Castro è stato il leader della rivoluzione cubana contro il regime di Fulgencio Batista e, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci da parte degli Stati Uniti d'America, ha instaurato un governo autoritario legato all'Unione Sovietica, da lui ininterrottamente guidato. Ha spesso giocato un ruolo internazionale maggiore di quanto lascino supporre le dimensioni geografiche, demografiche ed economiche di Cuba a causa della sua posizione strategica e vicinanza geografica agli Stati Uniti d'America. Castro è una figura controversa: i detrattori lo considerano un dittatore nemico dei diritti umani, mentre i suoi sostenitori lo considerano un liberatore dall'imperialismo e sottolineano i progressi sociali che egli ha promosso a Cuba.
È noto anche con l'appellativo di Líder máximo, pare attribuitogli quando (il 2 dicembre 1961) dichiarò che Cuba avrebbe adottato il Comunismo in seguito allo Sbarco della Baia dei Porci a sud dell'Avana, un fallito tentativo degli Stati Uniti di rovesciare il governo cubano: nel corso degli anni Castro ha rafforzato la popolarità di quest'appellativo.
La leadership di Castro è rimasta incontestata, grazie al sostegno delle masse dovuto al miglioramento delle condizioni di vita secondo i suoi sostenitori, a causa della coercizione e della repressione secondo i detrattori.
Il 18 febbraio 2008, dopo 49 anni di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri.
Nel 1932 Fidel studiò a Santiago de Cuba, inizialmente alla scuola La Salle, un istituto per ragazzi di famiglie benestanti, e poi, dal 1941 al 1945, si trasferì all'Avana, nell'esclusivo collegio dei Gesuiti Belèn.
Nel 1945 si iscrisse alla facoltà di legge dell'Università dell'Avana. Nell'ateneo molto politicizzato, Fidel aderì alla lega antimperialista schierandosi apertamente contro il nuovo presidente cubano, Ramòn Grau.
Nel 1948 sposò Mirta Diaz-Balart, studentessa di filosofia. In viaggio di nozze i due sposi trascorsero un breve periodo negli Stati Uniti.
Castro ritornò in patria clandestinamente, con diversi altri esiliati, navigando dal Messico a Cuba su una piccola imbarcazione, il Granma. La prima azione del gruppo, che volle chiamarsi il Movimento del 26 di luglio, si svolse nella provincia di Oriente il 2 dicembre 1956. Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui Ernesto "Che" Guevara, Raúl Castro e Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra, e da lì iniziarono la guerriglia contro il governo di Batista.
Il gruppo di guerriglieri crebbe fino a superare gli 800 uomini. Il 24 maggio 1958, Batista lanciò diciassette battaglioni contro Castro nell'Operazione Verano. Nonostante lo svantaggio numerico, le forze di Castro misero a segno una serie di vittorie, aiutate dalla massiccia diserzione e dalle rese all'interno dell'esercito di Batista. Il capodanno del 1959 Batista lasciò il paese, e le forze di Castro entrarono a L'Avana. Il 5 gennaio del 1959 il professore di legge José Mirò Cardona creò un nuovo governo, con lo stesso come primo ministro e Manuel Urrutia Lleò come presidente. L'8 gennaio 1959 Fidel Castro assunse il ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate. Il 13 febbraio 1959 José Mirò Cardona si dimise inaspettatamente dalla sua carica e gli successe Fidel Castro. Il 17 luglio 1959 Osvaldo Dorticós Torrado fu nominato Presidente della Repubblica, carica in cui rimase sino al 1976, sostituito poi da Fidel Castro; divenne successivamente membro del Consiglio di Stato.
Nel febbraio 1960, Cuba firmò un accordo per l'acquisto di petrolio dall'URSS. Quando le raffinerie cubane, di proprietà statunitense, si rifiutarono di raffinare il petrolio sovietico, vennero espropriate e gli Stati Uniti subito interruppero le relazioni diplomatiche con il governo Castro. In reazione alla politica statunitense dell'amministrazione Eisenhower che andava facendosi sempre più ostile verso la novità cubana, il governo castrista iniziò a stabilire legami sempre più stretti con l'Unione Sovietica: in seguito a diversi patti firmati tra Castro e il Premier sovietico Nikita Khruščёv, Cuba iniziò a ricevere aiuti economici e militari dall'URSS.
Il 17 aprile 1961, gli Stati Uniti sponsorizzarono un fallimentare attacco a Cuba, appoggiando un'idea degli esiliati cubani. In quell'occasione una forza di circa 1.400 dissidenti, finanziati ed addestrati dalla CIA, sbarcarono a sud de L'Avana, nella Baia dei Porci. Secondo le previsioni della CIA, l'invasione avrebbe innescato una sollevazione popolare contro Castro. Ciò non avvenne e la parte dei golpisti che giunse a riva venne catturata, mentre il Presidente Kennedy ritirò il supporto all'ultimo minuto, negando l'appoggio aereo fondamentale per la riuscita dell'operazione. Nove prigionieri vennero giustiziati a seguito di quest'azione. Più tardi, il 2 dicembre di quell'anno, in un discorso alla nazione, Castro si dichiarò un Marxista-Leninista e disse che Cuba avrebbe adottato il Comunismo.
Il 3 gennaio 1962 Papa Giovanni XXIII scomunicò Castro dando seguito al decreto del 1949 di Papa Pio XII che vietava ai cattolici di appoggiare i governi comunisti. Per Castro, che aveva precedentemente abbandonato la fede cattolica, fu un evento di scarse conseguenze. Lo scopo del provvedimento era quello di minare il supporto a Castro tra i cattolici cubani e non; ad ogni modo, ci sono poche prove che il fatto ebbe qualche effetto.
Nell'ottobre 1962, quando gli USA scoprirono che l'Unione Sovietica stava tentando attivamente di schierare missili nucleari sull'isola, si ebbe la cosiddetta "Crisi dei missili di Cuba". Dopo che le tensioni vennero disinnescate, le relazioni tra Stati Uniti e Cuba rimasero mutuamente ostili, e la CIA continuò a finanziare, supportare ed appoggiare attentati terroristici contro l'isola e contro la persona Castro, mentre il regime cubano tentava di esportare il proprio modello in diverse regioni del Sud America e dell'Africa.
Nel 1976 all'apice della politica di embargo statunitense contro Cuba, Pierre Elliott Trudeau, allora Primo Ministro del Canada, fece visita di Stato nell'isola, la prima da parte di un leader occidentale, e abbracciò personalmente il capo cubano. Trudeau gli portò in dono 4 milioni di dollari e organizzò prestiti per altri 10 milioni. Nel suo discorso Trudeau dichiarò: "lunga vita al Primo Ministro e Comandante in Capo cubano. Lunga vita all'amicizia cubano-canadese".
Il 21 gennaio del 1998 Giovanni Paolo II contraccambiò la visita ed andò a Cuba. Pochi giorni prima del suo arrivo Castro, per un accordo preesistente, liberò 106 detenuti, che comparivano in una lista di 260 nomi consegnata a Castro dal segretario vaticano Angelo Sodano[4]. Fidel Castro ricevette Giovanni Paolo II con tutti gli onori, e rinunciando per la prima volta alla sua famosa divisa militare, per indossare giacca e cravatta.
Elián fu preso in custodia temporanea da alcuni parenti della madre che vivevano in Florida, senza il consenso del padre che era rimasto a Cuba. Nella capitale cubana si susseguirono cortei per il rientro in patria del bambino, mentre in Florida l'FBI e gli avvocati dei parenti materni riuscirono a ritardare la decisione. Il 22 aprile del 2000 la polizia federale prelevò il bambino e lo riportò a Cuba.
Fidel Castro non intervenne mai sulla questione, ma quando seppe del ritorno del bambino disse: "Il problema generale non è ancora risolto. Fino a quando la legge dell'accordo cubano non verrà abrogata potranno verificarsi altri casi. Se al resto dell'America Latina e dei Caraibi offrissero gli stessi incentivi per l'immigrazione, più della metà degli Stati Uniti sarebbe oggi occupata da immigrati provenienti da quelle zone."
Le aspre sanzioni economiche volute dagli USA, in primis l'embargo, ma anche il divieto generale di viaggio verso Cuba per i turisti americani, sono state una delle ragioni dei problemi economici di Cuba. Comunque, tra il 1960 e il 1990 gran parte dei loro effetti vennero attenuati dall'aiuto dell'ex Unione Sovietica, che in alcuni anni equivaleva a un quarto del PIL nazionale. Nonostante l'embargo statunitense, Cuba continua a commerciare con le altre nazioni, ed è la seconda meta turistica più popolare dei Caraibi (dopo la Repubblica Dominicana). La sua economia riceve anche un afflusso di valuta (stimato in 850 milioni di dollari all'anno) dai Cubani Americani che mandano soldi a familiari e amici rimasti sull'isola.
Negli anni recenti Castro ha scommesso sulla biotecnologia per supportare l'economia di Cuba. Da allora, l'economia cubana ha accelerato, sia per l'esportazione di tecnologia medica che per il "turismo della salute". Lo sviluppo cubano in questo campo ha però causato preoccupazione per le possibili ricerche di armi biologiche. Nel 2002 uno degli scopi della visita dell'ex Presidente statunitense Jimmy Carter era di ispezionare i siti cubani per l'ingegneria genetica.
Il 14 dicembre 2004 Castro ha siglato con il Presidente del Venezuela Hugo Chávez l'accordo preliminare per la costituzione dell'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), un progetto di cooperazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell'America Latina ed i paesi caraibici.
Contrariamente alla situazione riscontrabile in molte altre nazioni latino-americane e caraibiche, nessun bambino cubano vive per la strada. I tassi di mortalità infantile sono i più bassi della regione (perfino più bassi di nazioni come gli Stati Uniti), il livello della sanità è elevato e tutti i cubani ricevono latte quasi gratis fino all'età di sette anni. Le aspettative di vita a Cuba, nel 2002, erano solo leggermente inferiori a quelle degli USA. Il tasso di mortalità infantile cubano è il secondo più basso delle Americhe (dopo il Canada, dati OMS, 2000). Viene generalmente riconosciuto che Cuba ha fatto sostanziali progressi nello sviluppo farmaceutico. Cuba ha un suo portafoglio di brevetti e cerca di commercializzare le sue medicine in tutto il mondo.
I media cubani, controllati dal governo, spesso evidenziano il contrasto tra i soddisfatti bambini cubani e le loro controparti a Bogotá, Los Angeles o Buenos Aires -- che spacciano droga, sono trascinati nella prostituzione, o vivono in baraccopoli.
La televisione cubana trasmette corsi di livello universitario per la popolazione adulta.
Il regista statunitense Oliver Stone ha girato due interviste-documentario sulla figura di Castro, Comandante, nel 2003 e Looking for Fidel, nel 2004.
Il governo castrista smentì affermando che si trattava «di una goffa diffamazione orchestrata dagli Stati Uniti».
Nel 2006 la rivista inserì nuovamente Castro nella lista [14] attribuendogli questa volta un patrimonio ancora superiore, pari a 900 milioni di dollari (quasi il doppio rispetto a quanto la stessa rivista stimò come patrimonio nel 2005), specificando però che questi deriverebbero dal "controllo" di una rete di compagnie statali" (il Palacio de Convenciones, un centro congressi vicino all'Avana; Cimex, un conglomerato di vendite al minuto e Medicuba, società di vendita di farmaci prodotti nell'isola), e affermando che "ex funzionari cubani insistono che Castro, che viaggia esclusivamente in una flotta di Mercedes nere, si è appropriato dei profitti di queste attività d'affari, nel corso degli anni". Forbes affermò di aver così calcolato la cifra fornita: "con l'obiettivo di arrivare ad una cifra netta abbiamo utilizzato un metodo nel quale le entrate di denaro liquido vengono scontate per valutare queste compagnie e dopo abbiamo presunto che una parte di questo flusso di profitti va a Castro", "adottando un criterio prudenziale abbiamo evitato di stimare qualunque profitto che possa avere intascato in altre epoche, anche se esistono voci che trasferì grosse somme in conti bancari svizzeri. Castro lo ha negato pubblicamente ed ha insistito che non possiede nulla".
Dopo l'articolo di Forbes, Fidel Castro sfidò pubblicamente la rivista[15], il «ladruncolo» George W. Bush, la CIA, le 33 agenzie segrete e le banche americane a dimostrare le accuse: «se riescono a provare ciò che dicono, a trovare un conto a mio nome di 900 milioni, di 500 milioni o di un solo dollaro, se lo proveranno, offrirò loro quello che hanno preteso e non hanno potuto ottenere durante mezzo secolo, durante il quale hanno cercato di distruggere la rivoluzione e assassinarmi in centinaia di attentati: rinuncerò ai miei incarichi».
Il 17 maggio 2006, in risposta alle dichiarazioni di Castro, Forbes ammise alla BBC di «non avere alcuna prova che Castro abbia nascosto denaro in conti bancari all'estero»[16]. Forbes si giustificò dicendo che in quell'articolo si intendeva che solo se Castro avesse voluto avrebbe potuto abbandonare Cuba con quella somma.
Questi "attacchi" da parte di Forbes, che nonostante le successive smentite e i distinguo hanno avuto notevole risonanza mediatica in tutto il mondo, potrebbero avere motivazioni politiche, essendo il direttore (e nipote del fondatore) Steve Forbes schierato con l'ala più conservatrice del partito Repubblicano (partecipò anche alle primarie per la candidatura a presidente degli Stati Uniti sia nel 1996 che nel 2000e vinse anche in qualche stato) ed uno dei firmatari del Progetto per un nuovo secolo americano.
Il MiM è un’organizzazione sospetta di atti di terrorismo. Un suo membro, Reinol Rodriguez, è stato accusato di vari atti di terrorismo, incluso l’assassinio a Porto Rico nel 1979 di Muñiz Varela, colpevole di organizzare viaggi a Cuba nell’ambito del processo di avvicinamento USA-CUBA promosso dall’amministrazione Carter. Rodriguez si è espresso in un’intervista concessa a Porto Rico al settimanale la Cronica con le seguenti parole: «per ogni nostro agente che cada nelle mani di Castro uccideremo 5 cubani. 5×1 è l’ordine».
Il 29 ottobre 2006 è apparso, per la prima volta dopo circa tre mesi, alla televisione di Stato dove si è esibito in un discorso contro chi lo credeva morto o gravemente malato
Il 17 novembre 2006 la figlia Alina, intervistata dal Corriere della Sera, ha detto che Castro si sta riavvicinando a Dio e alla Religione.[18]
Il 3 dicembre 2006 per la prima volta a causa delle sue gravissime condizioni di salute (si parla di cancro dell'intestino) non ha presenziato alle manifestazioni per la festa delle Forze Armate, di cui quest'anno ricorreva il cinquantenario ed il giorno prima non ha potuto partecipare alla cerimonia (già posticipata per la sua salute precaria) per il suo 80° compleanno, durante la quale il fratello Raul ha aperto, anche se con alcune diffidenze, agli Stati Uniti.
Il 26 dicembre 2006 il medico spagnolo, José Luis Garcia Sabrido, che ha visitato Castro, su richiesta di quest'ultimo, ha dichiarato che il presidente cubano non è malato di cancro e non ha alcuna patologia maligna terminale e che le sue attuali non buone condizioni derivano dalle complicazioni mediche dovute al gravissimo intervento chirurgico subito nei mesi scorsi, aggiungendo inoltre che "l'attività intellettuale di Castro è eccellente e tutti i giorni ripete che vuole tornare al lavoro".
Il 6 gennaio 2007 tuttavia il portavoce della Direzione nazionale dell' intelligence statunitense, Ross Feinstein, ha dichiarato che Fidel Castro è malato di cancro a livello terminale e gli restano "mesi, non anni" di vita.
Il 16 gennaio 2007 Il quotidiano spagnolo El Pais annuncia che Fidel Castro è grave; secondo il giornale il Lidér Maximo soffre di una forte peritonite, insorta dopo le operazioni all'intestino.
Dopo molti mesi di silenzio, il 29 marzo 2007 esce un suo editoriale su Granma, l'organo del Partito comunista cubano, nel quale sferra un attacco agli Stati Uniti, i quali, raccomandando l'uso di combustibili derivati da cereali, condannerebbero a morte prematura tre miliardi e mezzo di esseri umani nel mondo per fame e sete: così Fidel ha commentato una recente riunione del presidente George W. Bush con gli industriali americani del settore automobilistico, precisando che non si tratterebbe di una "cifra esagerata, è semmai una cifra prudente". L'articolo di Castro è stato accompagnato da commenti ufficiali ottimistici sulla sua salute da parte di fonti governative e lo stesso fratello maggiore, l'ottantenne Ramon Castro, consigliere del ministero per l'Agricoltura, ha detto che il Presidente "è ancora tutto intero" e si sta riprendendo "alla grande", aggiungendo che "i Castro sono tosti".
Il 22 aprile 2007 riceve una delegazione del Partito Comunista Cinese, e le immagini lo mostrano in ripresa.
Secondo molti giornali, Fidel Castro doveva essere presente al corteo del 1 maggio, ma il leader cubano non ha assistito al corteo e si è limitato a scrivere un articolo sul Granma, riguardante la "rivoluzione energetica". Per una sua eventuale riapparizione in pubblico adesso si parla del prossimo 26 luglio, festa nazionale, che curiosamente coincide con l'anniversario dall'ultima volta che lo si è visto in pubblico.
Il 2 giugno 2007 incontra il presidente del Partito Comunista del Vietnam.
Una missiva datata 17 dicembre 2007 pare allontanare l'ipotesi di un ritorno di Castro ad un ruolo politico attivo.
Il 18 febbraio 2008, con un messaggio[20] apparso sul sito di Granma (l'organo di informazione del Partito comunista cubano), Fidel Castro ha rinunciato alle cariche di Presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo, affidando il governo al fratello Raúl Castro; continua tuttavia a ricoprire la carica di Segretario del Partito Comunista Cubano.