"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
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martedì 31 maggio 2011
lunedì 30 maggio 2011
sabato 28 maggio 2011
Oggi i funerali della povera Yara Gambirasio, la giovanissima uccisa brutalmente da uno o più misteriosi assassini! Da Avetrana a Brembate di sopra, il giallo continua da quasi un anno!
A tre mesi esatti dal ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, la comunità di Brembate Sopra (Bergamo), dove la 13enne era scomparsa il 26 novembre scorso, può finalmente renderle omaggio. La salma di Yara è stata restituita mercoledì alla famiglia che da tempo attendeva che l'autorità giudiziaria desse il nulla osta per le esequie. Oggi i funerali!
Silenzio surreale quando la bara bianca con il corpo di Yara Gambirasio ha fatto ingresso nel Palazzetto dello Sport di Brembate Sopra. Dietro al feretro, ci sono i genitori della ragazzina uccisa e i suoi fratellini che si tengono abbracciati. In molti non hanno retto alla commozione.
Al palazzetto dello sport di Bremabate Sopra dove si celebra il funerale di Yara Gambirasio,sono arrivati, oltre a parenti, amici e conoscenti della famiglia, anche numerose autorità. Sono entrati il Questore di Bergamo Vincenzo Riccardi, il pubblico ministero Letizia Ruggeri, titolare dell'indagine sull'omicidio della ragazzina, il Procuratore di Bergamo Massimo Meroni e l'onorevole bergamasco Mirko Tremaglia. Tra le tante le corone di fiori portate al palazzetto, ci sono anche quelle del Prefetto di Bergamo Camillo Andreana, della Provincia, del gruppo di facebook 'Per trovare Yara Gambirasio', di Telefono Azzurro e dei detenuti del carcere di Rebibbia.
Al palazzetto dello sport di Bremabate Sopra dove si celebra il funerale di Yara Gambirasio,sono arrivati, oltre a parenti, amici e conoscenti della famiglia, anche numerose autorità. Sono entrati il Questore di Bergamo Vincenzo Riccardi, il pubblico ministero Letizia Ruggeri, titolare dell'indagine sull'omicidio della ragazzina, il Procuratore di Bergamo Massimo Meroni e l'onorevole bergamasco Mirko Tremaglia. Tra le tante le corone di fiori portate al palazzetto, ci sono anche quelle del Prefetto di Bergamo Camillo Andreana, della Provincia, del gruppo di facebook 'Per trovare Yara Gambirasio', di Telefono Azzurro e dei detenuti del carcere di Rebibbia.
RIMANI SOGNO IN TRAGICA REALTA' - "Rimani un sogno in questa tragica realtà! Ciao Yara". E' uno dei messaggi scritti sul libro all'entrata del Palazzetto dello Sport di Brembate Sopra in cui si tengono le esequie di Yara Gambirasio.
Il sindaco di Brembate Sopra, Diego Locatelli, a nome della famiglia Gambirasio, ha rivolto un accorato appello a tutte le persone e ai mass media che intendevano partecipare ai funerali della piccola Yara "affinché sia rispettato il clima di raccoglimento e di preghiera irrinunciabile in un rito funebre". La cerimonia, presieduta dal vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, si tiene nella palestra del centro sportivo. "Siamo consapevoli che molte persone avrebbero voluto essere direttamente presenti alla cerimonia - ha detto il sindaco - Questo non è evidentemente possibile, ma per permettere a tutti coloro che lo desiderano di condividere il dolore della famiglia Gambirasio è stato allestito, nel piazzale della palestra, un maxischermo. Invitiamo anche le persone che assisteranno al funerale all'esterno a condividere il clima di cordoglio con la stessa intensità e silenziosa partecipazione", ha concluso Locatelli. Dopo le esequie, il feretro sarà trasferito direttamente a Bergamo per la cremazione. Le ceneri di Yara saranno consegnate alla famiglia all'inizio della prossima settimana
Giovedì e venerdì è rimasta aperta la camera ardente, questa mattina alle 11 i funerali che si svolgeranno al Palazzetto dello sport dove la piccola Yara si allenava. Ammesse solo 500 persone che saranno munite di un badge di riconoscimento. Gli altri potranno seguire la cerimonia dai maxi schermi che saranno allestiti all'esterno della struttura.
Il sindaco di Brembate Sopra, Diego Locatelli, a nome della famiglia Gambirasio, ha rivolto un accorato appello a tutte le persone e ai mass media che intendevano partecipare ai funerali della piccola Yara "affinché sia rispettato il clima di raccoglimento e di preghiera irrinunciabile in un rito funebre". La cerimonia, presieduta dal vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, si tiene nella palestra del centro sportivo. "Siamo consapevoli che molte persone avrebbero voluto essere direttamente presenti alla cerimonia - ha detto il sindaco - Questo non è evidentemente possibile, ma per permettere a tutti coloro che lo desiderano di condividere il dolore della famiglia Gambirasio è stato allestito, nel piazzale della palestra, un maxischermo. Invitiamo anche le persone che assisteranno al funerale all'esterno a condividere il clima di cordoglio con la stessa intensità e silenziosa partecipazione", ha concluso Locatelli. Dopo le esequie, il feretro sarà trasferito direttamente a Bergamo per la cremazione. Le ceneri di Yara saranno consegnate alla famiglia all'inizio della prossima settimana
Giovedì e venerdì è rimasta aperta la camera ardente, questa mattina alle 11 i funerali che si svolgeranno al Palazzetto dello sport dove la piccola Yara si allenava. Ammesse solo 500 persone che saranno munite di un badge di riconoscimento. Gli altri potranno seguire la cerimonia dai maxi schermi che saranno allestiti all'esterno della struttura.
La ragazza era in palestra - ad appena 700 metri da casa - dove aveva incontrato le sue istruttrici per consegnare uno stereo per una gara.
Sono decine le persone pronte a rendere l'ultimo saluto a Yara Gambirasio. Alcuni minuti prima delle 8, già una cinquantina di persone stazionava davanti ai cancelli della casa di riposo 'Serena' di Brembate in attesa di poter rendere omaggio alla piccola bara bianca. Nella camera ardente il feretro è "protetto" dai banchi di una chiesa, intorno rose bianche e calle. Sulla bara il disegno ad acquarello del fratello più piccolo che raffigura una bambina in un prato verde.
Yara Gambirasio, una ragazza di 13 anni, promessa della ginnastica ritmica, scompare il 26 novembre scorso a Brembate di Sopra, un piccolo comune alle porte di Bergamo.
Fonte: http://notizie.it.msn.com
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venerdì 27 maggio 2011
giovedì 26 maggio 2011
Serbia, arrestato Ratko Maldic!
L'ex capo militare dei serbi di Bosnia e' ricercato per genocidio e crimini contro l'umanita'!
Il generale della guerra serbo-bosniaca Ratko Mladic, la cui lunga latitanza ha ostacolato finora l'ingresso della Serbia nell'Unione europea, è stato arrestato in Serbia. Lo ha confermato il presidente Tadic.
"Si trova nel quartier generale della Bia", ha detto un amico di famiglia, facendo riferimento all'Agenzia di intelligence serba. "E' stato arrestato in Serbia", ha aggiunto.
Comandante delle forze serbo-bosniache nella guerra di Bosnia del 1992-1995, Mladic è stato incriminato nel 1995 di genocidio per il massacro di Srebrenica in cui morirono 8.000 uomini musulmani e per l'assedio di Sarajevo, durato 43 mesi.
Mladic, genocidio e crimini contro l'umanità, è stato arrestato dagli agenti della sicurezza di Stato serba, secondo la tv di Stato Rts Tv che ha citato alcune fonti.
La tv pubblica serba Rts ha confermato che Mladic è stato arrestato. Secondo un'altra televisione, B92, Mladic e' stato catturato nel villaggio di Lazarevo, a 80 chilometri a nord-est di Belgrado. E' attesa a minuti una conferenza stampa del presidente Boris Tadic.Fonte: http://notizie.it.msn.com
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mercoledì 25 maggio 2011
lunedì 23 maggio 2011
ULTIMISSIMA - Svolta nell'omicidio di Sarah Scazzi! Indagata Cosima: Concorso in omicidio!
Avviso di garanzia per Cosima Serrano, la zia di Sarah Scazzi. E' accusata di "concorso in omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere". La donna è la moglie di Michele Misseri e la madre di Sabrina. Gli inquirenti sospettano che abbia partecipato a tutte le fasi dell'omicidio della nipote, il 26 Agosto scorso. Il legale Franco De Jaco: "E' un atto dovuto in riferimento alle perizie genetiche in programma il 25 Maggio 2011!"
I SOSPETTI - Gli inquirenti sospettano che zia Cosima abbia partecipato a tutte le fasi dell'omicidio della nipote, il 26 agosto scorso. Così anche lei entra per la prima volta ufficialmente nella storia di Avetrana, dopo essere stata tirata in ballo più volte dai sospetti dell'opinione pubblica e, anche se mai ufficialmente, anche da quelli degli invistigatori. "Ho le valigie pronte. Vedrete che ora verranno a prendere anche me" aveva detto dopo le ultime dichiarazioni del marito, Michele, pronta ad andare in carcere. L'avviso le è stato notificato proprio all'uscita della casa circondariale di Taranto, dove era andata a trovare la figlia Sabrina.
L'AVVISO DI GARANZIA - Lo ha reso noto l'avvocato Franco De Jaco, legale di Cosima Serrano, ha reso noto che la sua assistita ha ricevuto un avviso di garanzia per "concorso in omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere" di Sarah Scazzi. "E' un atto dovuto in riferimento alle perizie genetiche in programma il 25 maggio", ha spiegato l'avvocato della moglie di Michele Misseri e madre di Sabrina.
"SCARCERARE SABRINA"- "Finalmente hanno visto che era tutto contro Sabrina e che le cose a favore di Sabrina erano state messe da parte" aveva detto la madre della ragazza. "E' come se si fosse girata la palla. Sicuramente ora usciranno anche le cose a favore di Sabrina" aveva aggiunto. Cosima ha sempre sostenuto la colpevolezza del marito e l'innocenza della figlia: "Sabrina non ha fatto niente e non è giusto che stia dove sta, mentre Michele, se ha fatto quello che ha fatto, è giusto che stia dove sta" ha ribadito.
CONFRONTO DEL DNA DI SEI PERSONE, ANCHE IVANO- La procura di Taranto ha chiesto ai Ris di esaminare e comparare i Dna di Michele e Sabrina Misseri e quelli di Cosima, del fratello di Michele, Carmine Misseri, di suo nipote Cosimo Cosma e di Ivano Russo, amico di Sabrina e di Sarah. Carmine Misseri e Cosimo Cosma sono già indagati per concorso in soppressione di cadavere e per questo vennero arrestati nel febbraio scorso e scarcerati dopo circa un mese per disposizione del tribunale del riesame.
CONFRONTO DEL DNA DI SEI PERSONE, ANCHE IVANO- La procura di Taranto ha chiesto ai Ris di esaminare e comparare i Dna di Michele e Sabrina Misseri e quelli di Cosima, del fratello di Michele, Carmine Misseri, di suo nipote Cosimo Cosma e di Ivano Russo, amico di Sabrina e di Sarah. Carmine Misseri e Cosimo Cosma sono già indagati per concorso in soppressione di cadavere e per questo vennero arrestati nel febbraio scorso e scarcerati dopo circa un mese per disposizione del tribunale del riesame.
IL CRIMINIOLOGO: FAMIGLIA KILLER BANALITA' DEL MALE - Con l'avviso di garanzia per Cosima Misseri il quadro e' completo: il padre Michele, la madre Cosima e la figlia Sabrina tutti coinvolti, almeno secondo gli inquirenti, nell'omicidio di Sarah Scazzi, a sua volta cugina di Sabrina. Un caso di "famiglia killer", secondo il criminologo Vincenzo Mastronardi, "che puo' sconvolgere e turbare, ma che da quello che emerge sembra rappresentare la banalita' del male. Ricostruendo la vicenda, ovviamente in attesa del processo, abbiamo una figlia che uccide la cugina per futili motivi (gelosia?), un padre che aiuta e copre, una madre che copre, e forse, chissa', aiuta anche lei. Per 40 giorni cercano di negare a tutti, forse anche a se' stessi. Poi il padre, quando capisce che il cerchio si sta chiudendo, tenta di prendersi tutte le colpe, e la figlia prontamente lo scarica come 'orco'. Poi cambia versione, e gli inquirenti spostano l'attenzione su Sabrina.
Ora c'e' dentro anche Cosima, matriarcale figura di mantide che sapeva tutto, nella migliore delle ipotesi, se non ha direttamente partecipato all'occultamento del cadavere di Sarah". E ora cosa succedera'? "Il timore, mi rendo conto, e' che con tutti questi colpevoli e tutte queste versioni non si trovi il colpevole vero, ma non credo. Abbiamo gia' precedenti di questo tipo: i coniugi Bebawi, che nel 1964 si accusarono a vicenda della morte di un giovane libanese (amante di lei), finendo assolti in primo grado ma poi condannati. E il caso piu' recente dei due immigrati accusati di aver gettato una prostituta da un'auto in corsa, uccidendola. Anche i due si accusarono reciprocamente, e sono finiti entrambi in galera. In situazioni cosi' complicate - conclude Mastronardi - e' piu' probabile che ci siano tutti colpevoli che tutti innocenti!"
Ora c'e' dentro anche Cosima, matriarcale figura di mantide che sapeva tutto, nella migliore delle ipotesi, se non ha direttamente partecipato all'occultamento del cadavere di Sarah". E ora cosa succedera'? "Il timore, mi rendo conto, e' che con tutti questi colpevoli e tutte queste versioni non si trovi il colpevole vero, ma non credo. Abbiamo gia' precedenti di questo tipo: i coniugi Bebawi, che nel 1964 si accusarono a vicenda della morte di un giovane libanese (amante di lei), finendo assolti in primo grado ma poi condannati. E il caso piu' recente dei due immigrati accusati di aver gettato una prostituta da un'auto in corsa, uccidendola. Anche i due si accusarono reciprocamente, e sono finiti entrambi in galera. In situazioni cosi' complicate - conclude Mastronardi - e' piu' probabile che ci siano tutti colpevoli che tutti innocenti!"
Fonte: http://affaritaliani.libero.it/
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La rivoluzione Islandese...
Cartina topografica dell'Islanda...
E' in corso da due anni una rivoluzione in Europa, ma nessuno ne parla: breve resoconto della rivolta anticrisi islandese.
Recentemente la rivolta in Tunisia si è conclusa con la fuga del tiranno Ben Alì, così democratico per l'occidente fino all'altroieri e alunno esemplare del Fondo monetario internazionale.
Tuttavia, un altra "rivoluzione" che ormai è in corso da due anni è stata completamente taciuta e nascosta dai media mainstream internazionali ed europei.
È accaduto nella stessa Europa, in un paese con la democrazia probabilmente più antica del mondo, le cui origini vanno indietro all'anno 930 e che ha occupato il primo posto nel rapporto del ONU sull'indice dello sviluppo umano di 2007/2008. Indovinate di quale paese si tratta? Sono sicuro che la maggioranza non ne ha idea.
Si tratta dell'Islanda, dove si è fatto dapprima dimettere il governo in carica al completo, poi si è passato alla nazionalizzazione delle principali banche, infine si è deciso di non pagare i debiti che queste avevano contratto con la Gran Bretagna e l'Olanda a causa della loro ignobile politica finanziaria; infine si è passati alla costituzione di un'assemblea popolare per riscrivere la propria costituzione.
Tutto questo avviene attraverso una vera e propria rivoluzione, seppur senza spargimenti di sangue ma semplicemente a colpi di casseruole, con le proteste e le urle in piazza e con lanci di uova, una rivoluzione contro il potere politico-finanziario neoliberista che aveva condotto il paese nella grave crisi finanziaria.
Non se ne è parlato dalle nostre parti, se non molto superficialmente, a differenza delle rivolte in altre latitudini discorsive (la Sicilia meridionale è più a sud di Tripoli, eppure la remota Islanda, più vicina al polo nord che all'Italia è percepita come parte della "Moderna" Europa).
Il motivo è semplicemente il terrore, per lor signori, democratici o conservatori che siano, della riproducibilità e l'estensione di quelle lotte.
Che cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei seguisse l'esempio islandese?
Brevemente, la storia dei fatti:
Alla fine di 2008, gli effetti della crisi nell'economia islandese sono devastanti. A ottobre Landsbanki, la banca principale del paese, è nazionalizzata.
Il governo britannico congela tutti i beni della sua filiale IceSave, con 300.000 clienti britannici e 910 milione euro investiti dagli enti locali e dalle organizzazioni pubbliche del Regno Unito. Alla Landsbanki seguiranno le altre due banche principali, la Kaupthing e il Glitnir. I loro clienti principali sono in quei paesi e in Olanda, clienti ai quali i loro rispettivi stati devono rimborsare i depositi bancari, all'incirca 3.700 milioni di euro di soldi pubblici.
L'insieme dei debiti per le attività bancarie dell'Islanda è equivalente a varie volte il suo PIL.
Da un lato, la valuta sprofonda ed il mercato azionario sospende la relativa attività dopo un crollo del 76%.
Il paese è alla bancarotta.
Il governo chiede ufficialmente aiuto al Fondo monetario internazionale che approva un prestito di 2.100 milioni dollari, accompagnato da altri 2.500 milioni da parte di alcuni paesi nordici.
Le proteste dei cittadini davanti al Parlamento a Reykjavik aumentano.
Il 23 gennaio 2009 si convocano le elezioni anticipate e tre giorni dopo, i cacerolad@s sono di nuovo in piazza in migliaia e impongono le dimissioni del primo ministro, il conservatore Haarden e di tutto il suo governo in blocco.
È il primo governo vittima della crisi finanziaria mondiale.
Il 25 aprile ci sono le elezioni generali vinte da una coalizione socialdemocratica e dal movimento della sinistra-verde guidate dalla nuova prima ministra Jóhanna Sigurðardóttir.
Nel 2009 la situazione economica resta devastata con il crollo del PIL del 7%..
Sulla base di una legge ampiamente discussa nel Parlamento, viene stabilito il pagamento dei debiti in Gran Bretagna e in Olanda attraverso 3.500 milioni di euro che tutte le famiglie islandesi avrebbero dovuto pagare attraverso una tassazione del 5,5% per i prossimi 15 anni.
Gli islandesi tornano a manifestare nelle strade per rivendicare un referendum popolare per la promulgazione della legge.
Nel gennaio 2010 il presidente, Ólafur Ragnar Grímsson, rifiuta di ratificare la legge e indice la consultazione popolare: in marzo il referendum con il 93% di NO al pagamento del debito.
La rivoluzione islandese vince. Il fondo monetario internazionale congela l'aiuto economico all'Islanda nella speranza di imporre in questo modo il pagamento dei debiti.
A questo punto il governo apre un'inchiesta per individuare e perseguire penalmente i responsabili della crisi.
Arrivano i primi mandati di cattura e gli arresti per banchieri e top-manager.
L'Interpool spicca un ordine internazionale di arresto contro l'ex presidente della Kaupthing, Sigurdur Einarsson.
Nel pieno della crisi, a novembre, si elegge un'assemblea costituente per preparare una nuova costituzione che, sulla base della lezione della crisi, sostituisce quella in vigore. Si decreta il potere popolare.
Vengono eletti 25 cittadini, senza alcun collegamento politico, tra le 522 candidature popolari, per le quali era necessario soltanto la maggiore età e il supporto sottoscritto di 30 cittadini.
L'assemblea costituzionale avvierà i suoi lavori nel febbraio del 2011 e presenterà a breve un progetto costituzionale sulla base delle raccomandazioni deliberate dalle diverse assemblee che si stanno svolgendo in tutto il paese. Tale progetto costituzionale dovrà poi essere approvato dall'attuale parlamento e da quello che sarà eletto alle prossime elezioni legislative.
Inoltre, l'altro strumento "rivoluzionario" sul quale si stà lavorando è l' "Icelandic Modern Media Initiative", un progetto finalizzato alla costruzione di una cornice legale per la protezione della libertà di informazione e dell'espressione.
L'obiettivo è fare del paese un rifugio sicuro per il giornalismo investigativo e la libertà di informazione, un "paradiso legale" per le fonti, i giornalisti e gli internet provider che divulgano informazioni giornalistiche: Un inferno per gli Stati Uniti ed un paradiso per Wikileaks.
Questa in breve la storia della rivoluzione islandese: dimissioni in blocco del governo, nazionalizzazione delle banche, referendum e consultazione popolare, arresto e persecuzione dei responsabili della crisi, riscritura della costituzione, esaltazione della libertà di informazione e di espressione.
Ne hanno parlato i mass media europei?
Ne hanno parlato i vari talk-show televisivi, i giornali di destra o di sinistra?
Nel nostro paese, come in tanti altri paesi occidentali, si cerca di superare la crisi attraverso un processo di socializzazione delle perdite con i tagli sociali e la precarizzazione dilagante.
Quando si inizia a parlare della rivolta islandese si tende a decostruire la potenza costituente della rivolta , minimizzando e relativizzando la sua porta, per il timore del contagio: e dunque l'Islanda è una piccola isola di soltanto 300.000 abitanti, con un complesso economico ed amministrativo molto meno complesso di quello dei grandi paesi europei, ragione per la quale è più facile da organizzare in se cambiamenti così radicali.
Insomma, in questo caso e da questa prospettiva è difficile impiantare l'ordine discorsivo "orientalistico" del sottosviluppo con il quale vengono liquidate le cosiddette "rivoluzioni modernizzatrici" del maghreb.
Parliamo comunque della "civile Europa".
La stessa "civile Europa" alla quale tentano di aggrapparsi i tecnocrati islandesi più realisti del re: la soluzione ai mali dell'Islanda, la crisi islandese, è a loro dire il prodotto dell'isolazionismo economico e da mesi continuano a parlare e accellerare sull'adesione all'Unione Europea come antidoto contro la devastazione neoliberista.
Confondono ancora una volta la cura con la malattia.
E quindi vogliono stringere su questo tema, così come allo stesso modo l'Europa vuole riprendere sotto le sue ali protettive la ribelle Islanda, per strangolarla dolcemente e senza traumi attraverso i suoi diktat, i suoi vincoli e i suoi patti di stabilità. Ma il popolo islandese ha già dimostrato di non lasciarsi facilmente abbindolare.
Recentemente la rivolta in Tunisia si è conclusa con la fuga del tiranno Ben Alì, così democratico per l'occidente fino all'altroieri e alunno esemplare del Fondo monetario internazionale.
Tuttavia, un altra "rivoluzione" che ormai è in corso da due anni è stata completamente taciuta e nascosta dai media mainstream internazionali ed europei.
È accaduto nella stessa Europa, in un paese con la democrazia probabilmente più antica del mondo, le cui origini vanno indietro all'anno 930 e che ha occupato il primo posto nel rapporto del ONU sull'indice dello sviluppo umano di 2007/2008. Indovinate di quale paese si tratta? Sono sicuro che la maggioranza non ne ha idea.
Si tratta dell'Islanda, dove si è fatto dapprima dimettere il governo in carica al completo, poi si è passato alla nazionalizzazione delle principali banche, infine si è deciso di non pagare i debiti che queste avevano contratto con la Gran Bretagna e l'Olanda a causa della loro ignobile politica finanziaria; infine si è passati alla costituzione di un'assemblea popolare per riscrivere la propria costituzione.
Tutto questo avviene attraverso una vera e propria rivoluzione, seppur senza spargimenti di sangue ma semplicemente a colpi di casseruole, con le proteste e le urle in piazza e con lanci di uova, una rivoluzione contro il potere politico-finanziario neoliberista che aveva condotto il paese nella grave crisi finanziaria.
Non se ne è parlato dalle nostre parti, se non molto superficialmente, a differenza delle rivolte in altre latitudini discorsive (la Sicilia meridionale è più a sud di Tripoli, eppure la remota Islanda, più vicina al polo nord che all'Italia è percepita come parte della "Moderna" Europa).
Il motivo è semplicemente il terrore, per lor signori, democratici o conservatori che siano, della riproducibilità e l'estensione di quelle lotte.
Che cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei seguisse l'esempio islandese?
Brevemente, la storia dei fatti:
Alla fine di 2008, gli effetti della crisi nell'economia islandese sono devastanti. A ottobre Landsbanki, la banca principale del paese, è nazionalizzata.
Il governo britannico congela tutti i beni della sua filiale IceSave, con 300.000 clienti britannici e 910 milione euro investiti dagli enti locali e dalle organizzazioni pubbliche del Regno Unito. Alla Landsbanki seguiranno le altre due banche principali, la Kaupthing e il Glitnir. I loro clienti principali sono in quei paesi e in Olanda, clienti ai quali i loro rispettivi stati devono rimborsare i depositi bancari, all'incirca 3.700 milioni di euro di soldi pubblici.
L'insieme dei debiti per le attività bancarie dell'Islanda è equivalente a varie volte il suo PIL.
Da un lato, la valuta sprofonda ed il mercato azionario sospende la relativa attività dopo un crollo del 76%.
Il paese è alla bancarotta.
Il governo chiede ufficialmente aiuto al Fondo monetario internazionale che approva un prestito di 2.100 milioni dollari, accompagnato da altri 2.500 milioni da parte di alcuni paesi nordici.
Le proteste dei cittadini davanti al Parlamento a Reykjavik aumentano.
Il 23 gennaio 2009 si convocano le elezioni anticipate e tre giorni dopo, i cacerolad@s sono di nuovo in piazza in migliaia e impongono le dimissioni del primo ministro, il conservatore Haarden e di tutto il suo governo in blocco.
È il primo governo vittima della crisi finanziaria mondiale.
Il 25 aprile ci sono le elezioni generali vinte da una coalizione socialdemocratica e dal movimento della sinistra-verde guidate dalla nuova prima ministra Jóhanna Sigurðardóttir.
Nel 2009 la situazione economica resta devastata con il crollo del PIL del 7%..
Sulla base di una legge ampiamente discussa nel Parlamento, viene stabilito il pagamento dei debiti in Gran Bretagna e in Olanda attraverso 3.500 milioni di euro che tutte le famiglie islandesi avrebbero dovuto pagare attraverso una tassazione del 5,5% per i prossimi 15 anni.
Gli islandesi tornano a manifestare nelle strade per rivendicare un referendum popolare per la promulgazione della legge.
Nel gennaio 2010 il presidente, Ólafur Ragnar Grímsson, rifiuta di ratificare la legge e indice la consultazione popolare: in marzo il referendum con il 93% di NO al pagamento del debito.
La rivoluzione islandese vince. Il fondo monetario internazionale congela l'aiuto economico all'Islanda nella speranza di imporre in questo modo il pagamento dei debiti.
A questo punto il governo apre un'inchiesta per individuare e perseguire penalmente i responsabili della crisi.
Arrivano i primi mandati di cattura e gli arresti per banchieri e top-manager.
L'Interpool spicca un ordine internazionale di arresto contro l'ex presidente della Kaupthing, Sigurdur Einarsson.
Nel pieno della crisi, a novembre, si elegge un'assemblea costituente per preparare una nuova costituzione che, sulla base della lezione della crisi, sostituisce quella in vigore. Si decreta il potere popolare.
Vengono eletti 25 cittadini, senza alcun collegamento politico, tra le 522 candidature popolari, per le quali era necessario soltanto la maggiore età e il supporto sottoscritto di 30 cittadini.
L'assemblea costituzionale avvierà i suoi lavori nel febbraio del 2011 e presenterà a breve un progetto costituzionale sulla base delle raccomandazioni deliberate dalle diverse assemblee che si stanno svolgendo in tutto il paese. Tale progetto costituzionale dovrà poi essere approvato dall'attuale parlamento e da quello che sarà eletto alle prossime elezioni legislative.
Inoltre, l'altro strumento "rivoluzionario" sul quale si stà lavorando è l' "Icelandic Modern Media Initiative", un progetto finalizzato alla costruzione di una cornice legale per la protezione della libertà di informazione e dell'espressione.
L'obiettivo è fare del paese un rifugio sicuro per il giornalismo investigativo e la libertà di informazione, un "paradiso legale" per le fonti, i giornalisti e gli internet provider che divulgano informazioni giornalistiche: Un inferno per gli Stati Uniti ed un paradiso per Wikileaks.
Questa in breve la storia della rivoluzione islandese: dimissioni in blocco del governo, nazionalizzazione delle banche, referendum e consultazione popolare, arresto e persecuzione dei responsabili della crisi, riscritura della costituzione, esaltazione della libertà di informazione e di espressione.
Ne hanno parlato i mass media europei?
Ne hanno parlato i vari talk-show televisivi, i giornali di destra o di sinistra?
Nel nostro paese, come in tanti altri paesi occidentali, si cerca di superare la crisi attraverso un processo di socializzazione delle perdite con i tagli sociali e la precarizzazione dilagante.
Quando si inizia a parlare della rivolta islandese si tende a decostruire la potenza costituente della rivolta , minimizzando e relativizzando la sua porta, per il timore del contagio: e dunque l'Islanda è una piccola isola di soltanto 300.000 abitanti, con un complesso economico ed amministrativo molto meno complesso di quello dei grandi paesi europei, ragione per la quale è più facile da organizzare in se cambiamenti così radicali.
Insomma, in questo caso e da questa prospettiva è difficile impiantare l'ordine discorsivo "orientalistico" del sottosviluppo con il quale vengono liquidate le cosiddette "rivoluzioni modernizzatrici" del maghreb.
Parliamo comunque della "civile Europa".
La stessa "civile Europa" alla quale tentano di aggrapparsi i tecnocrati islandesi più realisti del re: la soluzione ai mali dell'Islanda, la crisi islandese, è a loro dire il prodotto dell'isolazionismo economico e da mesi continuano a parlare e accellerare sull'adesione all'Unione Europea come antidoto contro la devastazione neoliberista.
Confondono ancora una volta la cura con la malattia.
E quindi vogliono stringere su questo tema, così come allo stesso modo l'Europa vuole riprendere sotto le sue ali protettive la ribelle Islanda, per strangolarla dolcemente e senza traumi attraverso i suoi diktat, i suoi vincoli e i suoi patti di stabilità. Ma il popolo islandese ha già dimostrato di non lasciarsi facilmente abbindolare.
Fonte: Facebook, pubblicata da Francesco Caruso il giorno Martedì 8 Marzo 2011 alle ore 19.46 da http://www.controlacrisi.org/
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Lo scandalo pedofilia e droga nella Chiesa Cattolica: “Don Seppia ci provava con i miei figli, la Chiesa sapeva e non ha fatto nulla!”
23 Maggio 2011: L’accusa di un medico in pensione: i bimbi avevano dai 10 ai 15 anni!
La Curia sapeva del vizietto di Don Riccardo Seppia, ma ha messo tutto a tacere? E anche la polizia ne era a conoscenza? Così sembrerebbe, a dar retta al racconto di un medico, padre di tre figli, che ha denunciato alla Curia e alle forze dell’ordine un episodio di stalking capitato a casa sua, e riportato dal Giornale:
Il nome di don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente in carcere da dieci giorni con l’accusa di abuso su minore e cessione di stupefacenti, era già stato scritto nei fascicoli della Procura di Genova. Da diciassette anni,poi dimenticato inmezzoagli scaffali.Èil racconto di un padre riportato dal Secolo XIX ad aprire un nuovo ed inquietante capitolo di questa sciagurata storia. Tutto comincia nel 1994, quando nella casa delgenitore di tre ragazzini di Quinto, nel levante genovese, iniziano ad arrivare delle strane telefonate. «Chiamate ossessive, ad ogni ora», rivela il medico ora in pensione al quotidianoligure, dopo essersi presentato in Procura. A quei tempi i suoi bimbi avevano 10 e 13 anni le femmine, 15 il maschio. Se la cornetta l’alzava lui, si sentivano solo respiri,ma se toccava ai piccoli, allora il maniaco parlava. «Con loro perdeva ogni freno e pronunciava frasi blasfeme, pornografiche.Non riusciva a fermarsi e ogni volta sconvolgeva i ragazzi».
Non ebbe alcun dubbio all’epoca a firmare una denuncia contro ignoti, il magistrato diede il via libera per mettereil telefono sotto controllo e le indagini partirono, l’esito non lasciò dubbi: le chiamatepartivano dal telefono del curato della parrocchia di San Pietro di Quinto, don Riccardo Seppia. «Si capì che le molestie arrivavano da lì. Mi dissero quello e niente più. Dopo la mia denuncia e letelefonate controllate, le molestie finirono e il viceparrocofu trasferito».E così accade: don Seppia viene nominato parroco a Clavarezza, Pareto e Frassinello in Valbrevenna.Ma nonostante siano passati 17 anni, l’ex dottore teme che possa esserci stato qualcos’altro con i suoi tre figli. «Non ditemi che la Curia era all’oscuro di tutto e che per il cardinale Bagnasco è stato un fulmine a ciel sereno. Questo è un affronto che non riesco ad accettare».
Fonte: http://www.giornalettismo.com
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Crisi, un italiano su 4 è a rischio povertà!
I più colpiti dal fenomeno gli anziani soli e le famiglie più numerose, soprattutto quelle che vivono nel Mezzogiorno. La crisi colpisce i giovani e le donne!
Un italiano su 4 è a rischio povertà o esclusione sociale: il 24,7% della popolazione, più o meno 15 milioni. A dare l’allarme l'Istat nel rapporto annuale diffuso oggi, secondo cui si tratta di un "valore superiore alla media Ue (23,1%)". In particolare, le persone più a rischio sono gli anziani soli e le famiglie più numerose, soprattutto quelle che vivono nel Mezzogiorno, che si conferma l'area più depressa della penisola.Il rapporto conferma anche che sono i giovani la categoria più colpita dalla crisi economica: nel biennio 2009-2010 si registrano 501mila occupati in meno nella fascia d'età compresa tra i 15 e i 29 anni. In totale, il numero degli occupati è diminuito di 532 mila unità. Al saldo negativo dei giovani si aggiunge infatti il calo di 322 mila unità nella fascia d'età compresa tra i 30 e i 49 anni cui si contrappone l'incremento di 291 mila unità tra gli over 50.
Nel 2008-2009 circa 800.000 madri italiane (pari all’8,7% delle donne che lavorano o hanno lavorato in passato) hanno dichiarato di essere state licenziate o messe in condizioni di doversi dimettere in occasione o a seguito di una gravidanza. A subire più spesso questo trattamento, si legge nel dossier, "non sono e donne delle generazioni anziane ma le più giovani (il 13,1% delle madri nate dopo il 1973), le residenti nel Mezzogiorno (10,5) e le donne con un titolo di studio basso (10,4)".
Fonte: http://www.fastweb.it
23 maggio 2011
LA FINE DELLA LIBERTA' DI PAROLA? OGGI CI LAMENTIAMO MA NEL 2011 SOTTO IL GOVERNO GUIDATO DA SILVIO BERLUSCONI, FINI E BOSSI, FORSE ERA PEGGIO?
SILVIO BERLUSCONI LEADER STORICO DI FORZA ITALIA
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giovedì 19 maggio 2011
القضية التي صمد من أجلها الشيخ المجاهد أسامة بن لادن رحمه الله
OSAMA BIN LADEN - ALQAEDA
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lunedì 16 maggio 2011
domenica 15 maggio 2011
Le Guerre servono a far soldi: per chi avesse dei dubbi...
In Costa d’Avorio c'è una guerra civile: E già questa frase dovrebbe farci venire non dico la pelle d'oca, ma almeno farci dire: Ma basta! Non si può fare qualcosa per evitare tutto questo?
Ma no! La guerra serve! Mentre l'Africa brucia la Finanza (almeno una parte) sorride, ecco perchè serve. Sono cinico? Sono il classico pacifistacomunistaterzomondista?
La guerra civile può diventare il trampolino per buona parte degli interessi economici della finanza mondiale. La Costa d'Avorio ad esempio è ricca di diamanti, oro, ma anche di caffè e cacao, di cui è il primo produttore mondiale... il prezzo delle materie prime alimentari ivoriane si è impennato negli ultimi anni.
Chi sogna e specula su rialzi e ribassi sono i finanzieri alla Gordon Gekko (del primo Wall Street): il 40% dei gestori ritiene l’Africa la scommessa più interessante da fare nel prossimo decennio. Chi è vittima due volte (delle armi e della finanza) è il popolo, la gente, che poi magari arriva a Lampedusa. E che vediamo solo come problema... domandiamoci chi prende i nostri soldi quando beviamo una cioccolata o un caffè... o quando regaliamo un diamante, che "é per sempre" proprio come la guerra.
Per chi vuole approfondire un bell' articolo de Linkiesta aiuta.
La guerra civile può diventare il trampolino per buona parte degli interessi economici della finanza mondiale. La Costa d'Avorio ad esempio è ricca di diamanti, oro, ma anche di caffè e cacao, di cui è il primo produttore mondiale... il prezzo delle materie prime alimentari ivoriane si è impennato negli ultimi anni.
Chi sogna e specula su rialzi e ribassi sono i finanzieri alla Gordon Gekko (del primo Wall Street): il 40% dei gestori ritiene l’Africa la scommessa più interessante da fare nel prossimo decennio. Chi è vittima due volte (delle armi e della finanza) è il popolo, la gente, che poi magari arriva a Lampedusa. E che vediamo solo come problema... domandiamoci chi prende i nostri soldi quando beviamo una cioccolata o un caffè... o quando regaliamo un diamante, che "é per sempre" proprio come la guerra.
Per chi vuole approfondire un bell' articolo de Linkiesta aiuta.
Fonte: http://ottavianigiancarlo.blogspot.com
L'assillo della moneta e la cultura del debito...
La funzione utile delle banche è stata via via prevaricata da forti speculazioni...
Ormai nella vita cittadina niente si può fare senza denaro,
al contrario di quello che avveniva in passato...
La moneta è da sempre oggetto di discussione ed argomento molto sentito che fa subito presa sulle masse.
È ormai ovvio che, nell'immaginario collettivo, il suo possesso si identifica con la ricchezza, una delle principali aspirazioni consce od inconsce dell'essere umano, spingendo l'ingegno a formulare sempre nuove soluzioni per accaparrarsene di più.
Di origine antica, la moneta da sempre svolge funzioni di mezzo di pagamento, facilita gli scambi eliminandone gli inconvenienti ma non il senso (come nel baratto), viene utilizzata per quantificare il valore dei beni e serve da accumulatore di riserva.
Da molti viene vista in negativo, demonizzata e deprecata ma rimane uno strumento essenziale della nostra vita, senza la quale ci troveremmo in serie difficoltà.
La civiltà consumistica è molto legata e sensibile a tutto ciò che è inerente le moneta, mentre man mano che si adotta uno stile di vita decrescente e sobrio essa diventa sempre meno importante e relativa anche se utilizzata comunemente ed indispensabilmente.
L'assillo della moneta, colpisce sempre più famiglie: ormai nella vita cittadina niente si può fare senza denaro, al contrario di quello che avveniva in passato, quanto una parte della popolazione viveva ai margini dell'economia monetaria, pertanto siamo divenuti pressoché dipendenti del sistema ed incapaci di provvedere autonomamente ai nostri bisogni primari.
Lo spettro della povertà - intesa come mancanza di moneta - viene sbandierato ogni qual volta può ritenersi utile, e frequentemente è l'argomento cardine delle affermazioni pro-crescita economica o di critica alla decrescita. Poi vi è chi, utilizzando tecniche da leggende metropolitane, disquisisce improbabili teorie su complotti sovranazionali che mirano a impadronirsi del mezzo monetario espropriando i cittadini, sfruttando la sensibilità al tema di molti.
Certo a chi non farebbe comodo avere un reddito da cittadinanza per il solo fatto di essere cittadino dello Stato che stampa carta moneta? In effetti molti guardano con in invidia alla posizione dei 'signori' del medioevo che battevano moneta (locale) a loro piacimento, ma si cadrebbe nello stesso comportamento che si vuole deprecare.
Oggi si riesce a vivere in una situazione di relativa stabilità monetaria, con vantaggio per la maggior parte dei cittadini, che possono risparmiare senza veder decimati i propri guadagni e che non perdono potere di acquisto repentinamente e che non sono costretti a ricontattare salari e condizioni di guadagno. Allo stesso modo i piccoli imprenditori, gli artigiani possono attingere al credito senza dover pagare costosissimi prestiti.
Fino a quando la moneta però è ancorata all'economia reale il sistema funziona, se invece - come usualmente accade – si utilizza la moneta per fini speculativi, il sistema si pone in una situazione di forte rischio, e ne fanno le spese soprattutto i cittadini.
Il nostro sistema bancario (quello italiano) nasce per una funzione sociale, una delle banche più antiche, il Monte dei Paschi di Siena, nacque basando il suo credito sui prodotti della natura e la sua attività era di ausilio e supporto per la pastorizia e l'agricoltura.
Lo scopo della banca, quella utile ed apprezzabile, non è creare soldi ma favorire l'incontro tra chi ha risparmi e chi ha necessità di ottenere un finanziamento per la propria attività. Trattasi di un servizio ed in quanto tale va remunerato sotto forma di interesse o sotto forma di compenso (come nel caso della Jak Bank, la prima banca senza interesse), ma nel corso del tempo, la funzione utile delle banche è stata via via prevaricata da forti speculazioni e la moneta è divenuta anche strumento per opprimere persone ed interi popoli.
Se è vero che l'alta finanza speculativa è inutile ma soprattutto dannosa alla civiltà ed allo sviluppo umano, favorire adeguatamente l'accesso al credito anche alle sole idee attraverso vari strumenti come i prestiti d'onore, il micro-credito o formule similari basati su progetti concreti, è la strada da percorrere se vogliamo ritornare alle origini dell'utilità della funzione bancaria ad allo sviluppo di un nuovo rinascimento economico.
Il sistema bancario è riconosciuto quale sistema centrale e cruciale per un corretto funzionamento dell'economia, pertanto è giustamente sottoposto a vincoli e garanzie nei confronti dei cittadini-risparmiatori (anche se a volte elusi o raggirati), ma nel contempo, non garantisce correttamente l'accesso al credito agli imprenditori che non hanno mezzi sufficienti, e tende a favorire i grossi poteri e le grosse realtà giudicate più solvibili e meritevoli, creando una sorta di circolo vizioso che alla lunga porta danni al sistema.
Più che accanirci contro la moneta in sé, quindi, si possono imparare a conoscere ed evitare strumenti subdoli e pericolosi quali il credito al consumo; buona parte del consumo del futile viene alimentato con tale strumento che deve essere opportunamente sfavorito e scoraggiato.
In Italia, fortunatamente o consapevolmente, in controtendenza, si sta accusando una forte flessione del credito al consumo e delle carte di credito, e - noi italiani - non possiamo che esserne fieri, tra l'altro siamo sempre stati un popolo di risparmiatori e le forzature dell'indebitamento cominciano a stancarci.
Ma nonostante tutto, i livelli di indebitamento delle famiglie italiane (considerando anche i mutui) sono purtroppo tutt'ora elevati, anche se meno rispetto al resto del mondo. Si rende necessario quindi cogliere l'occasione per sradicare la cultura del debito dell'acquisto a rate e ri-sostituirla con la cultura del risparmio, acquistando un bene solo quando serve e non perché è a 'tasso 0'.
In più, per le stesse motivazioni che ci spingono ad acquistare 'locale' o a 'km 0' potremmo indirizzarci ad un risparmio consapevole, quale quello di favorire le piccole banche locali alle grandi, spesso speculatrici, o a rivolgerci a banche che si facciano carico di scegliere e selezionare eticamente le proprie attività (vedasi il grande e positivo esempio di Banca Etica ed Eticredito che di recente hanno rifiutato di fornire assistenza per lo scudo fiscale e che sono impegnate anche in campagne a favore dell'ambiente). Cosi facendo, come per la spesa di tutti i giorni, possiamo spingere attraverso un comportamento comune, il sistema verso obiettivi di equità e di giustizia sociale.
In sostanza vivere in sobrietà non è vivere senza moneta, ma diventarne sempre meno dipendenti in qualsiasi forma essa si presenti, evitando di mercificare ogni interazione sociale e di misurarla col metro di valore monetario, ma favorendo rapporti incondizionati in convivialità e nel reciproco scambio 'senza interesse'.
Fonte: http://www.ilcambiamento.it
15 Giugno 1939: Adolf Hitler stampa moneta propria, senza signoraggio bancario!
Giugnodel 1939: “La legge sulla Reichsbank”
Il 3 Settembre 1939 Inghilterra e Francia dichiareranno guerra alla Germania! Erano trascorsi solo 3 mesi!
L'usura finanaziaria e bancaria internazionale aveva fretta!
Una "infezione" simile NON poteva attecchire in tutta l'Europa!
Il 3 Settembre 1939 Inghilterra e Francia dichiareranno guerra alla Germania! Erano trascorsi solo 3 mesi!
L'usura finanaziaria e bancaria internazionale aveva fretta!
Una "infezione" simile NON poteva attecchire in tutta l'Europa!
In Germania, per la prima volta da quando, nel 1695 si era imposto il signoraggio, un governo aveva avuto il coraggio e la forza di nazionalizzare la banca di emissione, riacquistando, così, la proprietà della moneta.
Gli avvenimenti successivi – ci riferiamo ovviamente al secondo conflitto mondiale – hanno messo in ombra questo evento di portata storica.
Le “democrazie occidentali”, che pure poco o nulla avevano fatto per salvare quell’abborracciata anomalia statale battezzata a Versailles Cecoslovacchia e da loro vezzeggiata e armata in funzione antitedesca, scoprirono all’improvviso l’irrefrenabile desiderio, l’imprescindibile necessità di “morire per Danzica”.
Nessuno storico, almeno a nostra conoscenza, ha mai correlato i due fatti, il che indurrebbe a ritenere che, secondo gli ufficiali sacerdoti di Clio, i due avvenimenti, lo scoppio delle ostilità e la nazionalizzazione della banca di emissione, corrano su binari diversi, mai destinati ad incontrarsi.
E questo è, quantomeno per quegli storici così attenti alla componente economica, decisamente strano.
Tutti hanno accettato di buon grado e come incontrovertibili le motivazioni ufficiali di Francia e Gran Bretagna.
E questo è, quantomeno per quegli storici così attenti alla componente economica, decisamente strano.
Tutti hanno accettato di buon grado e come incontrovertibili le motivazioni ufficiali di Francia e Gran Bretagna.
Eppure è ingenuo pensare che i governi inglese e francese nel dichiarare guerra alla Germania palesassero le reali motivazioni in forza delle quali decidevano di entrare in conflitto. Del resto, se “morire per Danzica” destava già non poche perplessità fra il popolo e l’esercito francese, come avrebbero mai reagito questi ad una parola d’ordine che suggerisse di morire per il signoraggio?
A guerra finita, le potenze occupanti hanno provveduto a eliminare quest’anomalia bancaria tedesca, da loro vista come un pericoloso focolaio di infezione.
A guerra finita, le potenze occupanti hanno provveduto a eliminare quest’anomalia bancaria tedesca, da loro vista come un pericoloso focolaio di infezione.
- Gli americani hanno provveduto con la Legge n. 60 del 1° marzo 1948 (Militärregierung Deutschland, Amerikanisches Kontrollgebiet, Gesetz Nr. 60 vom 1. Marz 1948)
- Gli inglesi con l’Ordinanza n. 129, del 1° marzo 1948 (Militärregierung Deutschland, Britisches Kontrollgebiet, Verordnung Nr. 129 vom 1. März 1948)
- I francesi con l’Ordinanza 203 del 26 marzo 1949 (Militärregierung Deutschland, Französisches KontroUgebiet, Verordnung Nr. 203 vom 26. März 1949).
Non siamo in grado di fornire al lettore gli estremi della norma promulgata nel settore sovietico, del resto se si pensa che la Gosbank – la banca di emissione sovietica – era anch’essa privata e contava fra i suoi soci il miliardario “americano” Armand Hammer, è diffìcile pensare che abbiano tardato ad emettere una norma del genere.
C’erano voluti poco meno di dieci sanguinosi anni e qualche milione di morti, ma, finalmente, l’ordine era stato ripristinato e gli affari potevano riprendere il loro corso usuale.
Per garantirsi, però, un lungo sonno indisturbato ed evitare il ripetersi di analoghi “crimini” era necessario demonizzare l’avversario ed esporlo al ludibrio dell’universo mondo. E anche questo è puntualmente avvenuto.
Il governo del Reich ha approvato la seguente legge, che viene così emanata :
La Banca Tedesca del Reich è, in quanto banca d’emissione, alle dirette dipendenze della totale sovranità del Reich.
È al servizio della realizzazione degli scopi fissati dal governo nazionalsocialista nei limiti della sfera di competenza affidatale, soprattutto per la garanzia del valore della valuta tedesca. Per regolamentare i rapporti giuridici della Banca del Reich, costituita con la legge del 14 Marzo 1875 (RGBI. S. 177), il governo del Reich ha approvato la seguente legge, che viene qui proclamata:
I. Forma giuridica e Incombenze
§1
(1) La Banca Tedesca del Reich fa capo direttamente al Führer e Cancelliere del Reich.
(2) È persona giuridica di diritto pubblico con sede a Berlino. Può istituire delle filiali.
§2
I compiti della Banca Tedesca del Reich derivano dalla sua posizione di banca d’emissione del Reich. Essa sola ha il diritto di emettere banconote. Deve inoltre regolamentare le transazioni e le operazioni finanziarie in Germania e all’estero. Deve anche provvedere alla utilizzazione dei mezzi economici disponibili dell’economia tedesca nel modo più appropriato per l’interesse collettivo e politico-economico.
II. Direzione e Amministrazione
§3
(1) La Banca Tedesca del Reich è diretta e amministrata dal presidente e dagli altri componenti del comitato direttivo, secondo le disposizioni e con la supervisione del Führer e Cancelliere del Reich.
(2) Nel comitato direttivo della Banca del Reich, è il presidente che prende le decisioni.
§4
Il Führer e Cancelliere nomina il presidente della banca e gli altri componenti del comitato direttivo. Egli decide la durata del loro incarico.
Gli stipendi, gli assegni di aspettativa, le pensioni e le pensioni di guerra del presidente della banca e degli altri componenti del comitato direttivo, vengono definiti da un contratto con la Banca Tedesca del Reich. II contratto necessita dell’approvazione del Führer e Cancelliere del Reich.
Il Führer e Cancelliere del Reich può rimuovere il presidente della banca e gli altri componenti del comitato direttivo in qualsiasi momento, nel rispetto della salvaguardia dei diritti contrattuali.
Questo fu l'unico motivo per il quale TUTTO il democratico mondo, soggiogato dall'USURA bancaria internazionale, dichiarò la GUERRA di AGGRESSIONE al per nulla politically correct Adolf Hitler!
C’erano voluti poco meno di dieci sanguinosi anni e qualche milione di morti, ma, finalmente, l’ordine era stato ripristinato e gli affari potevano riprendere il loro corso usuale.
Per garantirsi, però, un lungo sonno indisturbato ed evitare il ripetersi di analoghi “crimini” era necessario demonizzare l’avversario ed esporlo al ludibrio dell’universo mondo. E anche questo è puntualmente avvenuto.
Il governo del Reich ha approvato la seguente legge, che viene così emanata :
La Banca Tedesca del Reich è, in quanto banca d’emissione, alle dirette dipendenze della totale sovranità del Reich.
È al servizio della realizzazione degli scopi fissati dal governo nazionalsocialista nei limiti della sfera di competenza affidatale, soprattutto per la garanzia del valore della valuta tedesca. Per regolamentare i rapporti giuridici della Banca del Reich, costituita con la legge del 14 Marzo 1875 (RGBI. S. 177), il governo del Reich ha approvato la seguente legge, che viene qui proclamata:
I. Forma giuridica e Incombenze
§1
(1) La Banca Tedesca del Reich fa capo direttamente al Führer e Cancelliere del Reich.
(2) È persona giuridica di diritto pubblico con sede a Berlino. Può istituire delle filiali.
§2
I compiti della Banca Tedesca del Reich derivano dalla sua posizione di banca d’emissione del Reich. Essa sola ha il diritto di emettere banconote. Deve inoltre regolamentare le transazioni e le operazioni finanziarie in Germania e all’estero. Deve anche provvedere alla utilizzazione dei mezzi economici disponibili dell’economia tedesca nel modo più appropriato per l’interesse collettivo e politico-economico.
II. Direzione e Amministrazione
§3
(1) La Banca Tedesca del Reich è diretta e amministrata dal presidente e dagli altri componenti del comitato direttivo, secondo le disposizioni e con la supervisione del Führer e Cancelliere del Reich.
(2) Nel comitato direttivo della Banca del Reich, è il presidente che prende le decisioni.
§4
Il Führer e Cancelliere nomina il presidente della banca e gli altri componenti del comitato direttivo. Egli decide la durata del loro incarico.
Gli stipendi, gli assegni di aspettativa, le pensioni e le pensioni di guerra del presidente della banca e degli altri componenti del comitato direttivo, vengono definiti da un contratto con la Banca Tedesca del Reich. II contratto necessita dell’approvazione del Führer e Cancelliere del Reich.
Il Führer e Cancelliere del Reich può rimuovere il presidente della banca e gli altri componenti del comitato direttivo in qualsiasi momento, nel rispetto della salvaguardia dei diritti contrattuali.
Questo fu l'unico motivo per il quale TUTTO il democratico mondo, soggiogato dall'USURA bancaria internazionale, dichiarò la GUERRA di AGGRESSIONE al per nulla politically correct Adolf Hitler!
Fonte:
La legge sulla Reichsbank (15 giugno 1939) Il III Reich nazionalizza la banca di emissione,
€ 10,00.
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Per richiedere il volume contattare:
Effepi Edizioni, Via Balbi Piovera 7 - 16149 Genova
Telefono: 010 6423334 - 338 9195220
Posta elettronica: effepiedizioni@hotmail.com
Telefono: 010 6423334 - 338 9195220
Posta elettronica: effepiedizioni@hotmail.com
Da:
http://olo-truffa.myblog.it/archive/2011/04/02/temp-5430cdef001f754842b30a42ec9fe9c5.html
Fonte da web: http://www.metamorfosi-aliene.it
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sabato 14 maggio 2011
giovedì 12 maggio 2011
Libia: Gheddafi ri-appare in Tv...morto o non morto? I filmati sono recenti o registrati molti giorni prima?
Sono le prime immagini di Muammar Gheddafi non solo dal bombardamento Nato del suo bunker, nella notte tra lunedì e martedì scorsi. Ma dall'uccisione del figlio Saif Al-Arab e di 3 nipoti, la notte del 30 aprile, durante un raid aereo che ha colpito la sua base a Tripoli.
Diffuso dalla tv di Stato libica, il video mostrerebbe una riunione tra il rais e i leader tribali e sarebbe stato registrato ieri. Affermazione che non è possibile verificare in maniera indipendente....
Diffuso dalla tv di Stato libica, il video mostrerebbe una riunione tra il rais e i leader tribali e sarebbe stato registrato ieri. Affermazione che non è possibile verificare in maniera indipendente....
mercoledì 11 maggio 2011
martedì 10 maggio 2011
Nel bunker di Bin Laden: il raid delle forze speciali Americane che ha ucciso OSAMA BIN LADEN...
OSAMA BIN LADEN
E' STATO UCCISO NEL SUO BUNKER
DURANTE UN RAID DELLE
FORZE SPECIALI AMERICANE
La morte di Osama bin Laden avvenne il 2 maggio 2011, nel corso della cosiddetta Operation Neptune Spear, un'azione militare condotta dai Navy SEAL nell'ambito della guerra al terrorismo. L'operazione è erroneamente nota anche come Operazione Geronimo o ancora Abbottabad Operation per la stampa pakistana.
Tale operazione, preceduta da vasti preparativi di intelligence, è culminata il 2 maggio 2011, quando è stato annunciato al mondo che forze speciali USA, nei pressi di Abbottabad (Pakistan), avevano ucciso il cosiddetto "sceicco del terrore". Autorizzata dal presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, l'iniziativa è stata materialmente realizzata da componenti del Navy SEAL inquadrati nell'United States Naval Special Warfare Development Group (comunemente conosciuto anche come DEVGRU o SEAL Team Six (ST6), suo vecchio nome) e da agenti della Special Activities Division della CIA. La direzione tattica era stata affidata al Joint Special Operations Command, in coordinazione con agenti della CIA. L'incursione prese le mosse da una località afgana di confine.
La morte di Bin Laden venne accolta favorevolmente dall'opinione pubblica americana, e salutata da Ban Ki-moon, Segretario generale delle Nazioni Unite, NATO, Unione europea, e un gran numero di paesi come un positivo e rilevante punto di svolta della sicurezza globale e della lotta al terrorismo. In controtendenza, Ismāʿīl Haniyeh, capo di Hamās nella Striscia di Gaza, ebbe a dichiarare: "Condanniamo l'assassinio di un combattente arabo e musulmano".
Il governo pakistano fu criticato per non aver rilevato che il pericoloso terrorista abitava indisturbato in un vistoso complesso edilizio in una delle principali città del paese, prossima all'accademia militare più importante e a cinquanta chilometri dalla capitale Islamabad. Le autorità locali negarono di aver saputo di ospitare bin Laden, e respinsero fermamente le insinuazioni di una loro complicità con il ricercato.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/
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domenica 8 maggio 2011
Gravissimo incidente nucleare in Africa, ma in Italia nessuno ne parla, perchè?
Pubblicato il 16 Gennaio 2011 - L’ 11 dicembre 2010 oltre 200.000 litri di fanghi radioattivi sono fuoriusciti da tre piscine lesionate presso la miniera d’uranio Somair in Niger, miniera che appartiene al gigante nucleare francese Areva. I fanghi si sono riversati nell’ambiente, causando una vera e propria catastrofe radioattiva.
Voi lo sapevate? Ne avete sentito parlare?
Non credo, dato che in Italia la notizia ha ricevuto solo indifferenza. Chissà perchè…ma capirlo non è poi così difficile vero? In Italia si vuole a tutti i costi rilanciare il nucleare, si pretende energia “pulita” dall’atomo (una contraddizione in termini). Non era quindi proprio il caso che una notiza del genere – resa nota da Greenpeace – fosse portata all’attenzione della popolazione italiana. E’ meglio che gli italiani non sappiano di questa catastrofe ambientale che avrebbe fatto venire ancora più dubbi sulle centrali nucleari.
Ci sono troppi interessi (di pochi) e troppi soldi (di tutti) dietro al rilancio in Italia delle centrali nucleari, quindi meglio che questa notizia non giunga alle orecchie degli italiani che nel frattempo sono invasi dagli spot pro-nucleare (si presume a nostre spese!) nei cinema, sugli schermi televisivi e nei giornali. Nessuno che pero’ ci informa sulla “sicurezza” delle scorie, sul problema del loro smaltimento e sul pericolo che le stesse rappresentano per l’intera umanità.
Voi lo sapevate? Ne avete sentito parlare?
Non credo, dato che in Italia la notizia ha ricevuto solo indifferenza. Chissà perchè…ma capirlo non è poi così difficile vero? In Italia si vuole a tutti i costi rilanciare il nucleare, si pretende energia “pulita” dall’atomo (una contraddizione in termini). Non era quindi proprio il caso che una notiza del genere – resa nota da Greenpeace – fosse portata all’attenzione della popolazione italiana. E’ meglio che gli italiani non sappiano di questa catastrofe ambientale che avrebbe fatto venire ancora più dubbi sulle centrali nucleari.
Ci sono troppi interessi (di pochi) e troppi soldi (di tutti) dietro al rilancio in Italia delle centrali nucleari, quindi meglio che questa notizia non giunga alle orecchie degli italiani che nel frattempo sono invasi dagli spot pro-nucleare (si presume a nostre spese!) nei cinema, sugli schermi televisivi e nei giornali. Nessuno che pero’ ci informa sulla “sicurezza” delle scorie, sul problema del loro smaltimento e sul pericolo che le stesse rappresentano per l’intera umanità.
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