesta la proroga delle indagini.
E' l'ultima possibilità per far luce sul giallo!

Ancora sei mesi a disposizione degli investigatori: 

senza una svolta il caso sarà archiviato.

YARA GAMBIRASIO
BREMBATE - Per gli investigatori al lavoro da oltre un anno nella Bergamasca è l'ultima possibilità: ancora sei mesi per fare luce sul delitto di Yara Gambirasio o il caso sarà archiviato. Il pm titolare dell'inchiesta, Letizia Ruggeri, ha chiesto la terza e ultima proroga delle indagini. L'istanza è arrivata sul tavolo del gip Ezia Maccora che nelle prossime ore dovrebbe dare il via libera. Continuano, intanto, le analisi su oltre 10mila campioni di dna.
La domanda è stata presentata a pochi giorni dalla scadenza dei termini, prevista il 9 luglio. Nei giorni scorsi il pm Ruggeri aveva incontrato i genitori della ragazzina, Fulvio e Maura Gambirasio. Al centro del colloquio, a quanto si è appreso, vi sarebbero state le abitudini della figlia.
Prima che i coniugi venissero convocati al comando provinciale dei carabinieri, i consulenti dei Gambirasio avevano espresso perplessità sull'operato degli inquirenti, chiedendo in particolare l'analisi approfondita di alcune tracce biologiche trovate sul cadavere e che, secondo i periti di parte, non erano state prese inizialmente in considerazione. E proprio sui campioni di dna continua a concentrarsi il lavoro degli investigatori. L'obiettivo primario sarebbe completare la comparazione tra le tracce trovate sul corpo di Yara e gli oltre 10mila campioni prelevati ai residenti della zona.

Omicidio di Yara : tutti i buchi dell'inchiesta!

Il consulente tecnico Portera: tracce trascurate, si rischia di perderle...


Yara Gambirasio
Da un lato reperti trascurati, non sottoposti ad accertamenti; dall'altro analisi del Dna non complete. Buchi nelle indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa da Brembate Sopra il 26 novembre del 2010 e ritrovata senza vita il 26 febbraio successivo, in un campo di Chignolo d'Isola. Critiche dure che arrivano dal consulente di mamma Maura e papà Fulvio Gambirasio, Giorgio Portera (nella foto) , genetista forense al Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale. 

  Yara, un delitto ancora irrisolto    Yara, un delitto ancora irrisolto    Yara, un delitto ancora irrisolto    Yara, un delitto ancora irrisolto    Yara, un delitto ancora irrisolto
Conclusioni a cui è arrivato dopo aver letto centinaia di atti, a partire dalla relazione dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo che ha eseguito l'autopsia agli esami del Dna, e dopo aver fatto visita ai laboratori del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, il Ris dove lui stesso ha lavorato come tenente fino al marzo del 2009.
Conclusioni inserite in una relazione depositata due giorni fa nell'ufficio del pubblico ministero Letizia Ruggeri che coordina le indagini e in cui il consulente chiede altre analisi sui profili genetici prelevati ad abitanti di Gorno e ritenuti interessanti che chi indaga.
Ha analizzato gli atti scientifici, è andato al Ris, ora ha depositato la sua relazione. 
Quali sono le sue conclusioni sul lavoro svolto fino ad ora da chi indaga?
«Alcuni elementi indicati nella consulenza medico legale dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo non erano stati approfonditi dagli organi istituzionali di polizia scientifica».
Si riferisce alle fibre rosse e alle polveri di cemento trovati sui vestiti di Yara di cui si era già parlato?
«Sì, ma ci sono anche altre tracce biologiche sulle quali, su sollecitazione mia e dell'avvocato Pelillo, il pm ha disposto l'analisi immediata».
Qual è l'esito?
«Gli accertamenti sono in corso adesso».
Perché non erano state analizzate anche quelle tracce biologiche?
«Sono state considerate di secondo piano. Perché un'indagine del genere porta ad analizzare i reperti più importanti. In questo caso il Dna isolato sugli slip e sui leggings della vittima. Poi, però, bisogna analizzare anche il resto».
Che importanza hanno?
«Molta in un'indagine ancora tutta evanescente. Potrebbero infatti contenere o la conferma del Dna ignoto già isolato o Dna di altre persone».
Se voi non aveste sollecitato questi esami, che cosa sarebbe successo?
«Visto che sono stati disposti dopo una mia visita, se non li avessimo sollecitati non sarebbero mai stati fatti, oppure sarebbero stati fatti tra sei mesi o un anno».
Ora è troppo tardi?
«A mio avviso dovevano essere fatti sei mesi fa e non ora. È vero che l'indagine è lunga e che le analisi si sono focalizzate sulla raccolta di campioni di confronto, perché il profilo ignoto è stato isolato dopo poche settimane dal ritrovamento della vittima. E giusto che dal punto di vista logistico ci si impegni molto per la ricerca di un nome e un cognome di questa persona, ma non in maniera esclusiva. Altri reperti avrebbero potuto contenere, ai tempi, altre informazioni importanti».
Sì, ma l'indagine è complessa e i soldi pubblici scarseggiano.
«Ma non lo giustifico, perché è un'indagine fatta da decine di persone. Se sono stati analizzati oltre 8.000 campioni e non hanno portato a nulla, che cosa costava fare altri 10 campionamenti su altri reperti?»
Colpa di chi o di che cosa?
«Della enorme mole di lavoro scaturita a seguito di queste indagini. Speriamo che questo ritardo non ne abbia compromesso l'esito, anche se non potremo mai saperlo».
Cioè?
«Le tracce biologiche non sono eterne. Il rischio che nel frattempo si sia perso qualcosa c'è».
I giornali hanno scritto di profili genetici interessanti, in particolare di due fratelli. I prelievi si sono molto concentrati nel comune di Gorno.
«La ricerca di campioni di confronto, che è scaturita a seguito di una parentela riscontrata su pochi campioni, non si basa su parametri certi. Con la consulenza di parte sono state chieste nuove analisi, per convalidare o bocciare la raccolta di profili genetici in particolari aree geografiche bergamasche effettuata nelle ultime settimane».
Che cosa ne pensa la famiglia Gambirasio?
«È una volontà della famiglia, che crede in quello che ho spiegato. Gliel'ho dimostrato».
Ha sollecitato altri esami?
«Su mia richiesta sono stati fatti nuovi prelievi sulle parti più degradate dei legging e degli slip per cercare meglio di isolare o caratterizzare la traccia genetica isolata».
Esito?
«Negativo. Comunque i reperti sono in abbondanza».
Negativo nel senso?
«Niente di nuovo oltre al Dna isolato».
Ed è sufficiente per isolare un profilo?
«Sì, quello c'è».

Giuliana Ubbiali
 



martedì 21 agosto 2012

La TV di Stato Cinese il 4 Gennaio 2011 aveva affermato pubblicamente che presto l'umanità intera conoscerà gli ALIENI! Intanto un video ripreso da una TV di Stato Sud-Americana ha svelato, una strana ed enorme sfera oscura vicinissima al SOLE che sembrerebbe stia assorbendo l'energia sprigionata dalle tempeste solari! Enorme Objeto Esférico Sugando Energía do Sol (legendas ENG, PTBR, audio...


Acessem http://www.helioviewer.org/ e vejam Em 11 de março de 2012, em observatory SDO, o Hubble Solar Dynamics Observatory captou um enorme objeto perto do sol. Este objeto está se aproximando do sol lentamente e, então, começa a ter filamentos de energia, como se estivesse alimentando-se do sol.


La televisione nazionale cinese ha parlato di un imminente annuncio da parte dell'amministrazione di Obama. L 'annuncio è stato trasmesso dal canale ufficiale Xinhua il 4 Gennaio2011, alla vigilia della visita del capo di stato americano in Cina al presidente Hu Jintao.

Hu Jin Tao

Con questo gesto, la cina è stata la prima nazione ad annunciare autorevolmente l'esistenza di civilità extraterrestri  ad oltre 6.980 milioni di persone che popolano il pianeta, la cosa è tale da pensare ad una specie di guerra fredda riguardante alieni e ufo tra le 2 superpotenze,
nessuno tra i due paesi probabilmente vuole esporsi direttamente con dichiarazioni riguardanti le prove di esistenza aliene, ma è anche vero che nessuno  dei due vuole rinunciare al  proprio momento di gloria.
La decisione di diffondere questa notizia, è stata infatti presa  da Pechino per il timore che gli Stati Uniti potessero ammettere prima di loro , appunto una presenza aliena sulla terra.




venerdì 17 agosto 2012

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Aleppo massacres perpetrated by mercenaries hired by radical Islamic terrorists who are with the rebels against the Assad government! Ad Aleppo massacri compiuti da mercenari, assoldati da terroristi islamici radicali!

For the people of Aleppo, their only hope is Syria's security forces restoring order. In the pockets of Syria's largest city the so-called "Free Syrian Army" (FSA) has dug into, a campaign of systematic detention, torture, and mass murder has been carried out against "enemies of the revolution." Demonized as either "Shabiha" or "government supporters," men have been rounded up, lined up against walls, and gunned down en mass. Others await barbaric "drumhead trials" where FSA warlords deal out arbitrary justice under the guise of "Sharia law."
Syrian rebels arrest a man who is claimed to be traitor at an old military base near Aleppo

Image: The Western media is covering - or more accurately, "spinning" - an unfolding sectarian genocide in Syria's largest city Aleppo. In the alleys of seized streets, FSA terrorists are detaining, torturing, and killing anyone suspected of supporting the government. Such suspicions coincidentally run along sectarian divisions. By using the label "Shabiha" for all of FSA's victims, the Western press has given a carte blanche to genocidal sectarian extremists and by doing so, has become complicit in war crimes themselves.
...

Worst of all, all of this is being reported by the Western media, but carefully downplayed, excused, spun, and otherwise sneaked through news cycles and headlines.

Reuters presented just such a report titled, "Rebels fill Aleppo power vacuum, some disapprove." Judging from the title, one might assume residents in the "liberated" alleys of select Aleppo neighborhoods are simply dissatisfied with late garbage collection and perhaps broken street lights. The title is far from the blood curdling hysteria accompanying Western accounts (and fabrications) of Syrian security operations over the last year and a half.

However, what Reuters actually reports is indeed growing basement-dungeons full of "suspected Shabiha," clear evidence of torture and abuse, as well as a growing number of summary executions and mass murder carried out before cameras and Western media in the streets.

The London Guardian likewise spins and downplays what are overt, ghoulish atrocities committed right on camera for the entire world to see. Russia Today covered one such massacre providing a graphic video depicting several bloodied men lined up against a wall and machine gunned to death, their bodies left in a tattered pile by FSA terrorists. RT leaves no doubt in the reader's mind that what they just witnessed was a war crime.

The Guardian however, begins downplaying the brutal massacre with the headline, "Syria crisis: rebels 'execute shabiha' in Aleppo." Already Guardian plays a role in shaping the potential reader's perception, convicting the massacred victims as "Shabiha." Scrolling down through a list of unverified accusations leveled against the Syrian government, one finds not an objective journalistic report of the massacre, but the justification provided by the FSA themselves, in a quote by Guardian's FSA "contact" that includes the somber warning:
"Regarding the video of the shabiha killed by the FSA, as far as I know these shabiha are from the "Berri" clan in Aleppo. They have a long history of being pro-regime shabiha and they have been involved in a lot of killing in Aleppo.

The regime used to provide them with light weapons and knives and gather them in schools to go and launch their attacks against civilians. Just before they left one of the schools they were caught by the FSA and killed.
In this war in which we left alone to fight such a vicious regime, everything is possible and legitimate and as long as the international community keeps looking at Syria in such carelessness, you will see more of that and even worse."
The Guardian not only excuses what was a massacre of civilians, but sows the ground for excusing war crimes that eclipse even this episode of barbarism. Unfortunately, the Guardian is not alone - this is a pattern that repeats itself throughout the Western media and signifies that as the military campaign winds down, the terror campaign is just beginning. US special interests' promise to "bleed" Syria is manifesting itself before our eyes.

The FSA's claims of everyone they round up, torture, and execute being "Shabiha" carry with them the familiar and horrifying ring of the term "African mercenaries" used to label black Libyans who were targeted by NATO-armed racist sectarian extremists also posing as "revolutionaries." In the end, entire cities were emptied out of blacks (and here) who had for generations called Libya home. Refugee camps were then systematically targeted until Libya's blacks were either dead, imprisoned or exiled beyond their homeland's borders as part of a brutal genocidal campaign covered up by the Western media and downplayed by the West's self-appointed global arbiters of human rights, namely Amnesty International and Human Rights Watch.

While the West still to this day claims Libya's blacks were "pro-Qaddafi," Libya's blacks had no choice but to fight NATO's terrorists of Benghazi, as their complexions and creeds, not political affiliations, had marked them as intolerable and undesirable by NATO's "liberators."

Likewise, a similar campaign of sectarian driven genocide, predicted for years should the US, Israel, Saudi Arabia and others unleash Al Qaeda aligned death squads across the Levant to destabilize their geopolitical enemies, is unfolding, due in part to the complicity of the Western media.
Image: Christians in Syria have been particularly hit hard by what is being described as "ethnic cleansing," not by Syrian security forces, but by NATO-backed death squads under the banner of the "Free Syrian Army." The LA Times has been quietly reporting on the tragedy of Syria's minorities at the hands of the Syrian rebels for months - and indicates that wider genocide will take place, just as it is now in Libya, should Syria's government collapse under foreign pressure.
 
....

In 2007, in Hersh's "The Redirection," the following foreshadowing to the NATO and FSA's unfolding genocidal rampage was given:
"Robert Baer, a former longtime C.I.A. agent in Lebanon, has been a severe critic of Hezbollah and has warned of its links to Iranian-sponsored terrorism. But now, he told me, “we’ve got Sunni Arabs preparing for cataclysmic conflict, and we will need somebody to protect the Christians in Lebanon. It used to be the French and the United States who would do it, and now it’s going to be Nasrallah and the Shiites" -The Redirection, Seymour Hersh (2007)
Now, demonstratively, we see exactly this feared onslaught manifesting itself in Syria, in particular against Christians as indicated in LA Times' "Church fears 'ethnic cleansing' of Christians in Homs, Syria," and more recently in USA Today's distorted, but still telling, "Christians in Syria live in uneasy alliance with Assad, Alawites." Even the massacre in Houla, seems to echo of this 2007 warning, bearing all the hallmarks of sectarian extremists like Al Qaeda.

With the Western press freely admitting that their "freedom fighting" FSA is lining up "suspected government supporters" and machine gunning them en mass, it seems the massacre the West feared would unfold in Aleppo has come to pass - only it wasn't perpetrated by the Syrian government or its security forces, but rather by NATO and the Gulf State's very own armed and coddled FSA terrorists.

As the West's machinations implode upon themselves and shareholders begin hedging their bets and distancing themselves from possible culpability for egregious crimes against humanity, we must hope that global opposition reaches a critical mass, forcing the West to stand down and allowing the Syrian government to restore order across their nation-state. Until then, we as individuals must identify, boycott, and replace the corporate-financier interests driving this insidious conspiracy against humanity. While swatting mosquitoes seems to be the most immediate remedy at hand, draining the swamp from within which they flourish is the only way to solve this problem permanently.


Tony Cartalucci is a frequent contributor to Global Research. Global Research Articles by Tony Cartalucci


“Amnesty fa bene a denunciare a gran voce i massacri ad Aleppo e in tutta la Siria, ma dovrebbe anche chiamare i soggetti autori con il loro nome e cognome. Sul sito almaghrebiya.it circolano le immagini relative alla mattanza di civili ad Aleppo, fatti a pezzi dai mitra e dai kalashnikov dei mercenari assoldati dal terrorismo estremista e radicalista che impazza in Siria.
Ancora bugie senza pudore, sulla pelle del popolo siriano: l’Onu perché non vede e non denuncia anche questo massacro? Questa è disinformazione pura”. Così l’On. Souad Sbai commenta “le immagini di un video sul web che mostra civili siriani ammassati dopo un pestaggio in un angolo di strada e crivellati di colpi dai mercenari in Siria”.
“Se nessuno ha il coraggio di dire che cosa ha infettato la Siria da mesi lo facciamo noi. Bande di assassini che trucidano la popolazione e si macchiano di tanti crimini quanti i miliziani, solo che vengono omessi nella loro responsabilità, perché qualcuno ha interesse a mistificare un massacro che ha autori ben noti.
Gli opinionisti della geopolitica corrotta dal denaro di qualche sceicco anch’esso ben noto – dice Sbai – dovrebbero vergognarsi delle bugie con le quali hanno falsificato la vicenda siriana e prima quella libica. Sulla Siria va fatta informazione, sui diritti umani: e non rispolverare ad ogni ora filmati triti e ritriti, che altro non fanno se non continuare una certa propaganda.
Vedendo queste immagini qualcuno dovrebbe farsi un grosso esame di coscienza e poi spiegare all’opinione pubblica mondiale perché vuole consegnare la Siria e con essa tutto il quadrante mediorientale e caucasico all’integralismo, infiltratosi nelle fila della protesta da alcuni paesi arabi. Siamo di fronte al più grande inganno internazionale di sempre – conclude – in cui hanno parte attiva l’Occidente intero e gli Stati Uniti, corresponsabili del massacro del popolo siriano innocente e ormai allo stremo delle forze”.

lunedì 30 luglio 2012

I 100.000,00 dollari (notate bene, dollari) donati a Giugno dal Dalai Lama ai terremotati dell'Emilia Romagna, da dove provengono? Dalla CIA Americana sicuramente! Perchè questo Monaco Buddista, dissidente, fuggito dal Tibet e dalla Cina, è finanziato dalla CIA per fomentare la rivolta armata in Tibet contro il Governo Cinese, è pagato per istigare la violenza e scatenare una guerra civile sanguinaria contro l'autorità di Pechino! Lui lo sa, per questo dovrebbe essere processato per crimini politici e per istigazione a fomentare crimini contro l'umanità!

"Dovete essere determinati, lavorare duro, non perdere la speranza, solo questo vi aiuterà a costruire una nuova casa e a tornare a guardare al futuro". Così il Dalai Lama ha esortato la folla che lo ha accolto nella sua visita a Mirandola, uno dei centri più colpiti dal sisma in Emilia.
"Ho visto case e industrie distrutte arrivando qui. E' un disastro. Ho pregato per voi da quando ho saputo del terremoto e mi trovavo a Udine", ha poi detto rivolgendosi agli sfollati del 'campo Friuli'. "Appena ho avuto l'occasione sono venuto qui. Vedendo questa distruzione - ha aggiunto - ho provato profondo dispiacere. In passato ho visitato altri posti dove ci sono stati disastri naturali e ho sempre convinto le persone a pensare al futuro".
"Non è giusto venire a mani vuote in un posto colpito da questo disastro. Per questo motivo donerò altri 50.000 dollari a queste popolazioni" ha detto ancora il Dalai Lama.
Già al momento dell'annuncio della visita a Mirandola, lo staff del Dalai Lama aveva reso nota una prima donazione di 50.000 dollari alla Croce Rossa dell'Emilia-Romagna per le operazioni di soccorso.
Il Dalai Lama, nel corso della sua visita in Italia, sarà a Milano il 26 e 27 giugno. Nell'occasione interverrà nel Consiglio comunale del capoluogo lombardo, ma non riceverà la cittadinanza onoraria. La votazione sull'onorificenza è infatti saltata dopo le proteste della Cina, che ha fatto sapere che avrebbe interpretato l'iniziativa del Comune come un gesto di inimicizia nei confronti del popolo cinese. 

Fonte: http://tg24.sky.it

La versione di Gorbaciov sulla sua carriera politica e sul suo ruolo attivo e determinante per il crollo definitivo dell'Unione Sovietica: è stato premio nobel per la Pace a Oslo nel 1990 (anche Adolf Hitler fu nominato uomo dell'anno dalla celebre rivista TIME nel 1938) ma il traditore del PCUS, dell'URSS e dei suoi stessi ideali, sempre in contraddizione con se stesso e con la sua ideologia, dovrebbe essere incriminato al tribunale dell'Aja per aver commesso e soprattutto istigato gravi crimini contro l'umanità! Perchè con il suo agire politico da doppio giochista prezzolato forse dalla CIA Americana di Ronald Regan e dal Governo Britannico della Leader di ferro Margaret Thatcher, ha causato la disfatta economica di mezzo mondo ed ha scatenato infinite guerre civili che hanno causato centinaia di miliaia di morti innocenti, Gorbaciov come il Dalai Lama, criminali politici a piede libero!


La versione di Gorbaciov


Successi e rimpianti dell'ultimo Presidente dell'Urss e padre della perestrojka, a ventuno anni dal crollo dell'Unione Sovietica, LEGGETE ATTENTAMENTE LE GRANDI MENZOGNE DI QUESTO CRIMINALE POLITICO CHE DOVREBBE ESSERE PROCESSATO AL TRIBUNALE DELL'AJA INSIEME AL SUO "EX - ALLEATO - AMICO RADOVAN KHARADZIC COME MLADIC O IL DEFUNTO MILOSEVIC IN SERBIA DA LUI SOSTENUTO ALLA FINE DEGLI ANNI '80": Ultimo Presidente dell’Urss, Nobel per la pace, leader dell’Unione dei socialdemocratici: è il cursus honorum di Mikhail Gorbaciov. Nel 1985 avvia la perestrojka. Contribuisce alla fine della Guerra Fredda e alla caduta del muro di Berlino. Annuncia la Glasnost e riabilita le vittime dello stalinismo. Poi il crollo dell’Urss, di cui, oggi, si pente. L’Occidente lo adora, in Russia è malvisto. Tutto il mondo lo chiama Gorby.
Se potesse tornare indietro cosa farebbe di diverso?
Torno spesso con la mente al marzo del 1985 quando fu accettata la proposta della mia nomina a segretario generale. Non potevo certo rinunciare. E Raissa (Raissa Maksimovna Gorbaciova, sua moglie) era contraria. Mi chiese: Ne hai bisogno?. Non provava simpatie per la politica, ma mi amava. Così dissi a me stesso: se sei una persona seria, non devi dire di no. Avevo ben chiara la situazione del Paese. Non caddi giù dalle nuvole. Ero nel Partito da quando avevo quindici anni. Ero pure il più giovane membro del Politburo. Probabilmente agirei nello stesso modo e la mia scelta sarebbe la stessa di ventisette anni fa. Di sicuro cercherei di evitare gli errori di calcolo e le previsioni sbagliate che ho fatto. 
Cosa è stato di intralcio nella realizzazione dei suoi progetti politici?
Stavamo andando nella giusta direzione. Eravamo però in ritardo con la riforma del Partito che da promotore della perestrojka si trasformò nel suo freno. A dire il vero anche la nomenklatura non ci aiutò. A un certo punto capì che se le fosse sfuggito il controllo del Paese, sarebbe stata la fine del monopolio. Il Pcus non superò la prova democratica. E anche dopo il 1989 nelle libere elezioni i comunisti ricevettero quasi l’85 per cento dei voti. Il popolo non era contro i comunisti, tra i quali figuravano persone serie e brillanti. Molto spesso tuttavia erano i carrieristi con la tessera del Partito a occupare i posti più importanti. Sicuramente rimanemmo indietro anche con la riforma dell’Unione. Non ci passava nemmeno per la testa che tutto sarebbe finito. Eravamo sicuri che l’Urss fosse una roccia.
Cosa sarebbe diventata l’Urss se si fossero attuate le riforme?
Sarebbe stato un Paese libero e democratico. Guardi, qualsiasi cosa abbia intenzione di fare il nuovo potere si sta chiarendo che il via di tutto fu dato durante la perestrojka. Questo significa che i processi iniziati allora continuano. Se avessi io la possibilità di occuparmene allora lo farei in modo coerente, graduale e non tutto in fretta e furia come è nella nostra tradizione. Accettare la perestrojka in un Paese come il nostro è in generale un grosso rischio. E prendersi la responsabilità per cambiamenti simili è un fardello fuori dalla portata di chiunque.
Quando si sarebbe potuta riformare l’Unione per non farla crollare? Negli anni Ottanta questo punto non era forse già stato superato e la dissoluzione era inevitabile?
Dopo 30 anni di governo di Stalin, dopo che si era insediato il suo rigido meccanismo e un sistema economico-amministrativo totalitario, uscirne come l’araba fenice dalle ceneri o ribellarsi a esso era impossibile. Krusciov ci provò e fece alcune cose affinché iniziassimo a pensare in quale Paese vivevamo, ma ne pagò il prezzo. Ci allontanavano dall’eredità staliniana a fatica. La gente semplice non capiva e non accettava tutte queste rivelazioni sul "culto della personalità". E tutto il periodo di Brezhnev fu a suo modo un neostalinismo: un regime totalitario senza repressioni.
Nella sua vita professionale e politica quale fu il momento di massima tensione? Cosa pensa della decisione che prese in quel frangente?
Dall’inizio alla fine, posso dire di aver dato tutto me stesso nel lavoro. E altrettanto ho ricevuto in cambio. Questo impegno mi è costato molto caro, da tanti punti di vista. Non giocavo a golf. Tutto quello che era rimasto a me e Raissa era la nostra passeggiata giornaliera di sei chilometri. In qualunque momento della giornata. Persino di notte se tornavo tardi. Uscivamo di casa e c’incamminavamo. Lo abbiamo fatto per quasi quarant’anni. Di una cosa mi rammarico: non aver portato avanti le riforme fino alla fine. E, comunque, attraverso compromessi, complicate manovre, decisioni flessibili siamo riusciti a portare la società fino al punto in cui ritornare a un passato totalitario e sovietico non era più possibile. Questo, alla fine, è ciò che conta.
Qual è secondo lei il suo successo più importante?
Negli anni della perestrojka siamo riusciti a metterci sul cammino della libertà. E questo percorso resta ancora da completare.
Ha un motto?
Uno che valesse per tutta la vita non ce l’avevo.  Quando però c’era la perestrojka, mi ripetevo spesso: risolvi i problemi in modo democratico, senza spargere sangue. Attraverso compromessi, manovre complicate e decisioni flessibili siamo riusciti a portare la società fino al punto in cui ritornare a un passato totalitario non era più possibile. Questo è ciò che conta.

Questa intervista è stata pubblicata per la prima volta sulla rivista "Snob"
L'intervento è stato pubblicato sull'edizione cartacea di Russia Oggi

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!